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Le gioie della professione

avvocati
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Alcune perle tratte dall’introvabile “Riflessi del Palazzo di Giustizia” edito nel 1912.

Sentire dal Presidente palesare al vostro cliente, prima della vostra arringa, che il Tribunale è deciso ad assolverlo.

Dopo aver detto ad un cliente che siete intimo dei giudici della Sezione sentire il Presidente che con un sorrisetto grazioso vi chiede: “Avvocato, il suo nome scusi?”.

Gli amici d’infanzia sono dei clienti gratuiti fornitici dalla Natura.

Sono questi amici infatti che vi dicono: “Ho avuto ultimamente una piccola bega personale; ma non ho creduto di disturbarti per una cosa così lieve”; “Ma che sciocchezza. Hai avuto torto perbacco. E da chi sei andato? Ah, dall’on. X..”.

E questo è anche meglio che sentirsi dire “Figurati, si trattava di una causa di una delicatezza estrema; tu forse perdona, avresti potuto non avere tutta l’autorità necessaria. Sono andato da un grande avvocato”. Il cliente che vi dice questo si è affidato al più ignoto dei vostri colleghi che ha l’autorità del nulla.

Credersi un avvocato affermato ed ormai noto ed incontrare un vecchio amico che vi dice tranquillamente in presenza dei vostri colleghi: “E allora tu fai sempre l’avvocato?”