Willow, l’ultima invenzione di Google

Willow, nuovo chip quantistico di Google
Willow, nuovo chip quantistico di Google

Willow, l’ultima invenzione di Google
 

Abstract: l’ultima invenzione di Google si chiama Willow e promette straordinarie possibilità di calcolo e applicazioni ma orienta anche la riflessione sulle implicazioni etiche del progresso tecnologico.

 

Google ha annunciato l’invenzione di un nuovo microchips il cui nome è Willow e consiste in un chip quantistico in grado di eseguire calcoli molto difficili basandosi sui principi della fisica quantistica che, diversamente da quelli della fisica classica, riescono ad ottenere risultati diversi e maggiori. Il chip Willow può risolvere problemi complessi in un tempo inferiore ai cinque minuti:  fino ad oggi sarebbero stati risolti in 10 septilioni di anni. Willow sembra essere una pietra miliare della storia della tecnologia e sebbene ancora sia in fase sperimentale Google prevede che potrà avere applicazioni pratiche e straordinarie in vari settori tra i quali la scoperta di nuovi farmaci e la ottimizzazione delle batterie per veicoli elettrici nonché la conservazione della specie umana.

Questo sensazionale annuncio riaccende i riflettori sul transumanesimo e sulle sue implicazioni etiche a lungo termine. Uno dei massimi dirigenti di Google, infatti, è Raymond Kurzweil che nel 2005 pubblicò un libro profetico dal titolo “La singolarità è vicina” (Apogeo ed.) in cui annunciava una serie di previsioni tecnologiche che si stanno puntualmente verificando.         Secondo Kurzweil la Singolarità è rappresentata da quel punto di svolta tecnologico in cui l’intelligenza artificiale supererà l’intelligenza umana creando una nuova realtà in cui le macchine saranno in grado di migliorarsi senza bisogno dell’intervento umano e progressivamente l’umanità sarà integrata con la tecnologia fino a trascendere i limiti biologici. L’obiettivo di ciò sarà l’immortalità che potrà essere raggiunta o caricando la coscienza umana su supporti digitali eliminando la fragilità della condizione fisica o lavorando direttamente sull’organismo umano usando tecnologie bioingegneristiche per rigenerare cellule ed organi.

Il progresso tecnologico è senza dubbio un dono da accogliere con gioia ed è innegabile che le innovazioni abbiano prodotto il nostro tempo come quello in cui la longevità ed il benessere è il migliore di sempre ma difronte a queste nuove e sempre più perfette scoperte sarà necessario tenere a mente che la tecnologia rimane un mezzo che va orientato al bene comune pena la perdita di significato. Il Transumanesimo invece propone un capovolgimento radicale: non si tratterà più di utilizzare la tecnologia per servire l’uomo ma di trasformare l’uomo in un prodotto della tecnica. Sarà necessario ricordare sempre che la tecnologia non può sostituirsi all’uomo e il progresso deve essere indirizzato al bene evitando le trappole illusorie del transumanesimo e per rispondere alle  sfide di questo sarà necessario sempre riaffermare una corretta visione dell’uomo ma anche una visione corretta della tecnologia che sappia indicarne i suoi limiti e le sue finalità.

L’uomo non è un semplice insieme di dati ed ingranaggi in un sistema tecnologico ma un essere dotato di anima, libertà e vocazione trascendente. Difendere questa Verità è il compito più urgente della nostra epoca ovvero di ricordare all’uomo chi è e per chi è.