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L’ENI tra ricerca e politica e energetica

Seconda parte
Enrico MAttei, ENI
Enrico MAttei, ENI

5. Nascita ed evoluzione dell’ENI

La costituzione dell’ENI è il risultato di un lungo processo fatto di coincidenze e idee, interessi politico-economici, posizioni molto eterogenee52. Possiamo inquadrarla nel dibattito sul settore energetico del nostro Paese, che non è, all’inizio del secondo dopoguerra, autosufficiente. Tale dibattito si dispiega sul piano politico, imprenditoriale e popolare. Infatti Mattei, intorno al periodo 1948-1950, cerca di smuovere l’opinione pubblica, orientandola verso la posizione secondo la quale solo l’intervento di un soggetto come lo Stato può assicurare all’Italia dei benefici economici, legati alla ricerca e allo sfruttamento di idrocarburi. la campagna per il petrolio italiano fu una delle più brillanti operazioni condotte dal futuro capo dell’ENI; l’avvenimento consentì a Mattei l’avvio di una propaganda tesa a convincere la psicologia collettiva a ispirare fiducia nel miracolo possibile dell’indipendenza energetica, e a creare quindi un consenso di opinione pubblica tale da costringere i politici a non lasciare ai privati, italiani o stranieri, la gestione di un bene così importante per lo sviluppo dell’intera nazione53.

Lo Stato italiano, se vuole continuare a svolgere il ruolo di imprenditore in ambito energetico, è costretto a intervenire per delineare una linea d’azione forte e concreta, che si tradurrà nell’approvazione in Parlamento del disegno di legge istitutivo dell’ENI.

È necessario, a questo punto, fare un piccolo accenno alla presenza dello Stato, prima dell’istituzione dell’ENI, nel settore energetico. lo Stato italiano, prima di questo importante momento, è proprietario di 3 aziende: AgIP, ANIC e SNAM. della prima si è già detto all’inizio del capitolo. “L’ANIC (Azienda Nazionale di Idrogenazione Combustibili) era stata costituita il 17 febbraio 1936, con sede a roma e con un capitale iniziale di 500.000 lire54, inizialmente per ricavare benzina dall’idrogenazione delle ligniti del Valdarno55. In seguito l’ANIC impiantò raffinerie a Bari (1938 e a livorno 1939)56  per lavorare il greggio proveniente dall’Albania57. A causa del secondo conflitto mondiale, l’ANIC conosce un periodo di gravi difficoltà. L’azienda nazionale si riprende solo nel momento in cui l’ENI ne assume il controllo, riuscendo a entrare grazie a quest’ultima nel settore dell’industria chimica. Entrato in questo settore, l’ANIC si espande grazie all’apertura di diverse raffinerie in Italia, come quella di gela nel 1962, di Pisticci (Matera) nel 1964, e di Sannazaro de’ Burgondi (Pavia) nel 1963 58.

La SNAM (Società Nazionale Metanodotti) viene istituita nel 1941. la sua missione è quella di occuparsi della distribuzione del metano che si prevedeva di utiliz- zare nei pozzi della Valle Padana; Mattei ne assunse la presidenza dopo il 18 aprile 1948 59.

Fatta questa premessa, si può ora ricostruire il percorso politico-legislativo che porta all’approvazione del disegno di legge istitutivo dell’ENI. Centrale in questo iter è la figura di Enrico Mattei, al punto che giorgio galli afferma: “È necessario esaminare parallelamente la genesi del potere di Mattei e la genesi dell’ENI60”. Egli è sia il motore dei continui successi degli enti di Stato da lui gestiti sia un deputato che segue con attenzione il clima politico entro il quale si concepisce il disegno di legge sull’ENI. riguardo ai primi, è sufficiente riportare questo dato: nell’arco di soli 6 anni, dal 1956 al 1962, la produzione del metano in Italia passò da 12.579.000 a 1.171.114.000 metri cubi, quattro volte maggiore di quella dei produttori minori61. Potremmo chiederci allora da dove nasca la necessità di istituire un altro ente di Stato, se Mattei, con le sue sorprendenti doti imprenditoriali, raggiunge già risultati eccezionali, portando nelle casse dello Stato una quantità enorme di profitti. l’espansione dei tre principali enti di Stato, nei quali Mattei ha un ruolo fondamentale, ANIC, AgIP e SNAM, crea sovraccarichi di competenze, difficoltà gestionali, che possono essere eliminati solo con la nascita di un unico ente a gestione accentrata di tutto quanto riguardi i tre enti statali, aumentando così l’efficienza e la capacità di sfruttare i capitali utilizzati62.

De Gasperi e Vanoni presentano il 13 luglio del 1951 un disegno di legge che as- segna allo Stato l’esclusivo sfruttamento dei giacimenti di metano e di petrolio siti nella Valle Padana (progetto di legge n. 2101). Concentrandoci su questo progetto, si vede che esso attribuisce al nuovo organo statale, l’ENI, il coordinamento, sul piano nazionale, delle attività delle società e degli enti disciplinati dallo Stato e il loro riassetto per rami economici omogenei; ciò anche a evitare la polverizzazione e ognaltra forma di poco efficiente utilizzo delle risorse finanziarie63. Il testo approda l’8 luglio 1952 alla Camera, che lo approva, e passa al Senato il 10 gennaio 1953. Il 27 marzo dello stesso anno è pubblicata in gazzetta ufficiale la legge istitutiva dell’ENI. la discussione in aula cominciò il 14 gennaio 1953 e si protrasse fino al giorno seguente, per essere ripresa il 20 gennaio e conclusa lo stesso giorno. Il dibattito fu particolarmente vivace, perché il governo e la maggioranza dovettero difendere articolo per articolo il proprio testo di fronte alle proposte di emendamenti radicali avanzati dalla minoranza. Il testo di legge istitutivo dell’Ente Nazionale Idrocarburi venne pubblicato sulla «gazzetta ufficiale» n. 72 del 27 marzo 1953 64.

 

6. A partire dal 1962, crescita ed espansione dell’ENI

Consideriamo, adesso, le caratteristiche iniziali dell’ENI: attività, organizzazione, diritti, poteri e patrimonio. la legge istitutiva dell’ENI gli consentiva di ricevere e coltivare giacimenti, costruire e gestire condotte, lavorare, trasportare, usare e commerciare idrocarburi e vapori naturali per mezzo di società controllate o collegate; ma i compiti per i quali la legge dava all’ente l’esclusiva dovevano essere svolti solo per mezzo di società controllate, con capitale interamente pubblico. All’ENI erano trasferiti diritti e beni mobili e immobili dello Stato per un valore di 15 miliardi. le funzioni pubbliche, il patrimonio, i diritti e le obbligazioni dell’ENM erano trasferiti all’ENI65. ENM sta per Ente Nazionale Metano. Da quanto citato, deduciamo che all’ENI è riconosciuta una funzione centrale nella gestione dell’economia statale. Il nuovo ente ha potere decisionale sulle sorti di AgIP, ANIC e SNAM, che fanno parte del suo patrimonio. Questa libertà manageriale dell’ENI è comunque limitata, in quanto l’ente si impegna a seguire le direttive generali deliberate da un apposito comitato di ministri66.

I primi anni dell’ENI si contraddistinguono per l’intensa attività di ricerca nel sottosuolo italiano, effettuata dall’AgIP Mineraria. Mattei impiega ingenti forze per portare in superficie le ricchezze celate nel sottosuolo italiano, mobilitando molte squadre di ricerca e utilizzando diverse tecniche ispettive, dalla prospezione geofisica ai rilevamenti sismici a quelli gravimetrici. L’attività di ricerca fu la prima cui Mattei rivolse la sua attenzione. Intraprese, quindi, l’esplorazione geologica di dettaglio di tutte le aree interessanti dell’Italia centro-meridionale e della Sicilia, sulle quali i privati italiani e stranieri non avessero già posto grosse ipoteche. Nel decennio 1953-62 furono prodotti dall’ENI in Italia 3,2 milioni di tonnellate di greggio e gasolina e 47 miliardi di mc di gas67.

Descritti i più rilevanti profili interni del nuovo ente di Stato (organizzazione, attività dei primi anni, poteri, diritti, patrimonio), non può non dirsi del percorso tramite cui l’ENI si riserva un posto nel contesto internazionale, poiché, nonostante gli ottimi risultati ottenuti, Mattei da subito intuisce che le risorse energetiche italiane non sono tali da assicurare l’indipendenza energetica.

L’ENI, per questo motivo, guarda fuori del territorio italiano, punta la sua attività verso le nazioni estere per rispondere ai suoi bisogni energetici. Ciò non è cosa facile, perché il mercato internazionale del petrolio è in mano a sette compagnie internazionali che non hanno nessuna intenzione di aggiungere altri partners al loro tavolo con cui spartire il mercato petrolifero. A questo punto, Mattei mette in campo tutte le sue doti per ritagliare un posto all’ente di Stato nel mercato internazionale. da un’attenta analisi, deduce i punti deboli del potere delle sette sorelle e capisce che l’atteggiamento colonialistico non è più accettato. I Paesi produttori, acquistando graduale consapevolezza e forza politica, avrebbero considerato indebitamente incamerata da stranieri, senza adeguata contropartita, una ricchezza suscettibile di finanziare il loro sviluppo68. Allora Mattei rivolge lo sguardo verso l’Iran, con cui stipula nel 1957 un accordo del tutto rivoluzionario69. Questo negoziato è il primo concluso tramite la stra- ordinaria “formula ENI”, conosciuta anche come formula Mattei, consistente sostanzialmente in quanto segue: l’ENI, nel Paese ospitante, effettua delle ispezioni per individuare giacimenti di risorse, accollandosi tutte le spese necessarie; se trova quantità di petrolio, o di gas naturale o di metano, deve costituire con il Paese ospitante una società, gestita da quest’ultimo e dall’ENI in maniera paritetica; il Paese ospitante, costituita la società, deve restituire all’ENI, in un primo momento, la metà delle spese sostenute per le ispezioni, e in un secondo momento tutte le spese d’impianto, acqui- sendo così il diritto a percepire metà degli utili derivanti dalla vendita dei beni prodotti dalla raffinazione delle materie prime rinvenute70.

Questo tipo di accordo è una vera rivoluzione. Infatti, l’elemento fortemente innovativo risiede nel fatto che la comunità ospitante non viene più considerata come semplice fornitore passivo di materie prime. Il Paese in cui risiedono giacimenti non viene più considerato come un posto da cui prelevare qualcosa e assicurare in contropartita pagamenti, che siano tasse, canoni o royaltes; al contrario, al Paese produttore viene addirittura riconosciuta la dignità di socio. Nel 1957 fu costituita a Teheran la Société Irano-Italienne des Pétrolos (Sirip); nel 1958 fu costituita a rabat la Société Anonyme Marocaine-Italienne des Pètroles (Somip); nel 1961 fu costituita la Société Italo-Tunisienne d’Exploitation Pétrolière (Sitep), nel 1962 fu costituita a lagos la Nigerian Agip oil Co. (Naoc), che intraprese le operazioni nel delta del Niger71.

Tutti questi successi hanno la loro fonte nella straordinaria formula Mattei. Altra arma utilizzata da Mattei contro le grandi compagnie è quella della stipula di importanti accordi commerciali con l’urSS. Questi accordi di lungo periodo permettono all’ente di Stato di rifornirsi di petrolio di ottima qualità a un prezzo più basso di quello vigente sul mercato. l’importanza e la capacità di questo accordo di destabilizzare l’assetto di mercato preesistente è chiarissima. Inoltre, aumenta il vantaggio competitivo dell’ENI rispetto alle grandi compagnie, in quanto l’Italia è la prima nazione che beneficia, dopo un periodo di chiusura commerciale da parte dell’urSS, del petrolio sovietico. Quel che più attizzò il furore delle grandi compagnie petrolifere fu l’accordo di lungo periodo stipulato dall’ENI nel 1961 con l’unione Sovietica per l’importazione annua di milioni di tonnellate di greggio a un prezzo molto conveniente, e a condizioni che ridussero fortemente la dipendenza dalle potenze petrolifere dominanti72. la russia è solo uno dei 24 Paesi con cui, in pochi anni, l’ENI di Mattei stipula accordi economici73.

Altro fatto che indebolisce il cartello petrolifero è il nuovo metodo adottato da Mattei nella gestione dei rapporti con i Paesi consumatori. Egli innova sia nei rapporti con i Paesi produttori, cioè quelli in cui sono rinvenuti giacimenti di idrocarburi e con cui l’ENI costituisce una società per gestire in comune la raffinazione delle risorse trovate, sia nei rapporti con i Paesi consumatori, cioè che acquistano, per effettuare i consumi di cui necessitano, il petrolio proveniente dal processo di raffinazione. Per ovvie ragioni Mattei seguì la stessa linea anticolonialista che si era dimostrata di grandissima efficacia nei rapporti fra l’ENI e Paesi produttori74. Mentre prima le compa- gnie petrolifere vendevano direttamente prodotti ai Paesi consumatori, a prezzi così alti da essere accessibili solo a pochi compratori, ora Mattei offre a questi ultimi la possibilità di costruire, assumendosi i rischi che sappiamo esserci nella formula Mattei, raffinerie che importano solo greggio. di conseguenza, il Paese consumatore spende di meno, perché non compra prodotti petroliferi ad alti prezzi, ma greggio dove vuole e guadagnando profitto sulla raffinazione. l’ENI offre ai Paesi in via di sviluppo di costruire raffinerie che avrebbero consentito loro di importare il greggio, invece dei prodotti; lavorandolo localmente, essi avrebbero guadagnato il margine di profitto sulla raffinazione e ridotto l’esborso di valuta75.

L’espansione dell’ENI è dovuta anche alla sua capacità di inserirsi in settori nuovi, attraversando un processo di integrazione sia verticale che orizzontale. L’ENI, infatti, si muove nel settore della petrolchimica, della meccanica e dell’energia nucleare. Inoltre, rileva aziende che si occupano dalla produzione di serbatoi, carpenteria e aziende che si occupano di produrre strumentazione automatizzata da usare nelle industrie.

La decisione di Mattei di entrare nel campo dell’energia nucleare si deve a una sua intuizione: come il petrolio stava sempre più soppiantando il carbone come fonte d’energia, così anche il petrolio in futuro sarebbe stato sostituito da altre fonti energetiche. Questa convinzione si radica in Mattei, tanto da portarlo a investire uomini, risorse e denaro nella istituzione dell’AgIP Nucleare. Ancora una volta, imboccando con almeno un quindicennio di anticipo una strada su cui si sarebbero poi messe anche le compagnie petrolifere internazionali, nel ’56 egli costituì l’AgIP Nucleare, che aveva per scopo la ricerca e la lavorazione di combustibili radioattivi, e la produzione di energia elettrica con l’impiego di combustibili nucleari76. Sette anni dopo, nel 1963, si assiste alla nascita della prima centrale nucleotermoelettrica di cui è dotata l’Italia. Nel campo della petrolchimica, l’ENI entra tramite l’ANIC, a cui viene affidato questo settore. l’occasione d’un primo intervento diretto in questo settore fu offerta all’ANIC dal giacimento gassifero di considerevoli dimensioni scoperto dall’AgIP Mi- neraria a Porto Corsini presso ravenna nel 1954. Essa decise di costruire sul posto uno stabilimento per la produzione di gomma sintetica e fertilizzanti azotati77. A que- sta prima esperienza nel settore petrolchimico ne seguono altre, come quella del territorio di gela78.

In questo clima di grande entusiasmo per le conquiste dell’ENI, avviene un evento non proprio imprevedibile, visti i grossi interessi che Mattei va a toccare: il presidente dell’ENI muore il 27 ottobre del 1962 a bordo di un aereo che parte da Catania e diretto Milano, che si schianta sul suolo di Bascapè, nei pressi di Pavia.

Nel mondo alla luce dei nuovi segnali che il contesto internazionale pone in evidenza. Premesso che l’obiettivo permanente dell’azione dell’ENI restava la disponibilità di fonti energetiche adeguate, per quantità, qualità e prezzi, alle esigenze della nostra economia, tuttavia, le prevedibili condizioni del mercato nazionale e internazionale di tali fonti rendevano quest’azione più difficile che in passato e richiedevano pro- grammi a lungo termine di notevole ampiezza operativa81. l’Italia, per soddisfare le sue esigenze energetiche, ha bisogno di importare gas naturale e greggio, e ciò vuol dire rivolgersi al contesto internazionale, che si presenta molto complesso ed etero- geneo. Questa politica di approvvigionamento è perseguita attraverso metodi molto diversi da quelli di Mattei, poiché le esigenze energetiche italiane sono soddisfatte stipulando accordi anche con alcune compagnie a cui Mattei aveva mosso guerra, cioè la Standard oil of N.J e la gulf82. l’ENI, nel suo piano di approvvigionamento, inserisce contratti con altri soggetti, come l’urSS. Si intensificano le ricerche estere, finanziate principalmente con risorse Statali, le uniche in grado di venire incontro alle caratteristiche della tipologia degli investimenti da effettuare. le esigenze che l’ENI manifesta, tramite il suo presidente e il suo vicepresidente, sono riconosciute degne di ricevere adeguata risposta da parte del Parlamento, il quale, facendosi carico dei bisogni dell’ente, approva un provvedimento che rafforza molto la posizione dello stesso nel mercato. Con il provvedimento vengono riconosciuti particolari diritti all’ente, come quello di scelta prioritaria di un quarto delle aree aperte all’esplorazione, il diritto di opzione sull’acquisto del gas ritrovato da terzi, e veniva affidato il compito della prospezione preliminare83.

Tra il 1963 e il 1971 l’ENI in Italia triplica la sua capacità di produrre gas naturale, che passa da 4 miliardi di mc. a 12,4 miliardi, grazie alle continue scoperte di risorse gassifere ad opera dell’AgIP e non dell’AgIP mineraria. Alla fine del 1962 l’AgIP mineraria e, simultaneamente, varie società minori furono incorporate nell’ AgIP84.

Nella raffinazione del greggio, l’ENI raggiunge livelli molto alti e di conseguenza passa, sempre dal 1962 al 1971, da 5 raffinerie a 7. le due nuove raffinerie sono quella di gela e quella di Sannazaro deBurgondi. In campo estero, i dati confer- mano un aumento dell’attività produttiva dell’ENI sia nel campo gassifero sia in quello petrolifero. In particolare quest’ultimo passa da 3,7 milioni di tonnellate a 10,5 milioni di tonnellate. A questi aumenti nella capacità produttiva del gruppo ENI corrispondono degli adeguamenti nella rete di distribuzione e nella rete commerciale. Infatti, con riferimento alla prima va detto che, tra il 1962 e il 1971, sono completati diversi tratti dell’oleodotto dell’Europa centrale, permettendo alle varie raffinerie italiane poste nel Nord Italia di collegarsi al cuore dell’Europa, cioè alla Svizzera e alla germania. Sono poi collegati i vari centri produttivi situati nelle regioni Lombardia, Veneto, Piemonte e liguria, e messi in collegamento il giacimento rinvenuto a gagliano con la raffineria di gela. Tali lavori permettono la costruzione di una rete di oleodotti lunga 771 km solo in Italia, senza considerare i collegamenti.

 

7. Dopo Mattei, dal 1962 al 1971

Con la scomparsa del presidente Mattei79  si assiste a evidenti cambiamenti nelle politiche e nella gestione dell’Ente di Stato, il quale sarà chiamato a nuove sfide80. I primi successori di Mattei si ritrovarono con un patrimonio promettente e una rete di collaborazioni ben organizzata, ma con diversi problemi da risolvere, come ad esem- pio quello della scarsa ricerca scientifica da parte dell’Italia, che la costringe ad acquistare brevetti esteri, ciò significa sostenere alti costi. Altro problema è quello dell’aumento dei salari, poiché i lavoratori rivendicano remunerazioni più elevate. Questi sono i nodi con cui devono fare i conti il primo successore alla presidenza dell’ENI, Marcello Boldrini, e il vicepresidente Eugenio Cefis. Entrambi espongono le linee guida da seguire nella gestione dell’ente al Consiglio dell’ENI, con la relazione sul bilancio al 30-4-1964. lo fanno dimostrandosi lucidi nella loro analisi su quanto l’ENI, sotto la presidenza Mattei, ha creato e sul modo in cui l’ente deve ora muoversi con Svizzera e germania di cui l’ENI è proprietaria insieme ad altre società85.

Con riferimento alla rete commerciale, va sottolineato il fatto che questa si sviluppa sia in Italia che all’estero. In Italia, l’AgIP, a cui è affidato il settore commerciale al- l’interno del gruppo ENI, promuove una serie di iniziative, acquistando quote di mercato prima occupate da altri competitors. Queste iniziative consistono nella costruzione di nuovi impianti, di nuove stazioni di servizio, specialmente nelle autostrade, di bar, di motel, e nel miglioramento della qualità delle strutture preesistenti86. All’estero l’AgIP è altrettanto impegnata nella costruzione di una adeguata rete commerciale, costituendo diverse società. Alla fine del 1971 l’AgIP operava all’estero su rete in 4 Paesi europei e 20 africani, che disponevano in complesso di 2015 impianti87.

 

8. Dal 1972 alla fine del secolo

In questi anni l’ENI conferma la sua attitudine a trovare all’estero nuove opportunità, nuovi orizzonti commerciali e nuovi partner con cui stipulare accordi proficui. di significativa importanza è l’accordo stipulato con il governo libico nel 1974, al quale ne susseguirono altri con l’Africa. In questi anni si susseguono accordi internazionali; a quello sottoscritto con il governo libico, nel settembre del 1974, seguono ulteriori intese in Egitto, Nigeria e Tunisia. In questo periodo possiamo vedere i frutti dell’investimento dell’ENI sul mare del Nord, dove sono state rinvenute enormi quantità di idrocarburi. Inoltre viene confermato in questo periodo l’impegno dell’ENI a migliorare i collegamenti tra i vari centri produttivi che si vanno via via instaurando. determinante si rivela la strategia volta alla realizzazione di grandi infrastrutture di trasporto del gas metano su lunghe distanze88.

Tra il 1970 e il 1980 si verificarono le due famose crisi petrolifere che fanno rialzare di molto i prezzi del petrolio89. Questi eventi toccano l’ENI, che in virtù dei forti investimenti e dei costanti sforzi nel settore della ricerca di idrocarburi e nel costante miglioramento della sua struttura produttiva, riesce a superare positivamente le suddette crisi petrolifere. Nella prima metà degli anni 80, l’ENI attesta, ancora una volta, il fatto di essere una realtà che non ha nulla da invidiare ad altri enti di Stato o compagnie petrolifere. Infatti, ha le risorse e l’esperienza necessaria per instaurare collaborazioni di primaria importanza nel contesto internazionale. Nel 1983 viene siglato un nuovo accordo con la libia: al suo centro lo sfruttamento di Boùri, il più grande giacimento petrolifero del Mediterraneo90. durante gli anni successivi a questo importante accordo l’ENI continua, come un ragazzo pieno di entusiasmo che cerca di  arricchirsi tramite nuove esperienze, a scandagliare l’intero pianeta alla ricerca di nuove opportunità, nuove sfide, registrando importanti successi grazie alla sua capacità di entrare in sintonia con i Paesi in cui rinviene ricchezze energetiche. Questo orizzonte così ampio, però, non fa dimenticare all’ente la sua patria, dove si impegna continuamente nella ricerca di risorse energetiche sia on-shore che off-shore. Nel 1988 si scopre petrolio di ottima qualità anche in Italia, nella Val d’Agri, in Basilicata, il più grande giacimento on-shore dell’Europa continentale91.

Poi, nel 1992, l’ENI con decreto legge emanato sotto il governo Amato cambia forma giuridica, trasformandosi in una Società per azioni. ovviamente questo vuol dire iniziare un percorso di privatizzazione dell’ente, il quale è chiamato a mutare la struttura organizzativa e produttiva. Infatti, sarà istituito un consiglio d’amministra- zione e la figura dell’amministratore delegato. Con un decreto legge dell’agosto 1992, l’ENI viene trasformata da ente pubblico in Società per azioni e realizza il passaggio verso il mercato: la quotazione alla Borsa italiana e al New York Stock Exchange alla fine del 1995 e la cessione in successive tranche di azioni presso investitori istituzionali, risparmiatori e dipendenti92.

L’ultimo decennio di questo periodo è caratterizzato da eventi che non incidono direttamente sulla storia dell’ENI, ma cambiano il contesto in cui opera e quindi influenzano la nuova società per azioni indirettamente. Questi eventi sono rappresentati dalla stipulazione di due trattati europei: Il Trattato di Maastricht del 199293 e il Trattato di Amsterdam che entra in vigore nel 1999 94.

 

9. I primi 11 anni del XXI secolo

Alla fine del ‘900, l’unione Europea emana direttive in diversi settori energetici che sostanzialmente agevolano i soggetti, che siano compagnie private o enti di Stato, nella produzione, circolazione, promozione e distribuzione dei propri prodotti. Tali direttive favoriscono anche l’ENI che guarda così all’Europa dei primi anni del XXI secolo con occhio diverso rispetto al secolo precedente, prospettando nuove iniziative commerciali. Inoltre in questi anni si consolida il processo di privatizzazione, in quanto circa il 70% del capitale viene acquistato da risparmiatori privati con conseguenze a livello di organizzazione d’azienda. Il fenomeno della globalizzazione influenza anche l’organigramma della società ENI. Il processo si completa con la trasformazione delle principali società caposettore in “divisioni”, permettendo a ENI di diventare una società operativa a tutti gli effetti. Ha così inizio un processo sempre più in- tenso di internazionalizzazione. durante questi anni, l’ENI partecipa allo sfruttamento di un immenso giacimento petrolifero rinvenuto nella zona del Mar Caspio. Nel 2003 entra in funzione il gasdotto “Blue Stream”, una joint venture tra ENI e gazprom per trasportare il gas dalla russia meridionale fino ad Ankara, capitale della Turchia95.

Dal 2005 al 2009, l’ENI continua a dialogare con la comunità internazionale, stipulando vari accordi e contribuendo alla realizzazione di progetti molto importanti e la sua lunga esperienza nel settore gassifero le consente di acquisire sempre maggiore peso nel mercato europeo. l’ENI, dal 2006 al 2009, è stata valutata positivamente dal dow Jones Sustainability Index world, uno tra gli indicatori più affidabili a livello mondiale del grado di sostenibilità di un’impresa. L’indice, nella sua valutazione, tiene conto di parametri di tipo economico, sociale e ambientale. Nel 2009, l’ENI stipula con la società gazprom due importanti accordi, suggellati dalla presenza dei due leader politici, Silvio Berlusconi e Vladimir Putin. In particolare il primo ha un’importanza fondamentale nell’ottica di un approvvigionamento energetico che prevede una serie di iniziative volte all’aumento della quantità di gas trasportato tramite il gasdotto South Stream, che attraversando i fondali del Mar rosso arriverà in Bulgaria e poi da qui si dividerà in due parti: una diretta verso l’Austria e una verso Italia e grecia. Accordo in russia, tra gazprom ed ENI, a due firme. una per l'aumento della capacità di trasporto del gasdotto in progetto South Stream, ideato insieme dalle due compagnie, e l'altra (con la partecipazione di Enel) per la cessione al gigante russo del gas del 51% di Sever Energia e lo sviluppo degli importanti giacimenti in Siberia96.

Tale accordo fu di rilevanza fondamentale per assicurare un rifornimento energetico all’Europa e all’Italia in particolare. Il 2009 fu un’annata ottima per l’ENI che, se pur diminuendo il proprio fatturato rispetto all’anno precedente, registra con un fatturato di 83,2 miliardi di euro il livello più alto in Italia, superando di ben 21,2 miliardi la seconda in classifica, Enel. ENI resta il primo gruppo italiano, sia pure con una riduzione del 23% del fatturato a 83,2 miliardi di euro, davanti a Enel con 62 miliardi (+4,4%), grazie al consolidamento integrale di Endesa97.

Nel 2011 un fatto degno di nota è sicuramente la scoperta di un immenso giacimento di metano in Mozambico nell’Africa Meridionale. Esso è stato rinvenuto a una profondità di 1585 metri e per l’ENI è sicuramente un’opportunità d’oro per la soddisfazione della domanda di risorse energetiche proveniente da Paesi come la Cina, l’India e in generale dall’area del Pacifico e dell’oceano indiano. Dal fondo delle acque del Mozambico verranno estratti fiumi di idrocarburi da piazzare in quelle aree sempre più ingorde di energia che si snodano nel quadrante del Pacifico e dell'oceano Indiano. In Cina, in India, nell'oriente in prorompente industrializzazione98.

Il 2011 è un anno grandioso per l’ENI, poiché è il primo gruppo per fatturato (109,6 miliardi) e primo anche sui profitti (6,86 miliardi), superando di 2,71 miliardi la seconda in classifica. Nella classifica delle prime società italiane curata dall'ufficio studi Mediobanca, basata sui conti 2011 di 3.559 imprese, si mettono in evidenza ENI e Fiat per dimensioni. Con 109,6 miliardi di giro d'affari (+11,2% sul 2010), ENI si conferma in testa ai big tricolori (6,86 miliardi di profitti)99.

Nel 2015, la scoperta di un enorme giacimento di gas presso le coste egiziane è stata fondamentale per l’ENI, che ha confermato la sua straordinaria capacità di rin- venire giacimenti anche nel fondale marino. Il giacimento contiene una quantità di gas così elevata da essere in grado di soddisfare le esigenze energetiche dell’intero Egitto per decenni. Infatti è considerato il più grande mai scoperto nel Mediterraneo. l’ENI ha scoperto uno dei più grandi giacimenti sottomarini di gas a livello mondiale, al largo dell’Egitto, che in base alle informazioni geologiche e geofisiche a disposi- zione contiene fino a 850 miliardi di metri cubi di gas100.

Oggi la società ENI è presente in 71 Paesi con un organico di circa 33000 persone101. Inoltre è costantemente tra le prime 100 aziende della lista Fortune global 500 che le ordina in base ai ricavi. Per i prossimi anni ENI si è posta diversi obiettivi di business tra cui il rilancio del business gas & Power102 e un impegno maggiore nel campo delle energie rinnovabili. È previsto che un contributo verrà dato anche dalla riconversione delle raffineria di gela e di Venezia103.

 

51 F. BEllINI - A. PrEVIdI, L’assassinio di Enrico Mattei, Milano, Edizioni Flan, 1970, pp. 43-50.

52 g. CoTTINo, Ricerca sulle partecipazioni statali II, L'Eni da Mattei a Cefis, Torino, Einaudi, 1978, p. 13.

53 l. MAugErI, L’arma del petrolio. Questione petrolifera globale, guerra fredda e politica italiana nella vicenda di Enrico Mattei, Firenze, loggia de’lanzi, 1994 pp. 69-70.

54 Il capitale azionario era suddiviso tra la società Montecatini che controllava il 50% delle azioni e fra l’AgIP e l’AIPA che controllavano il 25% delle azioni ciascuna. Al riguardo si veda AS ENI, Libro 2, Verbali del Comitato Esecutivo AGIP, 23 settembre 1931-6 febbraio 1936, seduta del 6 febbraio 1936, pp. 155-157; AS ENI, Libro Verbali 4, CDA AGIP, 16 ottobre 1935-6 marzo 1940, seduta dell’11 marzo 1936, pp. 12-14.

55 AS ENI, Libro 1, Verbali del Comitato Esecutivo AGIP, 26 maggio 1926-10 settembre 1931, seduta del

28 ottobre 1927, p. 79; g.E. koVACS, Storia delle raffinerie, roma, Colombo, p. 103.

56 AS ENI, Libro Verbali 4, CDA AGIP, 16 ottobre 1935-6 marzo 1940, seduta del 25 giugno 1936, pp. 30-33.

57 g. galli, La sfida perduta…, cit., p. 45.

58 g.E. kovacs, Storia delle raffinerie, cit., p. 103.

59 g. galli, La sfida perduta…, cit., p. 46.

60 Ivi, p. 61.

61 Ivi, p. 62.

62 M. MAgINI, L’Italia e il petrolio tra storia e cronologia, roma-Milano, Mondadori, 1976, p. 111.

63 Ibidem.

64 la legge istitutiva dell’ENI, voluta da Mattei, poneva in evidenza la particolare natura verticistica del- l’Ente, differenziandosi dallo statuto di un'altra grande holding delle Partecipazioni statali come l’IrI. Si veda M. ColITTI, Energia e sviluppo in Italia, Bari, de donato, 1979, pp. 158-163.

65 M. MAgINI, L’Italia e il petrolio tra storia e cronologia, cit., p. 119.

66 M. MAgINI, L’Italia e il petrolio tra storia e cronologia, cit., p. 120.

67 Ivi, p. 121.

68 Ivi, p. 114.

69 Nel 1957 l’AgIP aveva ottenuto delle condizioni molto favorevoli, che nessun’altra società avrebbe ot- tenuto in Iran e che almeno prima del 1973 non furono rimesse in discussione dal regime di Teheran. Al riguar- do, r. MIlANo, L’ENI e l’Iran (1962-1970), cit., p. 114; F. FESHArAkI, The Development of Iranian Oil In- dustry, New York, Praeger, 1976, pp. 87 e 131.

70 In verità, l’Iran non fu il primo Paese in cui si adottò la “formula ENI”. Infatti, tale esperienza si ebbe il 9 febbraio 1957 con la costituzione della società italo-egiziana CoPE. A tal proposito si veda M. BuCArEllI, All’origine della politica energetica dell’ENI in Iran: Enrico Mattei e i negoziati per gli accordi petroliferi del 1957, in «Nuova rivista Storica», XCIV, maggio-agosto, 2010, p. 465.

71 M. MAgINI, L’Italia e il petrolio tra storia e cronologia, cit., p. 133.

72 M. MAgINI, L’Italia e il petrolio tra storia e cronologia, cit., p. 147.

73 u. ColoMBo, Italia: energia (1860-1988), in Storia dell’economia italiana, a cura di r. roMANo, Torino, Einaudi, 1991, vol. III, p. 301.

74 M. MAgINI, L’Italia e il petrolio tra storia e cronologia, cit., p. 140.

75 Ivi, p. 141.

76 M. MAgINI, L’Italia e il petrolio tra storia e cronologia, cit., p. 150.

77 Ivi, p. 153.

78 F. VENANzI, M. FAggIANI, ENI, Un’autobiografia, Milano, Sperling & kupfer, 1994, p. 372.

79 Per un approfondimento sulla morte di Mattei si veda l. FESTA, g. SAPEllI, Capitalismi, Milano, Boroli Editore, pp. 92-93.

80 dopo la morte di Mattei l’attenzione strategica della compagnia si sposta dalla ricerca e dalla produzione alla raffinazione e alla distribuzione. Al riguardo si veda l. orSENIgo, g. SAPEllI, P.A. ANToNEllI, The Evolution of the Strategy and Structure of a State-Owned Company: The case of Agip Petroli S.P.A., 1960-1990, «Business and Economic History», XXI, 1992, pp. 129-137; r. rENzETTI, L’energia, roma, Savelli, 1979, pp. 50-55; P. MIElI, Prefazione in Enrico Mattei, scritti e discorsi (1945-1962). Raccolta integrale dell’archivio storico ENI, Milano, rizzoli, 2012, p. 8.

81 M. MAgINI, L’Italia e il petrolio tra storia e cronologia, cit., p. 166.

82 Ivi, p. 168.

83 Ivi, p. 180.

84 Ivi, p. 182.

85 M. Magini, L’Italia e il petrolio tra storia e cronologia, cit., pp. 187-188.

86 Ivi, pp. 190-191.

87 Ivi, p. 192.

88 https://www.eni.com/it_IT/azienda/nostra-storia/eni-storia-grande-impresa.page.

89 g. MErzAgorA, Petrolio e crisi. Storia e problemi economici, Milano, Feltrinelli, 1977, pp. 8-9; A. NEN- NEI, l’Italia oltre la crisi energetica, Milano, Mondadori, pp. 16-19; P. ForCEllINI, La seconda crisi petrolifera, in «Politica ed Economia» n. 4, 1979, pp. 9-11.

90 https://www.eni.com/it_IT/azienda/nostra-storia/eni-storia-grande-impresa.page.

91 https://www.eni.com/it_IT/azienda/nostra-storia/eni-storia-grande-impresa.page.

92 https://www.eni.com/it_IT/azienda/nostra-storia/eni-storia-grande-impresa.page.

93 A. Morselli, Storia dell’Unione monetaria europea, Bari, Cacucci, 2007, pp. 30-41.

94 Ivi, pp. 91-96.

95 https://www.eni.com/it_IT/azienda/nostra-storia/eni-storia-grande-impresa.page.

96 http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/economia/gazprom-eni/gazprom-eni/gazprom-eni.html.

97 http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2010-10-26/primo-gruppo-italiano-fatturato-175159. shtml?uuid.

98 http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-10-21/maxigiacimento-mozambico-063814.html?uuid= AaXSejEE.

99 http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-10-25/ternienergia-media-impresa-dinamica-224357.shtml?uuid=Ab3wStwg.

100 https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08/30/eni-scoperto-al-largo-dellegitto-il-giacimento-di-gas-piu- grande-del-mediterraneo/1994867/.

101 https://www.eni.com/it_IT/azienda/presenza-internazionale.page.

102 https://www.eni.com/enipedia/it_IT/informazioni-finanziarie-e-societarie/attivita-operative/gas-power- performance-e-investimenti-del-2017.page.

103 https://www.eni.com/it_IT/media/2018/04/eni-in-italia-7-miliardi-di-euro-di-investimenti-nei-prossi- mi-quattro-anni-di-cui-1-miliardo-destinato-alle-attivita-green.