x

x

Fitd: tra limiti agli interventi di salvataggio e nuovi indicatori di crisi

Gondole
Ph. Cinzia Falcinelli / Gondole

Abstract

Lo Statuto contiene nuovi limiti sui cc.dd. interventi preventivi e ulteriori criteri qualitativi per i salvataggi.

 

Indice:

1. I nuovi limiti agli interventi preventivi

2. Un modello di early warning per la valutazione dei rischi

 

1. I nuovi limiti agli interventi preventivi

Nella seduta del 26 febbraio scorso, l’Assemblea del c ha approvato le modifiche statutarie proposte dal CdA. Le integrazioni erano già state sottoposte al vaglio della Banca d’Italia, con un fitto scambio di “idee” nei mesi scorsi tra l’Authority e il board del Fondo. Lo scopo, più o meno dichiarato, è quello di adottare criteri più rigorosi nelle operazioni di salvataggio, per evitare che possano ripetersi le medesime situazioni (piuttosto rischiose per l’integrità di Fidt) verificatesi negli ultimi anni. Secondo quanto riportato nei rendiconti recenti, infatti, le crisi che hanno interessato diverse banche italiane sono costate al veicolo finanziario circa 3 miliardi di euro (comprendendo anche lo Schema Volontario).

Il contesto economico attuale impone senza dubbio di correre ai ripari e di “tutelarsi” da un eventuale effetto domino. In tale prospettiva, nello Statuto sono stati inseriti, tra gli altri, degli emendamenti all’articolo 35 sugli interventi preventivi. Come noto, tali interventi vengono adottati dal Fondo per evitare crisi e liquidazioni bancarie. Il Fidt ora potrà intraprendere le operazioni di “salvataggio” a condizione che “sussistano concrete prospettive di risanamento della banca”. Queste valutazioni dovranno essere effettuate sulla base di piani di ristrutturazione efficaci e credibili, che possano ricondurre l’ente in condizioni di normalità, entro un lasso temporale ragionevole. Sarà necessaria la partecipazione di un soggetto terzo all’operazione.

Si prevedono, inoltre, una collaborazione “attiva” e specifici obblighi in capo alla banca destinataria del “supporto”, consistenti nell’invio periodico di flussi informativi al Fondo, relativi alla situazione economica, finanziaria e patrimoniale della stessa, nonché documenti interni di analisi periodica, di monitoraggio e governo dei rischi.

Il limite agli interventi preventivi – in questo periodo di accumulo della dotazione finanziaria (fino al 2024) – è fissato al 50 % del totale delle contribuzioni versate dalle consorziate nell’anno precedente.

 

2. Un modello di early warning per la valutazione dei rischi

È stato avviato, da parte del Fidt, un progetto volto a rafforzare il sistema di valutazione del rischio delle banche aderenti al Fondo stesso. Si tratta di un modello che dovrebbe ricorrere all’analisi integrata degli indicatori obbligatori e addizionali e delle ulteriori informazioni già richiesti alle consorziate (segnalazioni della base contributiva e modelli di segnalazione di vigilanza FINREP e COREP).

In esito a tale processo, dovrebbe poi essere assegnato un rating agli enti partecipanti, aggiuntivo rispetto all’attuale Indice Aggregato di Rischio (IAR). Questo ulteriore dato potrebbe consentire di intercettare, in maniera preventiva, segnali di “fumo” su eventuali criticità, prima che l’incendio sia già esploso.