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Presentazione al Codice del processo amministrativo a cura dell'Avv. Morena Luchetti

Montagne
Ph. Federico Radi / Montagne

“Una legislazione ridotta in codice dimostra una intelligenza e coscienza massimamente esplicata, dimostra uno spirito già compreso e dominato dall’unità assoluta e eterna del giusto e del vero, e però un codice non suole apparire se non dopo lunghe disputazioni scientifiche delle scuole e dopo un forte e vivace ordinamento dello Stato”[1].

Per varie ragioni, tuttavia, il diritto amministrativo, processuale e sostanziale, non ha vissuto come il diritto civile il tempo felice delle codificazioni, non avendo ancora raggiunto “quel grado di maturità e di svolgimento che è necessario o per tentare una codificazione o per dimostrarla impossibile”[2].

Ciò nondimeno, il mito della codificazione è stato (e in parte lo è ancora) un ambizioso ma auspicabile obiettivo per diversi studiosi del diritto amministrativo[3], ben consapevoli del fatto che la “codificazione ha la valenza di riduttore della complessità, è strumento di identità, avvolge gli istituti di una particolare robustezza ed è chiamata a esprimere i valori fondanti di una certa materia”[4].

Ma tale ambizione si è scontrata con l’ontologica antistematicità del diritto amministrativo, in continua evoluzione nel rapporto tra autorità e libertà, e al centro dell’incessante trasformarsi dell’equilibrio tra il potere legislativo, quello esecutivo e quello giudiziario, che ha spinto il legislatore ad adottare norme che indirizzassero e compendiassero l’evoluzione giurisprudenziale più che codificazioni che la ingabbiassero.

Ne costituisce un esempio la stessa legge 241 del 1990, sul procedimento amministrativo[5].

Il desiderio di codificare oggi peraltro incontra nuovi ostacoli, in grado di mettere profondamente in crisi il mito stesso della codificazione e perfino della legge, anche in altri rami del diritto storicamente codificati, quali il civile e il penale.

Mi riferisco alla maggiore complessità delle relazioni economiche e sociali, e alla conseguente moltiplicazione di ordinamenti settoriali governati da propri principi speciali e da propri testi unici, che altro non sono che codici settoriali; al cd. fenomeno della inflazione (“elefantiasi” o “ipertrofia”) legislativa, per cui la legge è diventata anche norma regolamentare di dettaglio, specie a seguito dell’alterazione del rapporto tra Governo e Parlamento nella produzione normativa; alla conseguente crisi dell’autorità della legge, amplificata dalla compresenza di norme primarie e derivate di matrice sovranazionale.

Ciò implica che anche i tentativi di codificazione avvengano ormai necessariamente a “diritto costante”, secondo un’espressione mutuata dal diritto francese (“codification à droit costant”), che esprime la conseguente esigenza di sottoporre la legislazione a continui e frequenti aggiornamenti[6].

In questo contesto si inserisce il d.lgs. 104 del 2010, il cd. codice del processo amministrativo.

Tutto ciò, per comprendere lo sforzo di sistemazione e semplificazione che l’avvocato Morena Luchetti e gli altri autori della presente opera hanno dovuto affrontare per mettere a disposizione degli studenti e degli operatori del diritto un’opera agile e fruibile, e allo stesso tempo idonea a fornire gli strumenti necessari per comprendere velocemente lo “stato dell’arte” su ogni istituto di carattere processuale e sui più recenti interventi normativi e arresti giurisprudenziali, nazionali e sovranazionali.

E il risultato è appunto un’opera che, pur non ridondante e di facile lettura, permette agli studenti e agli operatori, anche non specialisti della materia, di avere con immediatezza un quadro completo degli istituti e delle questioni.

Si tratta dunque di uno strumento agile ma esaustivo, che tiene conto in modo sempre pertinente e rigoroso delle più importanti tesi dottrinarie e dei fondamentali arresti giurisprudenziali, e che pertanto si rivela indispensabile per chi si accinge ad affrontare esami o concorsi, e per chi si confronta nella pratica con la complessità e la mutevolezza del diritto processuale amministrativo.

Auguro ai brillanti autori e al loro volume ogni fortuna.

 

[1] G. Manna, Principii di diritto amministrativo, Napoli, Jovene, 1839-1842, II, 53

[2] Meucci, Istituzioni di diritto amministrativo3, Torino, Fratelli Bocca, 1892, 21

[3] Broccoli, La codificazione del diritto amministrativo, Napoli, 1933

[4] Ramajoli, Rivista Trimestrale di Diritto Pubblico, fasc.2, 2016, 347

[5] “Si potrebbe anzi forse dire che la legge n. 241 sia stata il frutto di un vero e proprio sospetto per la costruzione sistematica e codicistica, al quale si ricollegava intimamente la fiducia nel diritto giurisprudenziale cui la proposta della Commissione Nigro era ispirata”, Ramajoli, ibidem.

[6] G. Napolitano, Il codice francese e le nuove frontiere della disciplina del procedimento in Europa, in Giorn. dir. amm., 2016, 5; Brigante, Fenomeni corruttivi nell’affidamento di commesse pubbliche: la discrezionalità multilivello come soluzione di matrice procedimentale «Il diritto dell’economia» ISSN 1123-3036, anno 64, n. 97 (3 2018), 955