Il Ministro Nordio sui Giudici: domandare è lecito? a ciascuno il suo!
Il Ministro Nordio sui Giudici: domandare è lecito? a ciascuno il suo!
"La reazione della politica non è stata contro la magistratura ma contro il merito di questa sentenza che non condividiamo e riteniamo addirittura abnorme. Non può essere la magistratura a definire uno Stato più o meno sicuro, è una decisione di altissima politica. Prenderemo dei provvedimenti legislativi". Così si è espresso, commentando i noti provvedimenti emessi dal Tribunale di Roma, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, parlando con i cronisti, a margine di un convegno svoltosi a Palermo sul caso dei trattenimenti dei migranti in Albania.
Poi ha aggiunto: "Se la magistratura esonda dai propri poteri attribuendosi delle prerogative che non può avere come quella di definire uno Stato sicuro deve intervenire la politica che esprime la volontà popolare. Noi rispondiamo al popolo, se il popolo non è d'accordo con quello che facciano noi andiamo a casa. La magistratura, che è autonoma e indipendente, non risponde a nessuno e quindi proprio per questo non può assumersi prerogative che sono squisitamente ed essenzialmente politiche".
Invece di stigmatizzare l’‘esondazione’ della Magistratura, perché – avendone espressa facoltà (art. 107, 2° Cost.) - il Ministro della Giustizia non esperisce allora l’azione disciplinare nei confronti dei Magistrati colpevoli - a suo declamato avviso - di avere adottato provvedimenti addirittura abnormi, tali essendo tecnicamente quelli “non previsti da norme vigenti ovvero sulla base di un errore macroscopico o di grave e inescusabile negligenza” (considerati dall’art. 2, 1° lett. gg del D. lgs. n. 109 del 2006, che disciplina la responsabilità disciplinare dei magistrati ordinari)?
Obbligatorio o facoltativo che sia il rimedio disciplinare (rispettivamente del Procuratore Generale e del Ministro), non diventa intimidatorio denigrare immotivatamente la condotta dei giudici, specialmente da parte di chi – come il Ministro - ha il potere e la responsabilità di promuoverne la sanzione?
E infine non risponde anche al Popolo il Governo che non rispetti l’autonomia e l’indipendenza dell’Ordine Giudiziario, proclamate dalla Costituzione?
“A ciascuno il suo”, avrebbe detto Sciascia e qualche secolo prima anche Montesquieu