Ad un anno dal “Winter Package”: proposte europee sull’efficienza energetica e sulle energie rinnovabili, tante novità ma poche ambizioni
05 febbraio 2018 -
5. Alcune critiche
Le strutture e tipologie di finanziamento proposte dalla Commissione – sviluppate peraltro sulla scorta di quelle esistente - sono state criticate in quanto valutate non particolarmente innovative, seppur corrette nelle intenzioni di base. È stato rilevato come l'aumento dal 27 al 30% dell'obiettivo proposto dalla Commissione per l'efficienza energetica non rappresenti un aumento significativo e poco ambizioso, sia a livello dei singoli stati sia a livello europeo.
In particolare, è stato osservato che l’obiettivo fissato sia stato posto considerando uno scenario di partenza dei consumi elaborato nel 2007 sulla base di dati del 2005. Vale a dire che i dati presi come base di riferimento per il calcolo della aumentata soglia del 30% sono quelli precedenti alla crisi economica internazionale (collocata nel 2008), che ha modificato profondamente, nel senso di ridurli drasticamente, i consumi effettivi e le prospettive di crescita.
In particolare, inoltre, è stato notato che l’Italia, per la quale era prevista una crescita dei consumi di energia primaria fino a 219 Mtep in quindici anni, abbia raggiunto il livello obiettivo di riduzione del 30% (153 Mtep) già dal 2013, anno a partire dal quale i consumi finali effettivi sono inferiori a 150 Mtep.
Anche a livello europeo, a causa degli effetti provocati dalla crisi che ha coinvolto tutti i membri dell’Unione, seppur in maniera diversa, il target continua a essere raggiungibile con minimi sforzi, e soprattutto senza un’analisi adeguata della differenza tra riduzioni dei consumi e efficienza effettiva.
Accanto al target comunitario è stato esteso al 2030 anche l’obiettivo di riduzione annua dell’energia finale consumata dell’1.5%, che quindi implica una riduzione del 15% al 2030 rispetto al 2021. Tuttavia gli osservatori hanno rilevato che tale obiettivo può essere raggiunto anche attraverso schemi di titoli di efficienza energetica ed è quindi stato ritenuto piuttosto modesto.
6. Le energie rinnovabili: le modifiche proposte
La proposta di revisione della Direttiva sulle energie rinnovabili (Direttiva 2008/29/CE) contiene misure per lo sviluppo delle energie pulite nella generazione di elettricità, nel raffreddamento e riscaldamento e nel settore trasporti.
Anche in questo caso, gli obiettivi della proposta di direttiva non sono parsi da subito molto ambiziosi. La proposta di direttiva stabilisce, infatti, un target vincolante del 27% (intesa come quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia) a livello europeo al 2030, che dovrà essere complessivamente raggiunto attraverso la somma dei contributi dei singoli Stati Membri.
Per quanto riguarda ogni singolo Stato Membro, viene stabilito che i target al 2020 di ognuno di essi debbano rappresentare il minimo contributo al nuovo obiettivo al 2030. Inoltre per tracciare i progressi e controllare che tale target venga rispettato, gli Stati Membri dovranno compilare i Piani Nazionali Integrati per Energie e Clima. Nel caso in cui uno Stato scendesse sotto al limite minimo o non risultasse in linea con la traiettoria definita per raggiungere l’obiettivo complessivo EU, sono previsti dei meccanismi correttivi.
Inoltre, affinché Stati Membri non vadano oltre i target stabiliti è previsto un uso maggiore dei fondi dell'Unione, in particolare strumenti finanziari, soprattutto a riduzione del costo di investimento dei progetti per energie rinnovabili.
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