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Professione forense e il diritto alla disconnessione

la faccia della luna
Ph. Veronica Locatelli / la faccia della luna

Anche il Papa ha voluto rimarcare l’importanza del riposo e ha raccomandato di spegnere il cellulare. Si sente spesso parlare del diritto alla disconnessione per i dipendenti del settore pubblico e privato e non se ne parla mai per i professionisti e i collaboratori di studio.

La gestione dello stress (se avete piacere di approfondire vi consiglio la seconda edizione del mio libro “Gestire lo stress nell’attività professionale”) richiede come passaggi cruciali il riposo e quindi la possibilità di recuperare le energie e di sfogare le tensioni accumulate. Stare con il cellulare sempre acceso, piuttosto che con le email sempre in vista, pronti a rispondere ad ogni sollecitazione, non è una buona idea. Se poi alle telefonate e alle email aggiungiamo i messaggi in chat e i social network, il quadro della dipendenza digitale è completo.

 

L’importanza di staccare la spina

Prendersi momenti di stacco o, meglio ancora, di vacanza è fondamentale; ma che siano pieni e non sempre con il pollice pronto a digitare. Il termine “vacanza” etimologicamente deriva da vacare “essere vuoto, libero, non occupato”. L’enciclopedia Treccani parla di “intervallo di riposo (…) dalle proprie ordinarie occupazioni”.

Pause del fine settimana, pause serali e vacanze vere e proprie, questi devono essere, anche per un legale e ogni altro professionista, sacrosanti momenti di stacco. Ci vuole coraggio, abitudine e vision lungimirante. Il periodo estivo è alle porte e la meritata tregua si palesa all’orizzonte. Negli Studi legali il vero tema è come essere reperibili sempre e in ogni modo per i clienti, certi della convinzione che la disponibilità h24 sia il fattore discriminante per la fidelizzazione del cliente. Niente di più sbagliato. Il cliente vuole percepire cura, attenzione, e vuole sentirsi al centro dell’attenzione del proprio consulente, non vuole un consulente “yes man” e tantomeno “zerbino”, pronto a soddisfare ogni suo prurito. E se doveste avere clienti di questo tipo dimettete il mandato, perché sono clienti sbagliati per voi. Ma torniamo alle vacanze di prossima apertura.

 

Agognate vacanze

A differenza del passato, dove agosto era un mese sacro per tutti e l’Italia economica si fermava, oggi non è più così. Sono cambiate le abitudini, i ritmi, la tecnologia ha modificato le relazioni con i tempi e luoghi in cui esse si realizzano. La pandemia non ha fatto altro che accelerare questo cambiamento ed eccoci qui, connessi h24, 7 giorni su 7, 12 mesi all’anno. Solo a pronunciare tutto ciò sale l’ansia e lo stress. Molti collaboratori di studio o professionisti sono ancora in smart working, altri in soth working, altri lavorano in forma ibrida, un po’ dallo studio e un po’ dalla casa al lago o in montagna, tanto c’è internet, Zoom, la email e il cellulare. Ecco che da strumenti di flessibilità e per organizzare meglio il lavoro e vivere meglio diventano strumenti di schiavitù.

È arrivato dunque il momento di chiedersi quale debba essere l’uso del cellulare in vacanza, oppure della posta elettronica. Esiste una “reperibilità” per l’avvocato, stile medico? È opportuno/necessario essere sempre reperibili? Ci sono soluzioni alternative? Esiste vero riposo, e quindi recupero di energie, se non si stacca mai la testa dalle sudate carte?

Per il giudiziale i ritmi sono scanditi dai termini di sospensione processuale, ma per lo stragiudiziale e per l’avvocatura d’affari le cose stanno diversamente. Il denaro non dorme mai, diceva Gordon Gekko in Wall Street. Se il denaro non dorme mai, sarà invece utile per noi, se vogliamo farne, prenderci cura del recupero delle energie fisiche e mentali.

Allo stesso tempo bisogna rispondere alle esigenze dello Studio, alle urgenze che dovessero nascere e alle richieste del cliente, che va sempre curato.

Eccoci giunti al solito tema: il work-life balance. Come immaginabile, una risposa valida per tutte le stagioni non esiste. Alcune considerazioni, tuttavia, potranno attivare soluzioni migliori di altre, ricordandoci che ogni scelta ha sempre un prezzo da pagare: bisogna scegliere il minore che porta il maggior vantaggio. Spesso, poi, prezzo e vantaggi non sono immediati, e quindi per molti è difficile la valutazione a priori.

I due grandi giocatori di questa partita sono le esigenze di business, da un lato, e la gestione dello stress e delle conseguenti performance, dall’altro.

 

Business e stress

Sul business, come è immaginabile, la regola da seguire è che il cliente deve sempre avere la percezione di essere seguito dal proprio consulente, di non essere abbandonato nel momento del bisogno e di avere un rapporto privilegiato, che si palesa proprio nei momenti più difficili. Certamente questa disponibilità anche in pieno agosto fa piacere al cliente e rinforza il rapporto di fiducia. Inoltre può essere una valida argomentazione di marketing, che porta a distinguere servizi legali spesso simili tra di loro anche con player diversi. Chi lavora con l’estero, inoltre, sa bene che l’idea di chiudere baracca e burattini ad agosto è prettamente italiana. Nelle altre culture non esiste un periodo di vacanza così lunga come per l’italiano in agosto. A ben vedere l’idea è saggia sia dal punto di vista del business, sia dal punto di vista del recupero delle energie. Non ha senso concentrare in un unico periodo dell’anno la vacanza, meglio invece intervallare periodi di lavoro intensi con periodi di recupero salutari. Ma torniamo alle nostre italiche abitudini. Lo Studio dovrà dunque imparare ad organizzarsi, come se fosse un ospedale dove vengono garantiti i servizi anche nelle festività, con turni, disponibilità a rientrare in servizio da parte dei professionisti e conseguenti riconoscimenti economici per chi presta la propria opera fuori dal “tipico” orario di lavoro. Molti sobbalzeranno dalla sedia all’idea, in quanto si sentiranno assimilati al lavoro dipendente, mentre – sosterranno – il libero professionista non ha orario. Vero, ma fino ad un certo punto. Se lo Studio si avvale di una certa organizzazione, sarà più vicino ad una mentalità aziendale. Inoltre, la disponibilità, oltre una ragionevole flessibilità, va remunerata. Non si può solo chiedere, bisogna anche riequilibrare input e output. Nessun sistema, infatti, reggerebbe sulla lunga distanza con forti squilibri di questo tipo. A sua volta lo Studio potrà far valere nei confronti della clientela questo plus, come un valore aggiunto al proprio servizio. Non diamo nulla per scontato, tutto va valorizzato al massimo.

Passiamo ora allo stress. Stress e performance vanno a braccetto per un po’, dove il primo entro una certa soglia fa da catalizzatore del secondo. Superata la soglia, tuttavia, ecco che i percorsi si invertono e la relazione diventa inversamente proporzionale: più sale lo stress più scendono le performance. La stanchezza e la mancanza di adeguato recupero anche dal punto di vista emotivo, oltre che fisico, aumenta la probabilità di errori, diminuisce la disponibilità al lavoro di squadra, aumenta l’irritabilità, diminuisce la lucidità e la velocità di esecuzione. Non parliamo poi della creatività e del problem solving, che vedono nello stress la criptonite per Superman. A ciò, infine, aggiungiamo la delusione di chi viveva la vacanza con aspettativa e si ritrova invece a non poter staccare la spina.

 

7 buone regole da ricordare

Le considerazioni di cui sopra e un lungimirante buon senso dovrebbero volta per volta fornire la risposta, ma qualche spunto possiamo offrirlo anche noi, vediamo:

1. Se possibile, organizzate i dipartimenti di Studio in modo tale che vi sia sempre un “presidio”, anche nel caldo agosto.

2. Distinguete le reali urgenze e necessità impellenti, dai “capricci” del cliente o dall’ansia mal gestita del cliente o del proprio team leader.

3. Una volta indossati bermuda e infradito, disintossicatevi dal cellulare e dalle email, si può fare! Fissatevi dei momenti dedicati nella giornata per controllare telefono e posta in caso di reali urgenze.

4. Mettete l’out of office con indicazione precisa di quando tornerete nel mondo del business e una indicazione di quando durante la giornata siete reperibili per reali urgenze.

5. Dedicatevi alle attività manuali e allo sport per stare il più lontani possibile da cellulari e tablet; dopo i primi momenti di disagio, tutto tornerà più facile!

6. Fate presente al cliente (salvo che sia straniero) che se rispondete alla email o al telefono mentre siete in vacanza, questa non è la norma, non è scontato; valorizzatelo al massimo;

7. Se potete, inventatevi una vacanza all’estero, là dove non prende il cellulare, chessò alle Galapagos o in Nepal. Poco conta che poi siate al mare a Riccione, basta che non accendiate il cellulare, ovviamente. Dotatevi nel caso di una seconda sim, con buona pace di chi vi cerca.

Buona vacanza a tutti!