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Antiriciclaggio e professionisti: verifiche dell’Autorità e strumenti di difesa

antiriciclaggio
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Il riciclaggio di denaro sporco è un fenomeno dei nostri tempi, più che del passato.

Si presenta assai frastagliato nella sua morfologia, in quanto tocca la legge, l’economia, la giustizia, la finanza, l’equità sociale, la stabilità dei mercati, la trasparenza nelle relazioni, la concorrenza.

In pratica, esso consiste nel reinvestire ricchezza derivante da un crimine che riemerge dalla clandestinità con operazioni (fittizie e non).

 

Antiriciclaggio e professionisti: i sistemi utilizzati

A tal fine i proventi da attività illecite vengono “lavati” attraverso una serie di passaggi (che spesso coinvolgono, per lo più inconsapevolmente, professionisti ed intermediari), per ritornare “puliti” su qualche conto corrente, pronti per essere usati, non solo in banca, ma, per lo più, nei settori immobiliare, imprenditoriale, finanziario.

Il riciclatore è intelligente e preparato, alla continua ricerca di nuovi metodi per lavare il denaro.

Il riciclaggio non è un reato che permette disattenzioni e sviste, distrazioni e buchi normativi.

 

Antiriciclaggio e professionisti: la normativa vigente

L’approccio repressivo, tipico del codice penale, da solo non basta. Nel ricercare possibili soluzioni da adottare per rendere efficace l’azione di contrasto al riciclaggio, il coinvolgimento attivo degli operatori del sistema economico legale rappresenta ancora oggi un indispensabile strumento strategico, dato che, nella maggior parte dei casi, esso costituisce un punto obbligatorio di passaggio dei capitali illeciti.

Per tale motivo, la regolamentazione antiriciclaggio, che pare a qualcuno troppo “invasiva”, è finalizzata solo a prevenire ciò che è possibile. Gli obblighi sono contenuti, ad oggi, nel d.lgs. 29 novembre 2007, n. 231, che ha subito numerose modifiche, nonché nella normativa di settore emanata dalle Autorità competenti.

Limitazioni all’uso del contante e dei titoli di pagamento al portatore; obblighi di identificazione e conservazione delle transazioni presso i soggetti obbligati; segnalazione delle operazioni sospette; divieti di esecuzione di transazioni e di accensioni di rapporti e relazioni professionali in caso di indisponibilità della clientela a fornire le necessarie informazioni.

Il mancato rispetto degli obblighi comporta l’applicazione di sanzioni, sia penali che amministrative.

L’accertamento avviene da parte degli uffici ispettivi, dalle Authority, nonché dalla Guardia di Finanza. Le sanzioni vengono comminate dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, quando non dalle Autorità stesse di settore (UIF, Banca d’Italia, Consob, IVASS).

 

Antiriciclaggio e professionisti: gli orientamenti giurisprudenziali

Vi sono poi gli orientamenti giurisprudenziali, e, soprattutto, quelli della ‘‘giurisprudenza di vigilanza’’, come ad alcuni piace definirla. Una sorta di ‘‘Tribunale speciale’’, quello che gestisce il contenzioso in prima istanza, dato che la maggior parte delle sanzioni previste dal decreto è di tipo amministrativo.

Rispetto alle sanzioni penali, le sanzioni amministrative vengono infatti ritenute uno strumento punitivo dotato di maggiore immediatezza, duttilità ed effettività, consentendo all’Autorità che detiene la potestà sanzionatoria di modulare meglio la reazione dell’ordinamento alla gravità dell’aggressione al bene giuridico che è di volta in volta tutelato dalla norma.

 

Antiriciclaggio e professionisti: il ruolo chiave

I professionisti rivestono, in questo articolato contesto, un duplice ruolo: da un lato, sono essi stessi soggetti obbligati al rispetto della normativa antiriciclaggio e, dall’altro, vengono investiti dagli altri destinatari AML di compiti di consulenza, assistenza e difesa.

In tale ottica, è fondamentale, innanzitutto, che il professionista doti il proprio studio di adeguati presidi organizzativi per evitare di incorrere in ispezioni e sanzioni da parte delle Autorità e, in secondo luogo, che segua gli assistiti nella predisposizione di idonee strutture interne per scongiurare lo stesso rischio.

Quando poi, a causa di carenze o omissioni nel rispetto di queste “precauzioni”, i professionisti o gli altri soggetti obbligati sono interessati da ispezioni e, eventualmente, contestazioni, è importante non essere impreparati.

 

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