x

x

L’energia dei Settantacinque anni della Costituzione

La Costituzione
La Costituzione

L’energia dei Settantacinque anni della Costituzione
 

Siamo tutti chiamati a distinguere “La stella polare della Costituzione”, nel chiarore che rende luminosa l’uguaglianza con il rispetto senza discriminazioni, i diritti, le libertà, per la giustizia e la non violenza.

Contempliamo una bussola preziosa per confrontare l’oggi, di fronte alle tante distorsioni e tensioni della società contemporanea. Un punto fermo di assoluto riferimento per cui è indispensabile impegnarsi ancora, come lo è stato, da ultimo, il trascorrere di almeno i settantacinque anni passati fra luci e ombre della storia nazionale recente. Un patrimonio finora acquisito che, però non risalta soltanto una volta, ma ogni giorno esige vitali contributi, interessi e passione per ognuno di noi. Impegno che, appunto, ci proietta verso il domani che, formidabile, avanza e sollecita l’adesione di tutti, nessuno escluso!

Aderire ai valori della Nazione è il principio fondante dell’essere cittadini. La volontà delle persone prevale rispetto alle situazioni di fatto e lo status di cittadinanza, come noi lo conosciamo, è la combinazione di diritti e doveri che proprio per tal legame si integra con l’intera comunità nazionale e, soprattutto, incoraggia il sentimento di partecipare a un comune destino, cioè di andare avanti, pur nella accidentata storia del Paese, verso condivise prospettive. E la Costituzione da esperienza maturata può farsi ragione presente, capace di orientare l’esistenza dell’odierno vivere.       

Il “secolo breve” trascorso e i primi decenni del tempo che ora attraversiamo ci richiamano alla cruciale esigenza di ritrovare sempre la dimensione della dignità umana, tanto nel piccolo usuale nostro comportamento, quanto negli atteggiamenti soggettivi, di comunità e formazioni sociali nelle quali riconoscerci. Dunque, la dignità come il valore e il fondamento di qualità per il bene comune; nel “significato etico e culturale che riguarda il valore delle persone e chiama in causa l’intera società, pietra angolare di impegno e passione civile”, declinazioni espresse nel vigoroso pensiero del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, più volte sottolineate in esternazioni rivolte al Parlamento e all’intero Paese.

L’educazione alla cittadinanza responsabile, la serietà nella vita civile e nella sfera sociale sono pilastri su cui ancorare le relazioni dell’esistenza, con determinazione e rispetto per affrontare le sfide che affiorano, incessanti, nel mondo e per la nostra Nazione, in particolare.

L’ambito politico-sociale si frantuma e scompone, sovente, nel personalismo, nella disaffezione riguardo soddisfazioni collettive, nel disagio verso riti e tempi della democrazia quale indirizzo comune. Tuttavia, oggi, non si può pure tacere davanti al tarlo del malaffare, della criminalità e corruzione dilaganti, veri nemici della convivenza umana sotto ogni emblema nazionale, del patriottismo svilito dall’indifferenza e piegato a convenienze e utilitarismi del momento, davvero fini a se stessi e che scivolano, così, nel relativismo per la gran parte dei modi di fare e agire di moltissimi. Ben altre ragioni e aspettative dovrebbero emergere e misurarsi con le necessità ed esigenze di crescita della società, che è contraddistinta dalla inesorabile crisi e da multiformi dinamiche e scenari di crisi…  

Opposte realtà, spesso le nostre; altre emozioni e bagliori distinguono l’intercalare delle stagioni, mutevoli e forsennate nel loro fluire sulla storia degli uomini e dei popoli nel brevissimo istante che si compie. Il senso della crisi ritaglia differenti contorni di un’età d’incertezza, che avvolge ciò che si è definito essere l’oggi la c.d. società liquida e le così frequenti forme di discriminazione che, purtroppo, sussistono, anche in ciò che si sono dette le periferie esistenziali dei modi di vivere. Una temporalità che sotto implicazioni ed effetti della modernità e globalizzazione, forse, pare accelerare ogni trasformazione e dimensione di questo  presente per un diverso domani? (P. Chabot).

Ecco, dunque, affiorare dubbio e disagio, l’insicurezza, l’incognita per una salda coscienza morale in ognuno di noi, anche per la nostra stessa anima collettiva nel considerarci pienamente comunità nazionale: popolo e Paese insieme.

E, così, siamo prossimi al termine del “viaggio” ideale, reso alla luce del sole per indicare, qui più emblematiche che mai, le rime basilari della nostra Legge Fondamentale.

Roberto Benigni, forse, ha esagerato quando ha definito la nostra Costituzione come la più bella del mondo! Non è stato, comunque, azzardo di un affermato attore alla ribalta e, di certo, neppure provocatorio passo falso; una suggestiva interpretazione sulla scena per chi non è costituzionalista e studioso avveduto. Si è rimarcato, così, nella guadagnata volontà popolare ogni pregio dell’aderire al “progetto nuovo, sofferto e pensato dopo errori e tragedie, e pagato a caro prezzo… (che) trae il proprio senso dalla critica aperta al fascismo, dal suo superamento esistenziale, dalla rottura profonda con quell’esperienza politica” (C. Galli).

Soprattutto, in rilievo c’è lo slancio di coraggio entusiasmo ed emozione in favore di una “saggia Costituzione” che, come per la nostra Repubblica “non ci è stata donata su un piatto d’argento da qualcuno…, non è caduta dal cielo, non è il frutto di una elaborazione di un gruppo di esperti dietro una scrivania. Essa è stata una conquista di tutto il popolo italiano, della sua storia, delle sue forze politiche; è scaturita direttamente dagli ideali e dalla cultura della Resistenza, dalla fede e dalle convinzioni di migliaia di morti antifascisti” (S. Pertini).  

Senza enfasi alcuna, la Costituzione della Repubblica, come segno della nostra sostanziata identità plurale, si applica con regole generali e astratte a esistenze, esperienze, questioni e momenti sempre differenti, rivolgendosi all’uomo, alla persona, al cittadino, a tutti. Garantisce diritti e libertà, orienta e raccomanda, indirizza percorsi equilibrati che si possono e devono intraprendere, anche per superare gli ostacoli. Afferma che i capaci e meritevoli hanno diritto a raggiungere i più alti gradi di istruzione pur se privi di mezzi economici; tutti hanno diritto a una vita libera e dignitosa, ciascuno sempre libero di professare la sua fede religiosa, che l’arte e la scienza sono libere, l’ambiente e gli ecosistemi con la salute diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività sono tutelati. Insomma, indica una organizzazione sociale e politica in cui si può essere diversi ma riconosciuti uguali, nel rispetto degli altri; un ponte a presidio della pace e la giustizia, contro ogni barbarie, prevaricazione e tirannia.

É prefigurata la prospettiva con la promessa di un mondo migliore, che necessita del contributo progressivo di tutti. Non è soltanto l’enunciata difesa dei diritti, bensì l’esercizio che richiama alla responsabilità e solidarietà di ciascuno e di tutti, perché nel loro “valore” i programmi si possano realizzare, tenendo vive le radici popolari, le ragioni di ognuno; rispettare come patrimonio comune tutte le memorie nel favorire la convivenza tra i popoli, riservando l’attenzione che merita il protagonismo delle nuove generazioni nella equilibrata, ragionevole previsione verso le attese del futuro che è in moto. Di sicuro, non un “libro dei sogni”; ma pur nel bisogno di pienamente completarsi e attuarsi per lettera e spirito della sua energia programmatica quale forza che si amplifica e via via si espande, la Costituzione vive la storia della Nazione se le regole e i valori condivisi sono accolti dai cittadini e presenti nella esigenza di coesione della intera comunità, segno dei tempi della società più giusta e onesta del nostro Paese, anche più felice (L. Segre).

Sicché, il patriottismo costituzionale si rende vitale adesione alla Costituzione intesa non soltanto come catalogo normativo di enunciati diritti e doveri, sostegno e obbligo, ma anche sedimento non scalfibile di storia e storie, comuni tradizioni e preziose culture, conformi alle opportunità di tutte le persone che, a pieni polmoni e in libertà, respirano ogni istante di vita individuale e sociale, da Sud a Nord del territorio della Penisola: nella convergenza di valori e criteri qualificanti l’Unione europea, così come nella convivenza internazionale con gli altri popoli e Stati del mondo, per la pace e la giustizia.

Nella traccia singolare e collettiva di ogni cittadino e dei cittadini, anche per tali  finalità vanno riannodati i fili ideali del collegamento fra le diverse generazioni che si sono formate, o che nel tempo preparano il loro contributo e destino, nell’intrecciare insieme alla predilezione democratica e al cemento della memoria l’avvenire possibile del Paese che sa guardare avanti. Un quotidiano “colloquio” generazionale quanto mai saldo e costante per perseguire intenti civici d’intesa, collaborazione e benessere. Altrimenti, senza propositi e obiettivi in un tutto davvero coerente si deteriora e disperde l’energia di crescita e progresso che unifica, allo slancio degli entusiasmi dei giovani la ponderata saggezza dei più anziani: il vigore della coscienza popolare che dalla Costituzione rileva nelle costruttive parole, esperienze e indicazioni educative, civili e morali. Un lascito di chi ci ha preceduto, e che si affida, come pagina bianca, spazio da integrare e perfezionare sempre meglio, nel diretto impegno di noi tutti e, in special modo, missione e spirito di servizio avvincenti per la gioventù nell’avvenire loro.

“…voi capite da questo che la nostra Costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in parte è una realtà. In parte è ancora un programma, un’ideale, una speranza, un impegno di un lavoro da compiere. Quanto lavoro avete da compiere! Quanto lavoro vi sta dinanzi!” (P. Calamandrei).