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Le Isole Faroer e la politica artica

Isole Faroer, Tórshavn
Isole Faroer, Tórshavn

Le Isole Faroer e la politica artica

 

L’arcipelago delle Faroer, nell’àmbito del Regno di Danimarca, dispone di una ampia autonomia de facto[i]. Può essere interessante esaminare la “politica artica” sviluppata dalle Isole Faroer, anche nell’ottica dello studio comparativo delle molteplici implicazioni giuridiche della c.d. microdimensione (di Stati e unità sub-statali)[ii].

In primo luogo, occorre analizzare la dimensione esterna. Gli Stati, ovviamente, hanno un ruolo centrale sul piano della politica internazionale ed estera. I governi regionali e le unità sub-statali diventano talvolta attori internazionali nella ricerca della loro indipendenza, ossia per ottenere la sovranità statale. Altre volte, le unità sub-statali perseguono una propria “agenda” di politica estera, distinta da quella del rispettivo Stato “madre”, ma senza avere aspirazione al conseguimento della sovranità statale. Si tratta del fenomeno della c.d. paradiplomazia[iii].

I livelli della “paradiplomazia” possono essere (almeno) tre. Il primo di essi ha natura economica, e si riferisce dunque all’attrazione di investimenti esteri e allo sviluppo delle esportazioni. Il secondo riguarda la collaborazione nei settori dell’istruzione e della cultura. Il terzo concerne la rappresentanza nelle organizzazioni internazionali, distinta da quella dello Stato centrale. Sebbene la “paradiplomazia” ricada tipicamente in una “zona grigia” dell’ordinamento legale e costituzionale, gli Stati solitamente guardano con un certo sospetto a essa, nella misura in cui può determinare un pericolo per la sovranità e gli interessi degli Stati centrali. Ciò, però, non sempre è vero. Per esempio – e per quanto qui ci interessa – la Danimarca ha tentato, senza riuscirci, di ottenere in seno al Consiglio artico due seggi aggiuntivi rispetto a quello assegnatogli, sostenendo che ne avrebbero diritto sia la Groenlandia che le Isole Faroer.

Collegandoci ai tre livelli della “paradiplomazia” sopra ricordati, possiamo affermare che le Isole Faroer dispongono di autonomia quanto al primo e al secondo, mentre molto più limitata è la posizione delle Isole medesime con riguardo al terzo. E, infatti, il Foreign Policy Authority Act del 2005[iv] consente alle Isole Faroer di negoziare e siglare accordi internazionali nelle materie della giurisdizione interna[v], permette inoltre di avere rappresentati esteri, sia pure formalmente connessi con la rappresentanza della Danimarca nei Paesi stranieri, non impedisce inoltre che le Isole Faroer si associno a organizzazioni internazionali, ma preclude l’attività estera nei settori della sicurezza e della difesa.

Gli esempi concreti di tale attività estera delle Isole Faroer certamente non mancano. Essi si riferiscono, innanzitutto, agli accordi commerciali, soprattutto nel settore della pesca. Vi è, poi, l’adesione al Consiglio nordico, l’associazione alla FAO e all’UNESCO, nonché, con decorrenza dal 26 maggio 2021, anche alla WTO.

Da ultimo, la relazione annuale per il 2021 dell’Alto Commissario danese per le Isole Faoer ha evidenziato, tra l’altro, il «notevole coinvolgimento» delle Isole stesse nei casi internazionali che sono di competenza primaria del Regno di Danimarca ma, nel contempo, sono altresì di speciale importanza per le Isole Faroer. Non diversamente orientata è la relazione annuale dell’Alto commissario per il 2022[vi].

In secondo luogo, quanto alle condizioni interne delle Isole Faroer, va da sé che trattandosi di una micro unità sub-statale vi sono delle problematiche, che incidono negativamente sulla possibilità di effettuare economie di scala, come anche sotto i profili della divisione del lavoro e della specializzazione. Le Isole Faoer dispongono di un mini-Parlamento e di un Governo locale. L’amministrazione centrale si avvale di 146 dipendenti, il 70 per cento dei quali in possesso del diploma di laurea[vii]. I dipartimenti governativi variano da un minimo di sette a un massimo di nove. Il servizio per gli affari esteri è stato costituito nel 1998; le prime rappresentanze estere sono state create a Copenhagen e Bruxelles. La rappresentanza delle Isole Faroer nella capitale danese è stata la prima, istituita in antecedenza alla creazione del servizio estero, vale a dire nel 1993. Naturalmente, le posizioni dei partiti politici faroesi sono state differenti, nel senso che i politici favorevoli alla maggiore autonomia, se non all’indipendenza, delle Isole Faroer sono anche a sostegno di una politica estera distinta da quella danese, mentre gli esponenti politici che preferiscono mantenere il legame di dipendenza con il Regno di Danimarca mostrano molto maggiore cautela.

Sul piano interno, dunque, il Governo faroese riferisce al mini-Parlamento locale circa le questioni artiche. Il rapporto non ha una cadenza annuale, ma ciononostante è stato presentato nel 2000, 2009, 2014, 2018 e 2020. Esso riguarda, principalmente, le problematiche affrontate nell’àmbito del Consiglio artico. Inoltre, il Governo faroese solitamente aderisce alla Strategia artica approvata dal Regno di Danimarca, ma talvolta adotta una propria Strategia artica, come ad esempio è avvenuto nel 2013 con l’approvazione del documento dal titolo The Faroe Islands – a Nation in the Arctic. Opportunities and Challenges[viii]. Successivamente, vi è stata l’adesione alla Strategia danese per l’Artico dal titolo Denmark, Greenland and the Faroe Islands: Kingdom of Denmark Strategy for the Arctic 2011–2020, pubblicata nell’agosto 2011. Si è trattato della prima Strategia danese per l’Artico; nel 2020 sono stati avviati i lavori per la nuova Strategia, ma nel 2023 si è infine adottata una Strategy for Foreign and Security Policy, che include gli aspetti artici (non più, dunque, esaminati in apposito e separato documento strategico).

I momenti istituzionali di maggiore rilevanza della politica artica delle Isole Faoer sono rappresentati dalla partecipazione alle riunioni del Consiglio artico, ma anche dall’adesione alle conferenze Artcic Circle, la cui edizione del 2018 è stata ospitata nelle Isole Faroer. Il dipartimento per l’Istruzione delle Isole Faroer, a sua volta, partecipa alle riunioni internazionali che trattano questioni di propria competenza, anche nell’àmbito del Consiglio artico. Sul piano scientifico e culturale, le Isole Faroer sono da tempo particolarmente attive. Per esempio, la sedicesima edizione del Polar law Symposium, che riunisce annualmente gli esperti della materia, si è svolto dal 26 al 28 ottobre 2023 a Tórshavn, capoluogo delle Isole Faroer.

Da ultimo, il 13 ottobre 2022 è stata pubblicato il documento che contiene la nuova Arctic Policy delle Isole Faroer, presentata dal ministro degli Esteri e della Cultura faroese Jenis av Rana, in occasione dell’assemblea annuale dell’Arctic Circle tenutasi nella capitale islandese Reiykjavík. L’Arctic Policy del 2022 delle Isole Faroer individua otto aree strategiche (cui corrispondono, più nel dettaglio, diciassette obiettivi). Le aree strategiche riguardano: a) la stabilità e la sicurezza dell’Artico; b) la cooperazione internazionale; c) la tutela dell’ambiente, della natura e il cambiamento climatico; d) la ricerca scientifica, tecnologica e l’istruzione, che sono precondizioni per adottare decisioni appropriate, in grado di assicurare lo sviluppo sostenibile; e) l’eventuale sfruttamento delle risorse minerarie nelle aree finora largamente inaccessibili dell’Artico; f) le risorse viventi marine, in connessione all’attività tradizionale della pesca (nonché alle prospettive dell’acquacoltura); g) le opportunità economiche e il miglioramento delle condizioni di vita nella regione polare artica; h) l’attenzione per gli aspetti culturali e sociali, anche al fine di rispettare la diversità culturale e gli stili di vita tradizionali dei popoli indigeni artici[ix]. A ciò si aggiunga che, nel maggio 2022, il mini-Parlamento faroese ha approvato una nuova politica energetica e climatica, che ha lo scopo di accelerare la transizione verde nelle Isole Faroer e, in particolare, ridurre le emissioni di gas serra del 30 per cento nel 2030 rispetto al 2010. La nuova politica energetica e climatica faroese contiene un action plan con un programma prestabilito, che delinea venticinque misure concrete da attuare nei prossimi anni.

Con riguardo, poi, ai membri del mini-Parlamento faroese, dove siedono trentatré deputati, essi partecipano, a titolo personale o come componenti del comitato per gli affari esteri dell’Assemblea parlamentare isolana, ai lavori del Consiglio nordico, nonché del Consiglio nordico occidentale, il quale ultimo dal 2017 ha lo status di osservatore nel Consiglio nordico. Tale partecipazione realizza una collaborazione parlamentare transnazionale. A livello politico-parlamentare non ha, però, trovato accoglimento la proposta di creare un comitato ad hoc per le questioni artiche.

Circa, infine, i partiti politici faroesi, nelle elezioni politiche del 2011 e del 2015 non vi erano riferimenti alle problematiche artiche nei programmi dei partiti. Tuttavia, siffatti riferimenti sono presenti nei programmi di quattro partiti politici presentatisi alle consultazioni elettorali del 2019. Precisato che i partiti che hanno partecipato alle elezioni del 2011, 2015 e 2019 sono sempre stati gli stessi, il Partito del popolo e il Partito del centro non hanno mai inserito riferimenti alle questioni artiche nei loro programmi, mentre diversamente hanno fatto – quantomeno nelle elezioni del 2019 – gli altri quattro partiti, ossia il Partito unionista, il Partito socialdemocratico, il Partito repubblicano e il Partito del progresso. I riferimenti suddetti, peraltro, sono molto differenti. Da un lato, il Partito repubblicano e il Partito del progresso hanno sottolineato nei loro programmi elettorali l’importanza di una rappresentanza distinta delle Isole Faroer, fino a lambire la piena indipendenza isolana. Dall’altro lato, il Partito socialdemocratico enfatizza la rilevanza delle questioni artiche per le Isole Faroer, ma rimettendo le decisioni al Parlamento (Folketing) danese. Dall’altro lato ancora, il Partito unionista contempla le problematiche dell’Artico nel programma elettorale, senza comunque specificare come debbano essere affrontate sul piano internazionale siffatte questioni. Alle successive elezioni anticipate dell’8 dicembre 2022, il Partito socialdemocratico è risultato maggioritario, conquistando nove seggi sul totale dei trentatré che compongono il mini-Parlamento locale[x]. Significativa è stata, altresì, la sconfitta del Partito dell’autodeterminazione, che attualmente non ha più alcun seggio nella mini-Assemblea parlamentare locale, dopo avere invano sostenuto la posizione della graduale acquisizione dell’indipendenza de facto delle Isole Faoer, attraverso un percorso contraddistinto (nelle intenzioni dei separatisti) da una sempre maggiore autonomia isolana. Il Partito socialdemocratico delle Faroer, nelle elezioni del 2022, ha affermato la propria neutralità rispetto alla questione dell’indipendenza, ribadendo altresì l’impegno prioritario nell’affrontare le molteplici questioni dell’Artico

Due conclusioni generali possono, a questo punto, essere raggiunte.

Per un verso, vi è una crescente attenzione per le questioni artiche nel contesto politico-istituzionale delle Isole Faroer. Ciò si manifesta, soprattutto, al livello del Governo locale, e in via decrescente al livello parlamentare e a quello politico.

Per altro verso, nonché più in generale, l’esperienza delle Isole Faroer dimostra, anche per i micro Stati ovvero per le unità politiche sub-statali, l’importanza di affrontare, dal punto di vista governativo, parlamentare e amministrativo, le questioni basandosi sui princìpi di specializzazione come anche di coordinamento e istituzionalizzazione formale.

 

[i] Cfr. M. Mazza, Il sistema giuridico delle Isole Faroer. La dimensione pubblicistica, in Id., Aurora Borealis. Diritto polare e comparazione giuridica, Bologna, Filodiritto, 2014, p. 87 ss.

[ii] V., ampiamente, E. Bertolini, I micro Stati. La sfida della micro dimensione e le sue ricadute costituzionali, Bologna, Bononia University Press, 2019.

[iii] O anche “protodiplomazia”, id est diplomazia sub-statale.

[iv] Adottato con legge n. 80 del 14 maggio 2005, vigente dal 29 luglio dello stesso anno.

[v] Stabilite nella Home Rule del 1948 (legge n. 137 del 23 marzo). Sullo statuto speciale delle Isole Faroer, confrontato con quelli della Groenlandia e delle Isole Åland, v. F. Duranti, Faraway, so Close: Islands and Constitutional Remoteness in the Nordic Countries, in C. Battisti, S. Fiorato, M. Nicolini T. Perrin (Eds.), Islands in Geography, Law, and Literature: A Cross-Disciplinary Journey, Berlin-Boston, De Gruyter, 2022, p. 173 ss. Il c.d. piccolo Nord comprende, oltre alle Isole Faroer, l’Islanda e l’arcipelago delle Lofoten (che fa parte della Norvegia); v. R. Tomasulo, R. Rossotti, Un sogno nel ghiaccio. Isole a Nord, Islanda-Faroer-Lofoten, Torino, Pintore, 2001

[vi] V. nel website all’indirizzo https://en.rigsombudsmanden.fo. Ivi v. a p. 21 ss. della relazione.

[vii] Prevalentemente in economia, scienze politiche e diritto.

[viii] A commento, v. A.J.K. Bailes, B. í Jákupsstovu, The Faroe Islands and the Arctic: Genesis of a Strategy, in Veftímaritið Stjórnmál og stjórnsýsla [Icelandic Review of Politics and Administration], vol. 9, n. 2, 2013, p. 531 ss.

[ix] Il testo della Strategia artica delle Isole Faroer pubblicato nel dicembre 2022 è disponibile online, all’indirizzo Internet https://landsstyri.cdn.fo. Adde, per un breve commento, la nota dal titolo Faroe Islands’ Arctic strategy: Security, Climate, Cooperation, in High North News, 24 ottobre 2022.

[x] V. supra.