Trade secrets e Patent Box: gestione delle informazioni riservate, oneri di identificazione e contabilizzazione, benefici fiscali
Abstract
L’intervento affronta il tema dei rapporti tra la normativa di tutela del segreto e quella sul Patent Box, con le relative agevolazioni fiscali. Il perimetro dei beni immateriali oggetto di beneficio fiscale ha subito un’evoluzione anche a seguito del decreto sulla manovra Correttiva 2017, che ha portato all’esclusione dei marchi ed al mantenimento del know-how tecnico e commerciale tra i beni immateriali agevolabili.
L’intervento del governo italiano è in parziale difformità rispetto alle linee guida OCSE (OECD 2015 Action 5 Final Report), che mette sostanzialmente al bando il know-how. Alcuni elementi qualificanti del nexus approach e del principio di attività sostanziale in base al Report OCSE – con particolare riguardo alla scelta tra tutela brevettuale e tutela del segreto - sono discutibili ed in contrasto con la Direttiva Trade Secrets 2016/943. La scelta di tutelare l’innovazione attraverso il segreto piuttosto che mediante brevetto è una scelta operativa legittima da parte dell’impresa. Appare condivisibile la linea del governo italiano di riconoscere agevolazioni fiscali in relazione alla quota di extra profitto realizzato utilizzando know-how risultante da attività qualificate di ricerca e sviluppo.
Infine vengono analizzati gli aspetti di distonia tra requisiti di qualificazione normativa del segreto e quelli di eleggibilità per il beneficio fiscale in base al regime di Patent Box italiano. Implementare un corretto sistema di gestione delle informazioni tecniche e commerciali riservate – mediante adozione di appropriate misure di sicurezza, credenziali di accesso e corretta documentazione dei contenuti - è una soluzione efficiente per garantire il segreto senza pregiudizio dell’operatività e supportare l’adempimento degli oneri di tracciabilità e documentazione previsti dalla normativa civilistica e fiscale.