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Green pass: è pericoloso mettere sui social il Qr-Code

Arriva l’allarme del Garante Privacy.
Serata dai Trani, Rovigo, giugno 2021
Ph. Francesca Russo / Serata dai Trani, Rovigo, giugno 2021

Proprio nella giornata di ieri, il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha rilasciato un comunicato in cui, a seguito della preventivabile pubblicazione da parte dei cittadini del QR-code del green pass sui canali sociali, avverte circa il pericolo che può derivare da questa diffusione.

 

Green pass: cosa è

Per spostarci verso eventuali zone arancioni o rosse, partecipare a eventi come ad esempio matrimoni e concerti e viaggiare in Europa ora serve il green pass, ossia una certificazione in formato digitale e stampabile, emessa dalla piattaforma nazionale del Ministero della Salute, che contiene un QR-Code per verificarne autenticità e validità.

La Certificazione verde Covid-19 (o green pass) sarà disponibile dal primo luglio e sarà valida come EU digital COVID certificate e renderà più semplice viaggiare da e per tutti i Paesi dell’Unione europea e dell’area Schengen.

Per ottenere il green pass è necessario:

-  aver fatto il vaccino anti Covid-19;

- essere risultati negativi a un test molecolare o antigenico rapido nelle ultime 48 ore;

- essere guariti dal Covid negli ultimi 6 mesi.

 

Green pass: Qr-Code e privacy

Tornando sul tema privacy, il Garante, in seguito all’arrivo dei primi green pass nelle nostre mani, ha fatto presente ai cittadini che è una “pessima idea” quella di pubblicare sui social le immagini dei QR-code.

Chi lo ha ricevuto lo esibisce trionfalmente, senza, però, saperne la pericolosità della condivisione.

L’autorità, nel proprio comunicato, ha chiarito che il “QR-code è una miniera di dati personali invisibili a occhio nudo ma leggibili da chiunque avesse voglia di farsi i fatti nostri.

Infatti, dal QR-code è possibile sapere chi siamo, se e quando ci siamo vaccinati, quante dosi abbiamo fatto, il tipo di vaccino, se abbiamo avuto il Covid e quando, se abbiamo fatto un tampone, quando e il suo esito e tanto di più.

Il QR-code in questione deve essere esclusivamente esibito alle forze dell’ordine e a chi è autorizzato dalla legge a chiedercelo per l’esercizio delle attività per le quali la legge ne prevede l’esibizione e deve essere letto esclusivamente attraverso l’apposita APP di Governo che garantisce che il verificatore veda solo se abbiamo o non abbiamo il green pass e non anche tutte le altre informazioni e, soprattutto, non conservi nulla.

Il Garante Privacy, con la sua comunicazione, ha, quindi, allertato i cittadini sulla pericolosità della diffusione sui social del QR-code, chiarendo che ogni uso diverso è pericoloso per sé e per gli altri.

Per sé perché si lascia in giro per il web una scia di propri dati personali per di più sanitari che chiunque potrebbe utilizzare per finalità malevole, come ad esempio per desumere che la persona ha patologie incompatibili con la vaccinazione o è contraria al vaccino. Ciò potrebbe comportare varie forme di discriminazione, come negare impieghi stagionali, o essere allontanati da un certo luogo. O anche per fare truffe mirate o per fare profilazione commerciale.

Pertanto, l’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali ci inviata a resistere alla tentazione e fa presente che “esibire la soddisfazione di avere il green pass è davvero una pessima idea. Se proprio non sappiamo farne a meno, limitiamoci a condividere con il mondo la notizia, senza l’immagine dell’agognato QR-Code”.