Il Forum dei sindaci artici come nuovo attore sub-nazionale di governance

Diritto polare contemporaneo
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Il Forum dei sindaci artici come nuovo attore sub-nazionale di governance

 

 

La governace regionale dell’Artico si va arricchendo di ulteriori attori e meccanismi. Un profilo finora tutto sommato sottostimato è quello dei governi locali, che non hanno a lungo potuto contare su una dimensione circumpolare, e che inoltre non sono rappresentanti nel principale meccanismo areale di governance internazionale costituito dal Consiglio artico. La c.d. paradiplomazia (nella regione polare artica)[i], quale sotto-settore disciplinare delle relazioni internazionali[ii], è da tempo all’opera; uno dei principali momenti di emersione di questo intenso lavoro si è avuto con la richiesta della Groenlandia di vedersi assegnato il ruolo di guida del Consiglio artico in nome del Regno di Danimarca, ma la domanda si è anche spinta più in là, reclamando tout court il seggio della Danimarca in seno allArctic Council[iii]. In questo contesto di nuove iniziative, si inserisce dunque la richiesta di una maggiore rilevanza dei governi subnazionali, quali attori non-statali.

Il Forum dei sindaci[iv] dell’Artico[v] è stato creato nel 2019 da 11 Comuni fondatori[vi], appartenenti a tutti gli Stati artici con la sola eccezione della Russia[vii]. Attualmente, i comuni membri del Forum sono 19. Il Forum stesso dispone di un segretariato, che ha sede a Tromsø (in Norvegia). Non vi è dubbio, al riguardo, che sebbene per molto tempo trascurati, i comuni siano stakeholders nella regione polare artica. Il fatto è che, fino a epoca recentissima, l’attenzione degli studiosi dell’Artico si è concentrata sugli attori statali come primaria unità di analisi, lasciando nell’ombra il ruolo dei governi subnazionali.

La cooperazione inter-subnazionale nell’Artico merita una rivalutazione, nell’ottica di una maggiore integrazione del sistema di governance artica.

A questo proposito, due vie sembrano astrattamente percorribili. Per un verso, si può procedere alla creazione di reti separate subnazionali. Per altro verso, è altresì prospettabile l’integrazione dei livelli amministrativi subnazionali nei meccanismi già esistenti di governance.

La situazione consolidatasi nel tempo vede il ruolo prominente svolto dagli Stati. Essi dirigono, in particolare, le attività del Consiglio artico, del quale è da evidenziare che fanno parte, oltre agli Stati, anche le organizzazioni degli indigeni artici, ma non invece i sindaci, ovvero una loro rappresentanza, dei comuni della regione polare artica. Si aggiunga che, a partire dal 1998, sono stati ammessi al Consiglio artico, con lo status di osservatori, anche alcuni Stati non-artici, tra cui (nel 2013) l’Italia[viii], mentre la rappresentanza dei sindaci delle amministrazioni locali artiche è rimasta esclusa.

Prima della creazione del Forum dei sindaci artici nel 2019, la rappresentanza degli attori subnazionali era bensì scarsa, ma non del tutto inesistente. Il riferimento è, in primis, al Barents Regional Council (BRC)[ix], istituito nel 1993, nonché al Northern Sparsely Populated Areas (NSPA)[x] network, creato nel 2004. In epoca anteriore, venne fondato nel 1991 il Northern Forum (NF)[xi], che riunisce enti subnazionali. Nella fase iniziale, tali enti erano 13 appartenenti a otto Stati, poi cresciuti a 25 di dieci Stati (nel periodo dal 2001 al 2003), ma con andamento decrescente dal secondo decennio del XXI secolo, fino a scendere al livello minimo di 7 membri facenti parte di cinque Stati (tra il 2013 e il 2014)[xii]. Ad ogni modo, nel 1998 il Northern Forum ha acquisito lo status di osservatore presso il Consiglio artico.

Con riguardo al Forum dei sindaci dell’Artico, si tratta di una iniziativa c.d. bottom-up. Il dialogo informale tra i rappresentanti degli enti locali è stato avviato nel 2016 dal sindaco[xiii] di Tromsø. Decisiva è stata l’adesione dei primi cittadini delle città alaskane di Anchorage e Fairbanks[xiv], avvenuta nel 2017. In quell’anno venne, infatti, siglata la «Dichiarazione dei sindaci artici»[xv], con la sottoscrizione da parte di 11 sindaci, appartenenti a municipalità di Canada, USA, Finlandia, Norvegia e Islanda. Il punto 2 della Dichiarazione afferma che i comuni dell’Artico hanno esigenze simili, ragione per la quale occorre mantenere tra di essi livelli adeguati di collaborazione.

La Dichiarazione enfatizza, in primo luogo, la cooperazione orizzontale tra le amministrazioni comunali. I settori privilegiati di siffatta collaborazione vennero allora individuati nello sviluppo economico, nel contrasto al cambiamento climatico e nel miglioramento del sistema di assistenza sanitaria. In secondo luogo, fu posto l’accento sulla necessità di “rinforzare” la voce dei residenti nell’Artico[xvi], esercitando forme di influenza verticale, rispetto ai livelli regionale, nazionale e internazionale.

Facendo seguito a riunioni preliminari, si giunse così al meeting di Akureyri (Islanda) del 10 ottobre 2019, durante il quale venne ufficialmente fondato il Forum dei sindaci artici. Due aspetti devono qui essere sottolineati. Da un lato, la partecipazione alla fondazione del Forum sindacale di un rappresentante russo, vale a dire il sindaco di Arcangelo (città che ha una tradizione di “fedelissima” delle autorità centrali; un ex sindaco[xvii] aveva proposto di denominarla Putingrad[xviii]). Dall’altro lato, l’ampliamento rispetto al progetto originario dei settori di collaborazione, estesi a infrastrutture, comunicazioni, trasporti, turismo, istruzione, produzione di energia e sfruttamento delle risorse naturali.

Nel corso del (sia pure breve) tempo intercorso dalla sua fondazione, il Forum dei sindaci artici sembra avere maggiormente focalizzato l’attenzione sul versante dell’influenza verticale, piuttosto che su quello della cooperazione orizzontale. Il problema essenziale, secondo i sindaci artici, è infatti coinvolgere i governi locali nei livelli più elevati di governance dell’Artico.

Medio tempore, si è proceduto anche alla formalizzazione della struttura del Forum sindacale. Nel febbraio 2021, sono state adottate le regole di procedura da seguire nei lavori del Forum. Inoltre, sono stati creati l’assemblea[xix] del Forum, il suo comitato esecutivo (che esercita le funzioni negli intervalli tra le riunioni dell’assemblea)[xx], nonché la figura del presidente[xxi] e il segretariato[xxii]. Nella primavera del 2021, il Forum sindacale ha acquisito lo statuto giuridico di organizzazione non-governativa secondo il diritto norvegese. Ne consegue che il Forum dei sindaci artici può ottenere, a richiesta, finanziamenti dal Governo del Regno di Norvegia.

Il quadro giuridico appena sopra delineato ha migliorato complessivamente lo status del Forum sindacale, ma nello stesso tempo ha originato problematiche. Questo perché il diritto della Federazione Russa non permette ai comuni di essere membri di organizzazioni internazionali non-governative. Di conseguenza le municipalità russe di Arcangelo e di Murmansk[xxiii] sono uscite dal Forum sindacale, mantenendo però lo status di osservatori. A seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, nel febbraio 2022, le due municipalità russe hanno cessato ogni forma di collaborazione con il Forum dei sindaci artici.

La situazione finanziaria del Forum sindacale artico è stata sempre piuttosto precaria. Le municipalità di Akureyri e di Tromsø hanno costantemente offerto sostegno economico alle attività del Forum, finanziato in parte anche dal ministero degli Affari esteri della Norvegia. Tuttavia, quando si è stabilito che, con decorrenza dal 2022, i comuni aderenti al Forum avrebbero dovuto versare una quota annuale[xxiv], modulata secondo la consistenza delle rispettive popolazioni, vi sono stati malcontenti, con il rappresentate delle Isole Faroer (Danimarca) che ha cessato di far parte del Forum. Nel maggio 2022, anche grazie al pagamento delle quote annuali, la sede del Forum dei sindaci artici è stata trasferita dal municipio di Tromsø, dove era stata fino ad allora ospitata, nella nuova sede autonoma[xxv].

Nonostante alcune defezioni, alla fine del 2024 sono 19 i comuni che aderiscono al Forum sindacale artico, in rappresentanza di oltre un milione di persone residenti nella regione polare artica. Inoltre, il Forum sindacale artico è contemplato tra gli attori con i quali collaborare dalla versione aggiornata, che è stata pubblicata il 13 ottobre 2021[xxvi], della Arctic Policy dell’Unione europea[xxvii], dove si afferma che «The Arctic Stakeholders’ Forum and the Indigenous Peoples’ Dialogue are now an integral part of the EU’s Arctic policy. The EU has regular discussions with business groups such as the Arctic Economic Council, organisations representing municipalities, like the Arctic Mayors’ Forum, and Arctic-wide representatives, including the Northern Sparsely Populated Areas network. The EU also maintains regular contact with the Sámi Council»[xxviii]. Ancora, il Forum sindacale è partner istituzionale del Consiglio economico artico, organismo che rappresenta le aziende che lavorano nell’Artico e con l’Artico[xxix].

La questione principale che attualmente deve affrontare il Forum dei sindaci dell’Artico è rappresentata dall’integrazione del Forum stesso nel Consiglio artico. Finora una domanda formale di adesione non è stata presentata, probabilmente a causa delle difficoltà nelle quali si trova il Consiglio medesimo dopo lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina.

La situazione di “stallo” non ha, però, impedito al Forum sindacale artico di approvare la propria strategia per il periodo 2023-2027[xxx], dove si evidenziano, tra l’altro, obiettivi concernenti il benessere delle popolazioni locali, inclusi gli indigeni artici, nonché la tutela della salute, lo sviluppo economico sostenibile, e anche l’adeguato finanziamento dello stesso Forum.

I problemi fondamentali che tuttora interessano il Forum sono di duplice natura. Esso soffre di un sotto-finanziamento, che ne limita ovviamente l’azione. Inoltre, gli Stati artici non sembrano, almeno finora, molto disposti a integrare il Forum sindacale nei livelli più alti della governance artica.

L’influenza delle comunità locali artiche potrà esercitarsi soltanto quando gli Stati artici non si limiteranno a una sorta di approvazione passiva dell’azione del Forum sindacale, ma passeranno alla fase del relativo supporto attivo[xxxi]. Per certi versi, la collaborazione transfrontaliera tra le municipalità potrebbe prendere il posto di quella tra le regioni dell’Artico, essendo queste ultime più esposte alle conseguenze geopolitiche e geostrategiche dell’invasione da parte della Russia dell’Ucraina[xxxii]. Almeno fino ad ora, comunque, gli enti territoriali subnazionali dell'Artico non si sono dimostrati più flessibili degli Stati nordici, soprattutto perché le autorità subnazionali non hanno “messo in discussione” i rispettivi governi centrali, discostandosi quindi dalle politiche nazionali.

 

 

[i] Cfr. M. Landriault, J.-F. Payette, S. Roussel (Eds), Mapping Arctic Paradiplomacy. Limits and Opportunities for Sub-National Actors in Arctic Governance, London-New York, 2022.

[ii] Si vedano: S. Paquin, Paradiplomacy, in T. Balzacq, F. Charillon, F. Ramel (Eds), Global Diplomacy. An Introduction to Theory and Practice, Cham, 2020, 49 ss.; A. Kuznetsov, Theory and Practice of Paradiplomacy. Subnational governments in international affairs, London-New York, 2015; A. Lecours, Paradiplomacy: Reflections on the Foreign Policy and International Relations of Regions, in 7(1) Int. Negot. 91 (2002).

[iii] Sia consentito rinviare a M. Mazza, La Groenlandia tra autonomia, accordo di associazione e piena indipendenza (con alcune osservazioni comparative), in DPCE Online, 2025, 67 ss.; Id., La strategia artica della Groenlandia (2024-2033) nel contesto geopolitico globale, in Filodiritto, maggio 2025.

[iv] Ovvero, comunque, dei leaders elettivi dei governi locali dell’Artico.

[v] Cfr. il website all’indirizzo https://arcticmayors.com.

[vi] E. Lotvonen, K. Røymo, Arctic Mayors Joining Forces, in e-Pressi, 8-5-2019; M. Schreiber, Grappling with Shared Isues, Northenrn Mayors Have Created an International Arctic cities’ Forum, in Arctic Today, 14-10.2019; S.G. Tømmerbakke, Mayors Want a Voice in the Arctic Debate, in High North News, 15-10-2019.

[vii] Sul modello nordico/scandinavo di governo locale, v. E.M. Hlynsdóttir, A. Cregård, S. Sandberg, The Nordic Local Government Model and the Municipal CEO, in E.M. Hlynsdóttir, M.B. Hansen, A. Cregård, D.O. Torjesen, S. Sandberg (Eds), Managing Nordic Local Governments, Cham, 2024, 57 ss. In Italia, v. G. Pavani, L. Pegoraro, Municipi d’Occidente. Il governo locale in Europa e nelle Americhe, presentazione di A. Piraino, Roma, 2006, 205 ss. Per la storia dei cambiamenti istituzionali, v. inoltre P. Bogason, J. Pierre, N. Aarsaether, L’architecture évolutive de la gouvernance locale Scandinave, in Annuaire des collectivités locales, n. 26, 2006 (n. tematico, La gouvernance territoriale), 151 ss.; H. Baldersheim, M. Ørgârd, La modernisation de l’administration locale Scandinave: du mode réformateur à une écologie de l’apprentissage, ivi, n. 28, 2008 (n. tematico Où en est la gestion locale?), 261 ss.; A. Ryynänen, Skandinavische Verwaltungsreformen der lokalen, in E. Alber, C. Zwilling (hrsg.), Gemeinden im Europäischen Mehrebenensystem: Herausforderungen im 21. Jahrhundert, Baden-Baden, 2014, 129 ss.; A.M. Álvarez de Pablos, Países Nórdicos: La organización territorial en Dinamarca, Islandia y Noruega, in Asamblea, 2006, 487 ss.

[viii] Gli altri Stati (non-artici) sono: Francia (dal 2000); Germania (dal 1998); Giappone (dal 2013); Paesi Bassi (dal 1998); Repubblica Popolare Cinese (dal 2013); Polonia (dal 1998); Repubblica Indiana (dal 2013); Repubblica di Corea (dal 2013); Repubblica di Singapore (dal 2013); Spagna (dal 2006); Svizzera (dal 2017) e Regno Unito (dal 1998). In arg., v. M. Dervovic, L. Ulatowski, S. Kirchner (Eds), Arctic Policies of Non-Arctic States, Leiden, 2025 (Studies in Polar Law, 4).

[ix] Sul tema, v. R. Rafaelsen, The Barents Cooperation: Region-Building and New Security Challenges, in 37(4) Strategic Analysis 486 (2013). Nel 2025, la presidenza del BRC (per esteso: Regional Council for the Barents Euro-Arctic Region) è assegnata al Consiglio della Contea di Nordland (Norvegia). La presidenza del BRC è biennale, a rotazione tra i suoi membri. Il BRC si riunisce due volte all’anno. Attualmente, gli enti subnazionali russi non sono attivi nel BRC (la Russia, sospesa dai lavori del BRC nel marzo 2022, ha poi revocato la sua adesione al Consiglio medesimo il 18 settembre 2023). La Finlandia, a sua volta, ha dichiarato, adducendo motivi connessi alla sicurezza, che dal gennaio 2026 cesserà la cooperazione con il BRC (in considerazione del suo lungo confine terrestre con la Russia, la Finlandia è particolarmente esposta all’influenza russa; v. A. Middleton, Navigating Uncertainties: Finland’s Evolving Arctic Policy and the Role of a Regionally Adaptive EU Arctic Policy, Washington (DC), agosto 2023; O. Moody, Difesa totale. Come la Finlandia si prepara al futuro, in Id., Baltico. Il mare conteso al centro del nostro futuro, (2025), trad. it., Venezia, 2025, 60 ss., secondo cui (v. 67) l’ombra di Mosca è stata una «presenza determinante per la formazione della storia finlandese»). L’Italia, insieme a (molti) altri Stati, ha lo status di osservatore presso il BRC.

[x] Sul tema, nell’ottica comparata, v. A. Dubois, F. Sielker, Digitalization in sparsely populated areas: between place-based practices and the smart region agenda, in 56(10) Regional Studies 1771 (2022). Del NSPA network fanno parte enti subnazionali di Finlandia, Norvegia e Svezia. Il NSPA medesimo dispone di cinque working groups (che si occupano, inter alia, di bioeconomia, energia, minerali, ricerca e innovazione).

[xi] La cui denominazione ufficiale, per esteso, è: International Organization of Northern Regions «The Northern Forum». Sul Northern Forum v., nella prospettiva del suo rinnovamento, E. Tsui, Revisiting the Northern Forum: Lessons from Alaska’s Involvement, in Arctic YB, 2016, 281 ss.

[xii] Attualmente, i membri del NF sono 12.

[xiii] Kristin Røymo, la quale ha affermato, durante il convegno su Regional cooperation and Arctic cities tenutosi il 17 novembre 2017 all’Università della Lapponia con sede a Rovaniemi (Finlandia), che «we realize that each can get a piece of pie, but we have to know how big of a piece and which piece we want to eat», aggiungendo che «our ability to understand that we have to share will dictate the future».

[xiv] Ethan Berkowitz (ex deputato della Camera dei rappresentanti dell’Alaska) e Karl Kasse (nel 2008, presentatosi candidato alla House of Representatives alaskana, Kasse venne sconfitto dal candidato repubblicano Mike Kelly per soli quattro voti).

[xv] V. il relativo testo nel sito Internet all’indirizzo https://arcticportal.org.

[xvi] A. Kristoferqvist, The local voice in the Arctic, Umeå, 2021 (pubblicazione edita a cura dell’Arctic Research Centre at Umeå University, Arcum).

[xvii] Alexander Donskoy, primo cittadino di Arcangelo dal 2005 al 2007. Donsky era originariamente un imprenditore di successo nel settore dei supermercati; dopo avere annunciato la sua intenzione di candidarsi alle elezioni presidenziali del 2008, venne arrestato nel luglio del 2007 con le accuse di crimini economici e abuso di potere (poi condannato a tre anni di reclusione, pena condizionalmente sospesa). Donskoy, caduto in disgrazia, si è comunque presentato anche alle elezioni presidenziali del 2018 (vinte da Putin, con il 76,69 per cento dei suffragi); secondo i dati forniti dalla Commissione elettorale centrale, Donskoy ho ricevuto soltanto pochissimi voti, peraltro ritenuti tutti invalidi. Quando era sindaco di Arcangelo (il cui porto è il più importante che la Russia possieda nel Mare Artico), Donskoy motivò la proposta di cambiare il nome della città, sostenendo che ciò avrebbe determinato un impulso agli investimenti economici. Lo stesso Donskoy aggiungeva allora che anche Grozny aveva intitolato una sua via a Putin, così ottenendo – almeno nell’opinione di Donskoy – un incremento dei finanziamenti federali per la Cecenia. La base della marina russa ad Arcangelo è stata visitata dal Presidente Putin nel marzo del 2025. Dal canto suo, Donskoy ha sponsorizzato presso l’UMAM (Ultra Modern Art Museum) di Mosca una mostra dal titolo «SuperPutin».

[xviii] T. Nilsen, Arkhangelsk should be renamed Putingrad, says former mayor, in The Barents Observer, 9-12-2021

[xix] Tale organo si riunisce ogni due anni e comprende tutti i sindaci del Forum.

[xx] L’Executive Committee del Forum sindacale artico è formato da sette membri, che rappresentano rispettivamente Canada, USA, Groenlandia, Islanda, Finlandia, Norvegia e Svezia. Attualmente, ne fanno dunque parte i sindaci di: Akureyri (Islanda), Fairbanks (Alaska, USA), Yellowknife (Canada), Tornio (Finlandia), Kommuneqarfik Sermersooq (Groenlandia, Danimarca), Tromsø, (Norvegia) e Umeå (Svezia).

[xxi] La presidenza del Forum spetta alla Norvegia per il periodo 2023-2025.

[xxii] La carica di segretario generale del Forum sindacale è stata assegnata, dal 2022, a Patti Bruns (con un passato di dirigente presso il Consiglio artico). Le dimensioni del segretariato sono minime; nel registro norvegese, viene indicato un numero complessivo di dipendenti compreso tra 1 e 4 (v. ivi sub org nr 926 637 983).

[xxiii] Aggiuntasi successivamente ad Arcangelo, membro originario.

[xxiv] Detto altrimenti, il Forum sindacale artico è una membership fee based organization.

[xxv] Nella città nord-norvegese di Tromsø; il segretariato del Forum sindacale è stato ufficialmente inaugurato nel gennaio 2023, in presenza del ministro degli Affari esteri del Regno di Norvegia, Anniken Huitfeldt (ora ambasciatore della Norvegia negli Stati Uniti). Secondo le parole allora pronunciate da Huitfeldt, «We Need This Forum in These Times»Immagine rimossa. (v. T. Jonassen, in High North News, 3-2-2023).

[xxvi] Testo disponibile all’indirizzo Internet https://www.eeas.europa.eu/eeas/joint-communication-stronger-eu-engagement-peaceful-sustainable-and-prosperous-arctic_en. (ivi, 1: «As a geopolitical power, the EU has strategic and day-to-day interests, both in the European Arctic and the broader Arctic region. The EU also has a fundamental interest in supporting multilateral cooperation in the Arctic and in working to ensure that it remains safe, stable, sustainable, peaceful and prosperous. Being a major economic player, it shares the responsibility for global sustainable development, including in the Arctic regions, and for the livelihood of inhabitants, including Indigenous Peoples. The EU exerts a significant impact on the Arctic through its environmental footprint and demand for resources and products originating there»).

[xxvii] La cui pubblicazione, nella versione originaria, risale al 2008. Per il periodo anteriore al 2008, v. E. Canova, Emergent regions? A historical perspective on ArctiC-EUurope relation (1970s-2008), in Arctic YB, 2024, 1-28 (https://arcticyearbook.com). Per la fase successiva, con particolare riguardo alla questione delle comunità indigene dell’Artico, cfr. N.J. Janssen, European Union-Indigenous Relations in Arctic Governance: The inclusion and articulation of Indigenosu realities in policy papers since 2008, in Arctic YB, 2024, 1-15. Da ultimo, le tematiche degli indigeni artici sono state esaminate nel corso dell’EU Arctic Forum, Indigenous Peoples’ Dialogue and Arctic Youth Dialogue, tenutosi dal 26 al 27 giugno 2025 a Kittilä (Lapponia, Finlandia). Il rapporto iniziale tra Unione europea e Artico non è stato molto soddisfacente, soprattutto perché nella risoluzione del Parlamento europeo del 9 ottobre 2008 (P6_TA(2008)0474), sul tema generale dell’Arctic govenrnace, veniva auspicata la sottoscrizione di un futuro «Trattato artico», secondo una prospettiva che è invece da sempre contrastata, quantomeno dalla maggior parte degli attori artici, i quali quindi cominciarono a temere interferenze dell’UE. Il punto principale di contrasto era rappresentato dal fatto che la proposta di «Trattato artico» si ispirava al modello del «Trattato antartico» del 1959, integrato dal Protocollo di Madrid del 1991, sebbene vi siano differenze fondamentali tra le regioni polari artica e antartica, a partire dalla circostanza, certamente non trascurabile, che l’Artico, diversamente dall’Antartide (c.d. continente bianco), ha una popolazione residente in via permanente, sia indigena che non-indigena, e inoltre, appartiene, secondo il diritto internazionale, a una pluralità di Stati, non sempre oltretutto tra loro in rapporti armoniosi (i rapporti sono, al contrario, altamente conflittuali). Sulle peculiarità, e sulla conseguente complessità, del diritto (bi-)polare, che si atteggia tanto artico che antartico, sia consentito rinviare a M. Mazza, Aurora borealis. Diritto polare e comparazione giuridica, Bologna, 2014, nonché, sempre sulle differenze tra le due regioni polari, C.R. Mohan, The Antarctic Regime: Conflict and Change at the Frozen Frontier, in 49(1) Strateg. Anal. 120 (2025). Gli aspetti “unici” della disciplina antartica sono stati evidenziati nel corso del seminario dal titolo Antarctic Governance upheld by the Treaty System, tenutosi il 22 giugno 2025 a Milano per iniziativa di Polar Cooperation Research Centre (PCRC) dell’Università di Kōbe, Korea Polar Research Institute (KOPRI) e Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNRISP). Il seminario de quo era prodromico alla 47ª edizione dell’Antarctic Treaty Consultative Meeting (ATCM), svoltosi appunto a Milano dal 23 giugno 2025 al successivo 3 luglio5 (su “ATCM47” v. A. Muzzi, I negoziati per l’Antartide, in www.osservatorioartico.it, 21-6-2025, che esamina i negoziati sull’Antartide degli ultimi trent’anni). In preparazione della ATCM47, è stato pubblicato un documentato report che ha dimostrato un interesse decrescente, dal 2021 al 2024, della ricerca scientifica sull’Antartide, e che inoltre, nel 2022, la Cina ha superato gli USA come Paese leader per numero di contributi di ricerca dedicati al Polo Sud (nel 2024, la Cina ha oltrepassato gli USA anche per le c.d. high-quality publications, id est, «those published in the best 25% of journals»). Il report medesimo ha evidenziato poi che, fatta eccezione per la Cina, gli Stati che si sono maggiormente interessati all’Antartide, ossia USA, UK, Australia, Germania e Russia, hanno diminuito costantemente le loro pubblicazioni scientifiche dal 2016. Cfr. K. Larson et al., Patterns and emerging trends in Antarctic and Southern Ocean academic publishing 2016-2024, UArctic (sigla di University of the Arctic), giugno 2025, cui adde, a (ulteriore) commento, E. Leane, K. Larson, Antarctic research is in decline, and the timing couldn’t be worse, in The Conversation, 3-7-2025, i quali lamentano che la ricerca è in declino proprio nel momento in cui dovrebbe invece rafforzarsi.

[xxviii] Cfr. 13.

[xxix] L’Arctic Economic Council (AEC), fondato (in Canada) nel 2014, ha attualmente sede a Tromsø. Su di esso, v. A.N. Vylegzhanin, B.P. Shapovalov, Pravovye osnovy ark- ticheskoi politiki Evropeiskogo soyuza [Legal Basis for the EU Arctic Policy], in Moskovskii zhurnal mezhdunarodnogo prava [Moscow Journal of International Law (continuaz. di Soviet Journal of International Law, Rivista fondata nel 1991 e pubblicata per iniziativa del Moscow State Institute of International Relations], 2013, 191 ss. (in russo); T. Sweeney, Т. Vauraste, Arctic Economic Council: Creating Parameters for Sustainable Economic Development, in the Arctic YB, 2016, 119 ss. (ivi: «The vision of the Arctic Economic Council (AEC) is to make the Arctic a favorable place to do business. Our mission is to facilitate sustainable Arctic economic and business development. The AEC also provides a business perspective to the discussions taking place at the Arctic Council, serving as a link between Arctic governments and the wider circumpolar business community»).

[xxx] V. il relativo testo all’indirizzo Internet https://arcticmayors.com/2024/08/01/strategic-report-2023-27 (il report, elaborato secondo le direttive e gli obiettivi emersi durante lo strategic meeting del Forum sindacale tenutosi a Reykjavik nell’ottobre 2023, è stato pubblicato il 1° agosto 2024).

[xxxi] Ritiene, comunque, che il Forum sindacale artico sia (già ora) un active network, M. Heikkilä, Arctic Europe and its Future, Turku (Finlandia), BSR Policy Briefing series 3/2024 (edito a cura di Centrum Balticum Foundation), spec. 9. 

[xxxii] In questo senso, v. J. Saunavaara, A.A. Espiritu, M. Lomaeva, Collaboration between Arctic and northern subnational governments disrupted by the Russian invasion of Ukraine, in Polar Sci., 2025, 101172. Adde T. Jonassen, The Border Municipality Is Fighting for Its Existence: “Anything Is Better Than Nothing”, in High North News, 2-6-2025, dove l’auspicio della ripresa delle attività minerarie.