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Le criptovalute fanno paura a Xi

santo Stefano, Bologna
Ph. Anna Romualdi / santo Stefano, Bologna

Mercati e valute virtuali

Il legame e l’interconnessione tra i mercati di valute reali, virtuali, strumenti finanziari è scontato quanto storico. È un assioma dell’economia quello che vuole la volatilità, ossia la mutevolezza al verificarsi di eventi esogeni o endogeni ai paesi del mondo, di prezzi, tassi, rendimenti dei prodotti citati.

Per questo anche la presidente della BCE ha dovuto rassicurare i mercati sulla non eccessiva esposizione dell’Europa nei confronti della Cina per le obbligazioni Evergrande. Quanto accaduto non fa che esasperare il concetto della “pericolosità” degli investimenti in criptoasset, non solo per la potenzialità di utilizzo da parte della criminalità e del terrorismo, ma soprattutto per la stabilità dei mercati. Mercati come luoghi che non nascono in via ufficiale per trattare beni con così alta volatilità, proprio perché non noti e supportati da alcun istituto di emissione. I mercati ufficiali nascono per garantire trasparenza, correttezza degli scambi, affidabilità degli intermediari, copertura dai default.

Per fare un altro esempio, dobbiamo ricordare che la capitalizzazione di mercato (valore del globale transato) delle crypto nel mondo supera oggi i 2000 miliardi di dollari. Quella dei derivati è di un milione di miliardi, quindi incomparabile. E anche i derivati sono strumenti speculativi ad alta volatilità. Ma, tant’è, essi sono regolamentati, e in qualche misura tracciabili nei portafogli degli investitori.

 

Regolamentazione univoca

In ogni caso, la pericolosità degli strumenti finanziari o degli asset che sono molto sensibili alle esternalità dei mercati va valutata caso per caso e senza eccezione alcuna. Il messaggio in questo scritto è: sulle criptovalute continua ad avere ragione chi ne denuncia la pericolosità ontologica, strisciante.

Se non si corre ai ripari con una regolamentazione univoca, che a quanto pare, e colpevolmente, non vedo l’intenzione di adottare (soprattutto fuori dalla Ue), l’espansione delle criticità anche sui mercati interconnessi diverrà sempre meno contenibile.