La favola della Giustizia: i poteri taumaturgici dell’ufficio del processo
La favola della Giustizia: i poteri taumaturgici dell’ufficio del processo
Il Ministero della Giustizia ha diramato una serie di circolari dove chiarisce gli scopi e gli obiettivi prefissati con L’Europa per accedere al PNRR.
L’ambizioso piano prevede: “riduzione dell’arretrato civile del 65% in Tribunale e del 55% in Corte di Appello entro fine 2024; del 90% in Tribunale e in Corte di Appello entro giugno 2026”.
Per verificare il raggiungimento dell’obiettivo dichiarato c’è una formula statistisca semplice : L’indicatore disposition time, la misura di durata utilizzata a livello europeo, fornisce una stima del tempo medio atteso di definizione dei procedimenti mettendo a confronto il numero dei pendenti alla fine del periodo di riferimento con il flusso dei definiti nel periodo:
Per chi volesse approfondire : Ministero della giustizia | Decreti, Circolari, Provvedimenti, Note
In pratica la favola prevede che la durata complessiva dei processi dai 2.512 giorni del 2019 raggiungerà nel 2026 l’obiettivo di 1.507 giorni.
Non è secondario sottolineare che nell’ultimo anno rilevato (2020) i datti hanno segnato un generale peggioramento: https://www.ilsole24ore.com/art/tribunali-liti-civili-piu-velocita-si-passa-100-1800-giorni-AEhhSfEB
Tutte le speranze sembrano indirizzate sui poteri taumaturgici dell’ufficio del processo e dei suoi circa 8.000 assunti che coadiuveranno il lavoro dei magistrati.
L’auspicio ricorda il pensiero di Voltaire: “Se abbiamo bisogno di leggende, che queste leggende abbiano almeno l’emblema della verità! Mi piacciono le favole dei filosofi, rido di quelle dei bambini, odio quelle degli impostori”.