x

x

Effetto Brexit per avvocati: da Italia e UK verso Irlanda

Brexit
Brexit

Indice:

1. La migrazione post-Brexit degli avvocati inglesi  

2. Il consolidamento della presenza delle imprese italiane in Irlanda

3. L’avvocato italiano in Irlanda

4. Il percorso per abilitarsi come solicitor irlandese

5. Le opportunità per i professionisti italiani in Irlanda

 

1. La migrazione post-Brexit degli avvocati inglesi 

La prima conseguenza della Brexit nel mondo della professione forense si è avvertita in Irlanda, dove dal 2015 a oggi sono “migrati” 2.727 avvocati (solicitors) provenienti dal Regno Unito. Prima di Brexit, il numero di avvocati inglesi che si registravano all’albo in Irlanda non superava le 50 unità in un anno.

Nella maggior parte dei casi, la migrazione degli avvocati inglesi in Irlanda non si concretizza in un trasferimento effettivo dell’attività, bensì nella mera registrazione all’albo degli avvocati irlandesi al fine di mantenere la possibilità di operare come avvocati in UE.

Per l’Irlanda, con un totale di 19.688 avvocati iscritti all’albo (Roll of Solicitors), la migrazione degli avvocati inglesi rappresenta in ogni caso un fenomeno rilevante - circa il 14% dei professionisti iscritti.

 

2. Il consolidamento della presenza delle imprese italiane in Irlanda

In Irlanda il lavoro per i professionisti in ambito legale è in aumento grazie al numero rilevante di imprese che, dal resto dell’Europa e dagli Stati Uniti, continuano a scegliere l’Irlanda come “the place to do business”.

Ho la fortuna di essere tra i pochissimi avvocati italiani iscritti all’albo irlandese e di sperimentare un momento importante in termini di investimenti e aspettative legate al fatto che nel post-Brexit l’Irlanda, e in modo particolare Dublino, si propongono come hub per le imprese di tutto il mondo in alternativa a Londra.

In Irlanda sono anche testimone di un processo di consolidamento della presenza imprenditoriale italiana, come testimoniano sia la presenza di numerose realtà imprenditoriali di successo, di piccole medie e grandi dimensioni, sia l’avvio dei lavori per la costituzione di una Camera di Commercio italiana.

 

3. L’avvocato italiano in Irlanda

Quali sono le opportunità per l’avvocato italiano in Irlanda? Moltissime, a mio avviso. Inizio col rispondere al quesito che i colleghi italiani mi pongono con maggiore frequenza, vale a dire se occorre abilitarsi come solicitor in Irlanda per potervi lavorare. La risposta è no, non è necessario, se il datore di lavoro è l’azienda e quindi la job position è quella di avvocato in-house.

Gli avvocati italiani possono facilmente avere opportunità di lavorare in aziende italiane o che abbiano relazioni con l’Italia (ad esempio nel settore bancario, finanziario e assicurativo). A Dublino, dal 2014-15 in avanti si sono aperte numerose posizioni in azienda nel settore della compliance (GDPR e altre normative dei settori regolamentati a livello europeo), anche queste accessibili da parte dell’avvocato italiano senza necessità di acquisire il titolo di solicitor in Irlanda.

La situazione è differente nel caso in cui l’obiettivo sia quello di lavorare come professionista in uno studio legale (law firm). In questo caso, l’abilitazione come solicitor è, a mio parere, un pre-requisito necessario, e ve ne spiego le motivazioni.

Prima di tutto essere un solicitor come i vostri colleghi e partner di studio vi metterà al loro stesso livello, sia come competenze e conoscenze, sia nella considerazione che gli altri avranno di voi. Inoltre, senza la qualifica di solicitor non viene rilasciato il practising certificate che è ciò che vi consente di esercitare la professione, senza il quale il titolo di solicitor resta appunto “solo” un titolo.

Occorre sempre tenere presente che il valore aggiunto nello studio legale irlandese sarà quello di potervi muovere con competenza tra due giurisdizioni (IT, IRL) e sistemi giuridici molto diversi, come ad esempio accade per le pratiche c.d. cross-border, che interessino sia il sistema italiano sia quello irlandese.

 

4. Il percorso di abilitazione come solicitor irlandese

L’avvocato italiano che intende abilitarsi all’esercizio della professione forense come solicitor in Irlanda deve sostenere una serie di esami che nel complesso sono definiti QLTT (Qualified Lawyers Transfer Test).

La Law Society irlandese, che gestisce questo percorso, è l’equivalente del nostro Ordine degli Avvocati, con la differenza che ne esiste una soltanto in tutta la Repubblica d’Irlanda e si trova a Dublino, a Blackhall Place, nel quartiere Smithfield.

La tipologia e lo svolgimento dei test d’esame sono molto ben spiegati sul sito della Law Society nella pagina dedicata, appunto, al QLTT.

Si tratta di sei esami (in alcuni casi con doppia materia), tutti scritti tranne uno, orale. Gli avvocati provenienti da paesi dell’UE sono esentati dal sostenere l’esame di diritto dell’Unione Europea.

Gli esami vertono sia su materie che interessano il diritto sostanziale sia su abilità necessarie per svolgere la professione di solicitor – ad esempio, quella di poter gestire la contabilità dello studio (incredibile, ma vero!).

Gli esami di diritto sostanziale sono: (i) diritto costituzionale – oppure, in alternativa diritto penale - e diritto societario, (ii) diritto dei contratti e diritto degli illeciti civili (tort), (iii) diritto successorio e diritto tributario (iv) diritto immobiliare e compravendita di immobile (v) diritto dell’Unione Europea (ma, come dicevo, l’avvocato italiano non deve sostenerlo). Infine, gli esami di contabilità dello studio legale e deontologia professionale (quest’ultimo orale).

I quesiti d’esame sono di taglio pratico, non nozionistico. In linea generale, il quesito consiste nel risolvere un caso pratico attraverso un parere scritto, citando eventuale normativa rilevante e giurisprudenza. Quest’ultima assume un ruolo molto importante negli ordinamenti di common law.

Infatti, pur essendo molte materie regolate ormai da leggi scritte, il diritto di creazione giurisprudenziale, attraverso la dottrina dello stare decisis (vincolatività del precedente giuriziario), è un fenomeno che caratterizza fortemente i sistemi di common law. Ad esempio, la materia degli illeciti civili (tort) conta un numero esiguo di leggi ed è quasi interamente regolata dalla giurisprudenza (case-law).

Una volta conseguita l’abilitazione, per poter esercitare la professione come solicitor, sarà necessario avere un Practising Certificate (rilasciato dalla Law Society, del costo di circa 1.200 euro l’anno), un’assicurazione professionale e, dopo il primo anno dalla qualifica, l’acquisizione di 20 crediti formativi obbligatori (CPD, Continuing Professional Development), di cui un numero minimo di 3 crediti sull’organizzazione ottimale del tempo e delle proprie abilità nel lavoro (management and professional development skills) e un minimo di 2 o 3 crediti  (secondo che si lavori come sole practitioner o nell’ambito di uno studio con altri professionisti) in regulatory matters, vale a dire in materie nelle quali il solicitor deve essere compliant (ad esempio anti-ricilaggio, GDPR, ecc.).

 

5. Le opportunità per i professionisti italiani in Irlanda

In sintesi, le opportunità per l’avvocato italiano in Irlanda sono molte e il momento è favorevole. Allo stato attuale la maggior parte degli avvocati italiani che si trasferisce in Irlanda trova impiego in azienda. E’ il percorso più diretto, e, come dicevamo, generalmente non è richiesta l’abilitazione come solicitor irlandese.

La mia previsione, tuttavia, è che in un futuro molto prossimo in cui l’Irlanda beneficerà in modo compiuto degli effetti post-Brexit, la presenza di avvocati con la doppia abilitazione italiana e irlandese (dual-qualified lawyers) sarà sempre più richiesta dagli studi legali irlandesi, per poter rispondere in modo efficace all’intensificarsi dei rapporti internazionali e alla maggiore esposizione dell’Irlanda come hub imprenditoriale di riferimento in ambito UE.