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L’intelligence nel mondo che verrà

Intelligence into the next world
Daniele Cabri, Quando eravamo amabili selvaggi secondo gabri, 2017, cuoio inciso a fuoco e carteggiato, 76 x 156 cm
Daniele Cabri, Quando eravamo amabili selvaggi secondo gabri, 2017, cuoio inciso a fuoco e carteggiato, 76 x 156 cm

Abstract

Allo stato attuale stiamo transitando in una fase della storia dell’umanità costellata da non pochi cambiamenti epocali. In pochi anni tante cose sono cambiate profondamente. Pertanto anche il paradigma della sicurezza è cambiato e le Agenzie di Intelligence si sono trovate davanti a grandi sfide: pandemie, migrazioni di massa, crisi economico-finanziarie, sicurezza cibernetica, cospirazionismo, crescita a dismisura della megalopoli, cambiamenti climatici e demografici, l’emergere di nuovi attori globali, innovazioni tecnologiche come il 5G e l’IOT e l’Intelligenza Artificiale.

We are going through a phase in the history of humanity marked by epochal changes. In a few years, many things have changed profoundly. Therefore, the paradigm of security has also changed and the Intelligence Agencies have found themselves facing major challenges: pandemics, mass migrations, economic and financial crises, cyber security, conspiracism. enormous growth of the megalopolis, climate and demographic changes, the emergence of new global players, technological innovations such as 5G and IOT and Artificial Intelligence.

 

Sommario

1. Gli scenari attuali

2. Un mondo in continua evoluzione

3. L’intelligence come disciplina scientifica

4. Le nuove sfide per i sistemi d’intelligence

5. Approdi conclusivi

 

Summary

1. The current scenarios

2. A world in constant evolution

3. Intelligence as a scientific discipline

4. The new challenges for intelligence systems

5. Concluding approaches

 

 

1. Gli scenari attuali

Stiamo attraversando una fase della storia dell’umanità costellata da cambiamenti epocali. In pochi anni infatti, tante cose su più ambiti e livelli sono cambiate e stanno cambiando profondamente. Per molto tempo abbiamo creduto (erroneamente) che la realtà internazionale nata in seguito agli eventi bellici della Seconda Guerra Mondiale, fosse un qualcosa di statico ed immutabile, una “confort zone” nella quale rimanere fermi in uno status privilegiato, fatto di pace, serenità, prosperità e crescita, seppur con alterne battute d’arresto, quasi fisiologiche, in particolare dal punto di vista economico, nell’idea e speranza che poi le congiunture sarebbero ritornate uguali o migliori, grazie all’intervento dei governi e delle istituzioni sovranazionali ed internazionali.

Ma a quanto pare, così non è.

Nietzsche nell’Eterno ritorno, parla di cicli che si ripetono, che il ritorno dell’eguale è la ripetizione eterna di tutte le realtà e degli eventi del mondo. Probabilmente in maniera ottimistica ci siamo affidati a questa concezione del mondo, dove tutto torna com’era prima.

Invece se avessimo letto gli eventi con maggiore obiettività ed attenzione, avremmo notato che già dalla fine della Guerra Fredda, tante cose stavano cambiando.

La fine delle Guerra Fredda rappresenta infatti uno spartiacque, la chiusura di un solco e l’apertura di un varco verso un mondo nuovo, che ci è sembrato anche più sicuro, poiché era caduta l’Unione Sovietica quale avversario storico dell’Occidente, ma paradossalmente la mancanza di un catalizzatore di una parte di mondo ha aperto o riacutizzato tensioni locali e latenti, generando di fatto nuove sfide per gli attori in campo.

Da tutto ciò emergono minacce sempre più globali, legate non più e solamente all’ambito politico-militare (che rimane prioritario), ma anche a nuove sfide sopravvenute e che si sono avvicendate; più complesse, eterogenee e liquide, e quindi difficilmente contenibili dai confini nazionali dei singoli paesi: pandemie, migrazioni di massa, crisi economico-finanziarie, criminalità organizzata transnazionale, terrorismo di matrice fondamentalista religiosa, conflitti locali con proiezioni estere, sicurezza cibernetica, cospirazionismo. Quindi nuovi rischi e pericoli, verso i quali si sono rivolte le attenzioni delle Agenzie d’Intelligence[1].

Dicevamo inizialmente che, con molta probabilità, non abbiamo capito fino in fondo i cambiamenti in corso, basti pensare a come è cambiato il mondo negli ultimi 30 anni, ad esempio la crescita a dismisura della megalopoli in particolare in Asia, ai cambiamenti del clima, alla demografia in crescita in alcune aree del mondo soprattutto nei PVS e nelle economie emergenti, l’emergere di nuovi attori globali, la nascita e la diffusione di moderne tecnologie informatiche e della comunicazione e quelle che stanno arrivando come il 5G oppure l’IOT, la stessa Intelligenza Artificiale che si evolve continuamente. Tutto ciò comporta nuove opportunità ma anche nuove sfide e minacce, si pensi alla possibilità di ampliare il sistema di raccolta di notizie, dati ed informazioni sia per gli Stati, che per il sistema privatistico, dove ormai il processo osmotico di informazioni e dati tra i due ambiti è sempre più forte ed i confini tra essi sempre più sfumati. Emergono dunque nuove priorità per i sistemi d’Intelligence, i quali per loro stessa natura devono guardare oltre l’ordinario ed il quotidiano ed affrontare le sfide del futuro.

Da tale ragionamento emerge un dato, e cioè che probabilmente le nostre certezze sono state frutto di una visione parziale del mondo, forse un po’ ingenua e miope, soprattutto per quel che riguarda i cambiamenti in corso nel mondo. Basterebbe leggere con attenzione, alcuni eventi e tendenze in corso ormai da qualche decennio, per capire che la realtà internazionale è tutt’altro che statica.

Senza fare “voli pindarici” a ritroso nella storia dell’umanità, ma soffermandoci nell’epoca contemporanea, sia le 2 guerre mondiali, che le crisi economica del 1929 e petrolifera del 1973, hanno cambiato molte cose rispetto agli status quo ante, le prime due ovviamente in maniera più radicale, profonda ed impattante, ma anche le altre hanno lasciato segni di non poca rilevanza. In epoca più recente la già citata caduta del Muro di Berlino, ma anche l’attacco alle Torri Gemelle di New York del 2001, nonché la crisi economico-finanziaria del 2007/08, poi manifestatasi con la crisi dei debiti sovrani del 2010/11 in Europa e le Rivolte Arabe nella sponda sud del Mediterraneo, hanno determinato forti cambiamenti, anche nella stessa percezione della realtà che ci circonda. Spesso però viviamo tali cambiamenti, soprattutto quelli legati a vicende che reputiamo distanti o meno impattanti per le nostre vite, in maniera poco attenta e lontana psicologicamente.

Ma così non è, infatti gli eventi legati alla pandemia da Covid-19 ed alla guerra in Ucraina, ci hanno dimostrato che, situazioni del genere sono in grado di cambiare la realtà che ci circonda in modo impattante ed in breve tempo.

Nel mondo di oggi, dunque, prevedere l’evoluzione dell’attualità, con un occhio attento ai rischi e agli scenari futuri è divenuta una necessità sempre più forte e non più procrastinabile.

È opportuno rammentare – citando propriamente questo celebre adagio – come: “nella scienza vi sono due fonti di senso. Da una parte l’interesse pragmatico: ha senso ciò che è utile all’uomo. Dall’altra parte una fonte di senso molto più nascosta, di natura sotterranea e fondamentalmente onirica[2].

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[1] STILO P., Due nuove nomine nell’intelligence italiana, in Geopolitica.info, 2018, https://www.geopolitica.info/due-nuove-nomine-intelligence-italiana/

[2] THOM R., La scienza e il senso, in PRETA L., Immagini e metafore della scienza, Laterza Ed. Bari, 1992, pag.120; Si veda BORIA E., La storia in carte, in LIMES pag. 237 e ss.