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Quarantena a scuola: al via la proposta del modello aereo della bolla

Quarantena: modello Lazio?
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Quarantena a scuola: al via la proposta del modello aereo della bolla

Quarantena: regola vuole che nel caso in cui uno studente all’interno di uno istituto scolastico dovesse risultare positivo al COVID, l’intera classe debba essere messa in quarantena (e quindi in Dad) per un periodo non inferiore a sette giorni (per i soggetti vaccini) o dieci giorni (per i non vaccinati).

Il “modello aereo della bolla” proposto dalla Regione Lazio, sembra voler introdurre un nuovo modo di affrontare la pandemia a scuola e così consentire il ritorno in sicurezza delle attività in presenza e il contenimento degli effetti sociali negativi dell’isolamento forzato sui ragazzi.
 

Quarantena a forma di bolla: il modello laziale a scuola

L’idea in esame prende le sue sembianze da una formula già ampiamente applicata agli aerei. In caso di positività al coronavirus di un passeggero, la quarantena è prevista per i soggetti seduti  nelle due file dietro, davanti e laterale rispetto al contagiato.

Per l’applicazione di tale sistema alla struttura scolastica, è necessario operare un ripensamento delle attuali regole in vigore che dispongono la quarantena di tutti gli studenti

L’obiettivo principale è la riduzione della platea di soggetti costretti a rimanere a casa (solo i compagni di banco vicini al soggetto risultato positivo) nonché la riduzione dei giorni di quarantena (da 7 a 5 giorni se vaccinati).

L’adozione di nuove linee guida per la gestione della quarantena nelle scuole

Non si può pensare di chiudere tutte le scuole come durante gli scorsi lockdown, gli effetti sarebbero devastanti. Bisogna andare oltre, rimuginare nuove idee e pensare a nuove soluzioni.

È già al vaglio del Comitato Tecnico Scientificato (Cts) il modello sperimentale della quarantena diversificata proposta dalla regione Lazio e che potrebbe diventare la nuova regola a livello nazionale: si va verso una maggior efficacia ed efficienza del sistema scolastico.

Sul punto, è necessaria l’istituzione di precise linee guida onde evitare un eccessivo affidamento alla discrezionalità degli enti locali. Como noto, quando viene segnalato un alunno, la risposta istituzionale non è mai la stessa e cambia a seconda della Regione di appartenenza nonché delle Aziende Sanitarie interessate. Un vero e proprio caos caratterizzato da incertezza e confusione.
 

Quarantena a scuola: un problema di privacy?

Nel commentare la diversificazione dei tempi di quarantena in base allo stato vaccinale degli studenti, il sottosegretario all’istruzione Rossano Sasso spiega all’Adnkronos che "Il ministero dell'Istruzione è tenuto a dare corso alle indicazioni che arrivano dalle autorità sanitarie, così come accade ormai dall'inizio della pandemia, ma sicuramente si pone la questione di non discriminare gli studenti".

Pertanto, è necessario che il nuovo sistema venga introdotto senza distinzione e discriminazione, fermo restando ovviamente il principio di garantire il più possibile la sicurezza nelle classi.
 

L’obiettivo è proseguire l’anno in presenza: si va verso la riduzione dei tempi di quarantena?

Dopo l’elevato successo del piano vaccinale nel nostro paese, sono sempre di più i vaccinati che consentono di tirare un sospiro di sollievo e di tornare alla quasi normalità della vita quotidiana, compresa la realtà scolastica che rappresenta una fase essenziale della crescita di ogni singolo adolescente.

Sulla possibilità che a scuola i tempi di quarantena vengano ridotti e così come il numero di ragazzi costretti a rimanere in isolamento, il tutto è ancora in fase di valutazione. Per il momento si devono ancora acquistare dati certi, lo afferma il sottosegretario alla Salute Pier Paolo Sirene al TimeLine su sky TG24, secondo il quale “tutto dipenderà da quella che sarà la circolazione del virus nelle prossime settimane, ma è inevitabile che questo accadrà. Direi che, sulla scuola, già tra due/tre settimane potremo fare un punto, intorno al 10 di ottobre”.
 

No al modello della quarantena diversificata per i più piccoli

Ogni caso è diverso dall’altro e richiede una valutazione ad hoc, così come per la scuola.

L’assessore alla salute Alessio D’Amato, nel commentare il modello della bolla afferma che “anche l'età è un fattore determinante. Non si può fare nelle scuole primarie, c'è più promiscuità, ma solo per chi ha dai 12 anni in su, e dunque si trova in classi con alte percentuali di vaccinati, quindi con una schermatura dal virus maggiore”.
 

Gli esempi nazionali di quarantena diversificata a scuola

Nell’attesa di linee guida nazionali,  in alcune Regioni le regole sono già diverse.

In Emilia-Romagna sono considerati contatti stretti solo i vicini di banco del soggetto infetto.

In Veneto, addirittura, rimane a casa solo esclusivamente il contagiato

L’obiettivo di fondo di tali regole è da rinvenirsi nella necessità di mantenere il più possibile le scuole aperte ed evitare quarantene inutili.

Sulla base della casistica esistente oggi in Italia, è essenziale considerare il loro risultato concreto nella lunga ed estenuante battaglia contro il coronavirus. L’adozione di linee guida omogenee potrebbe facilitare il percorso di guarigione del nostro paese e, soprattutto, di recupero dell’integrità sociale e culturale di una generazione ormai abituata alla vita dietro uno schermo.