Professor Sandri, cosa sta cambiando nella Proprietà intellettuale?
Intervista a Stefano Sandri, professore e avvocato, uno dei massimi esperti del diritto di marchio e design a livello interno, comunitario e internazionale e autore del libro “100 esercizi di proprietà intellettuale”, Filodiritto Editore, 2017.
Cosa sta cambiando nella Proprietà intellettuale?
Un po' tutto. Il diritto fa fatica a star dietro al cambiamento della nostra società e anche la proprietà intellettuale non si sottrae al periodo critico che stiamo attraversando.
In che senso?
Solo negli ultimi anni lo scenario della nostra vita quotidiana è radicalmente cambiato, anche come consumatori, ai quali le imprese si rivolgono quando sfruttano i loro beni immateriali, i marchi, i brand, i design, le innovazioni, le opere d’autore.
Quali sono i cambiamenti più rilevanti che interessano i consumatori?
Innanzi tutto, l’accelerazione dei tempi decisionali, fortemente influenzati dal dominio e dalla diffusione delle immagini provocate dall’avvento dei nuovi tools tecnologici (smartphone, I-pad, computers, e via dicendo), da cui il mio neologismo della Click-Community. Questo comporta che le scelte d’acquisto dei prodotti e servizi, che vengono identificati e contraddistinti dai vari titoli della Proprietà Intellettuale, sembrano sempre più vicino agli atti d’impulso, piuttosto che a delle scelte ragionate.
Ma la moda e il trendy non hanno un loro effetto?
Certamente, perché un'altra caratteristica essenziale dei nuovi comportamenti assunti dai consumatori è rappresentata dal forte impatto della componente emotiva e passionale. Questa componente è, infatti, alla base della facile suggestionabilità (fake news) e della attitudine imitativa e ostentativa (griffe e influencers). Pensiamo all’attrattiva che sempre esercita il mercato del lusso.
E la Rete?
La rete in questo contesto ha un ruolo fondamentale in quanto spinge verso il basso e l’omologazione, assorbendo ogni forma di identità e individualità. Inoltre la Rete è il mondo dei giovani e la fascia tra i 16 e 35 anni del consumatore rappresenta il 70% della domanda.
Ma non c’è contraddizione tra queste varie tendenze?
Verissimo. Il fatto è che il consumatore è oggi più che mai volubile, infedele, indipendente dall’impresa e rivendica un suo un ruolo propositivo, e a volte anche contestatorio e antisistema, come avviene nei confronti dei grandi brand e del copyright.
Ma le imprese se ne sono accorte?
E come no. L’acquisizione di una massa enorme di informazioni, al limite della violazione della privacy, consente loro di avventurarsi con marketing e pubblicità in territori inesplorati.
E i giuristi?
I giuristi sono per definizioni dei conservatori, ma qualcosa nella giurisprudenza e tra gli studiosi più attenti si sta muovendo nella direzione di un avvicinamento più realistico della Proprietà Intellettuale al mondo del reale. Sotto questo aspetto, i “100 esercizi della Proprietà Intellettuale” presenta uno spaccato attuale di questa evoluzione.