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I pagamenti digitali e il contante a rischio

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I pagamenti digitali e il contante a rischio

 

L’Osservatorio Innovative Payments studia e analizza tutte le modalità di pagamento e le relative opportunità: dai pagamenti con smartphone e wearable a quelli effettuati tramite oggetti connessi e assistenti vocali, fino ai pagamenti biometrici e alle Central Bank Digital Currency (CBDC).

L’ultimo Rapporto dell’Osservatorio, pubblicato a conclusione del primo semestre 2023, ha rilevato che, in Italia, la quantità dei pagamenti digitali ha quasi raggiunto quella in contanti: in particolare, si registra un aumento pari al 13% rispetto ai primi mesi del 2022, per un ammontare complessivo di 206 miliardi.

I dati sembrano confermare il trend, registrato negli ultimi anni, di favore nei confronti di pagamenti diversi dal contante e si stima che quelli con strumenti in formato digitale potrebbero raggiungere, entro la fine del 2023, la quota dei 440 miliardi.

In questo scenario, occorre ricordare che la limitazione all’uso del contante ha radici ben più lontane di quelle della c.d.“prima legge antiriciclaggio”, n. 197/1991: era già stata inserita, infatti, nella legge n. 15/1980 e, ancora prima, in un Accordo interbancario del 1978.

Si tratta della misura che forse più di tutte ha inciso, in maniera immediata, sulla clientela bancaria e, più in generale, sui fruitori di servizi finanziari o di pagamento. Anche se, in realtà, essa si rivolge a tutti i soggetti che effettuano trasferimenti di contante in Italia.

Tuttavia, non va dimenticato che il contante è uno strumento di civiltà e inclusione finanziaria. Soprattutto delle fasce più deboli della popolazione. Essere contro l’innalzamento della soglia per la sua circolazione va spiegato ai milioni di italiani che lo utilizzano. E, soprattutto, a quelli che non hanno un conto corrente bancario e una carta di credito, che sono milioni. Inoltre, occorre ricordare che il Codice civile sancisce l’obbligo di regolare le obbligazioni pecuniarie con la moneta.

Al contempo non vi sono dubbi che la nuova frontiera della criminalità economica sia costituita da pagamenti non contestuali, a distanza e sofisticati. Cosa inconciliabile, se non altro per problemi fisici, con le valigette e i “sacchi” di contante.

Da ultimo, in merito all’abitudine di richiedere scontrini e fatture a fronte dei pagamenti effettuati, si dovrebbe aprire un capitolo a parte, che impatta poco sulla tipologia di mezzo di pagamento utilizzato. L’evasione fiscale, quanto meno in Italia ma anche all’estero, si realizza primariamente con schemi societari e fittizi di tipo commerciale e industriale; più nel dettaglio, tramite pagamenti attraverso bonifici e a fronte di fatture per operazioni inesistenti.

In definitiva, i dati dell’Osservatorio Innovative Payments, che vedono il contante sempre più relegato a strumento di pagamento di “serie B”, non dovrebbero essere considerati, a mio parere, del tutto confortanti.