Il sistema dei controlli tra sovranismo e populismo

Il sistema dei controlli tra sovranismo e populismo
Il populismo e sovranismo sono diventati i due temi entrati nel dizionario della politica italiana.
Il populismo è l’esaltazione del Popolo come unica fonte di legittimazione del potere, che però resta sospettoso nei confronti della democrazia rappresentativa.
Il sovranismo, invece, è una dottrina politica che sostiene la preservazione o la riacquisizione della sovranità nazionale da parte di un Popolo o di uno Stato, in contrapposizione alle istanze e alle politiche delle organizzazioni internazionali.
Oggi il sistema dei controlli viene vissuto con fatica.
Le tre grandi proposte in atto, premierato, autonomia differenziata e separazione delle carriere se tendono, meritoriamente, a riformare l’Italia, esaltano però il principio di sufficienza della responsabilità politica, come garanzia di per sé di assicurare una buona amministrazione con perdita di interesse per modelli di controllo terzo.
In questa prospettiva mi pare evidente che tutti gli elementi di rallentamento dell’azione amministrativa, come il rispetto delle procedure e delle leggi, vengano vissuti come un intralcio all’azione riformatrice.
Esempi recenti sono lo spostamento della competenza dai Tribunali alle Corti di Appello per i migranti, la proposta di riforma della Corte dei Conti e in gran parte anche la separazione delle carriere, il tutto in nome di un modello efficientista che si accontenta del controllo interno, dove però di solito il controllore è nominato dal controllato, rispetto a quello esterno.
A mio giudizio si dovrebbe invece intervenire, potenziandoli, sui controlli esterni oggi esistenti, che molto spesso si traducono nella produzione di una sterminata mole di report e di documenti che non hanno mai impedito il verificarsi di casi di mala gestio.
Penso, per esempio, ai rapporti della Commissione bicamerale di controllo sugli Enti previdenziali e alle relazioni della stessa COVIP che finiscono, impolverate, negli archivi del Parlamento.
Il modello efficientista sembra non tener conto che la volontà della Pubblica Amministrazione si esprime attraverso formali provvedimenti e che la violazione del principio di legalità, concreta la lesione o dell’interesse generale o quello dei diritti soggettivi o degli interessi legittimi dei cittadini.
La funzione pubblica del controllo è uno degli strumenti di check and balance del potere esecutivo, a qualunque livello di governo, e svolge una funzione di salvaguardia delle libertà fondamentali.
Se viene meno il controllo esterno, si mina l’essenza stessa dello stato di diritto. Corollario del controllo esterno è la sua autonomia e indipendenza, la terzietà dei componenti dell’organo di controllo, la possibilità di attivare singoli procedimenti di controllo su istanza di chiunque vi abbia interesse, gli esiti dell’attività di controllo incidono direttamente sulla sfera giuridica del controllato.