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Cronaca dell’emanazione e dell’abrogazione dell’Anti-Fake News Act malaysiano

disinformazione in rete
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di Matteo Monti

 

La genesi dell’Anti-Fake News Act risale al 2 aprile 2018 quando la Camera bassa del Parlamento malaysiano ha approvato una delle prime legge specificatamente anti fake news al mondo[1]. L’Anti-Fake News Act[2] è stato promulgato in vista delle elezioni del maggio 2018 per - secondo critici e osservatori[3] - censurare l’opposizione al governo conservatore di Najib Razak, primo ministro in carica dal 2009 con la coalizione Fronte Nazionale (“Barisan Nasional”), accusato dei reati di corruzione, truffa, distrazione di fondi e riciclaggio nel noto scandalo 1MDB[4].

Proprio quest’ultima vicenda aveva prima condotto potere governativo e giudiziario alla censura, mediante vari strumenti penali, di politici, scrittori e vignettisti[5] e poi alla creazione della legislazione “anti fake news” in esame: difatti il ministro delle Comunicazioni aveva avvisato del rischio di incriminazione in base all’Anti-Fake News Act per chiunque paventasse un legame fra la figura del primo ministro e lo scandalo 1MDB[6]. Precedentemente l’affermazione di un altro esponente governativo era stata ancora più acuta ritenendo che notizie sullo scandalo sarebbero state considerate fake news punibili se non verificate dal governo[7].

Le implicazioni illiberali, anti-democratiche e anti-libertarie di queste affermazioni sono evidenti, impattando sul diritto di critica e sulle più semplici e basilari manifestazioni espressive giornalistiche.

Da queste considerazioni - fondamentali per comprendere il clima illiberale e a tratti autoritario determinatosi in Malaysia - si può avviare l’analisi del contenuto della legge anti-fake news malaysiana e comprenderne portata e ampiezza.

Innanzitutto, si può rilevare che nell’explanatory statement dell’Atto, una volta dato conto della problematica globale delle fake news, si enuncia la sua finalità e la politica del diritto ad esso sottesa: “L’atto proposto mira a salvaguardare il pubblico contro la proliferazione di fake news garantendo il diritto alla libertà di espressione come contenuto nella Costituzione federale. La previsione del potere delle corti di emanare ordini di rimozione di qualsiasi pubblicazione contenente fake news serve come misura per contrastare l’abuso dei media e in particolare delle social media platforms. Con l’atto proposto, si spera che il pubblico sia più responsabile e cauto nel condividere notizie e informazioni”[8].

L’inquietante e discutibile chiosa finale, che sembra auspicare quel processo di silencing chilling effect usualmente paventato come rischio delle leggi regolatrici del free speech, fa il paio con le dichiarazioni governative sopra riportate auspicanti un uso “politico” della legge in esame.

Dal punto di vista contenutistico l’Anti-Fake News Act del 2018 prevedeva, ex articolo 4, una sanzione per chiunque creasse, diffondesse, offrisse, stampasse o pubblicasse fake news con pena pecuniaria con misura edittale massima di 500.000 ringgit (100.000 euro) e/o con una pena detentiva fino a 10 anni. Per la punibilità del trasgressore serviva la consapevolezza della falsità dell’informazione, come ben esplicitato dagli esempi illustrativi alla legge.

Gli esempi chiarivano come le condotte imputabili spaziassero dall’offerta di una fake news da pubblicare fino alla sua semplice condivisione sui social networks, dalla caricatura fino al discorso in piazza. In base all’articolo 5, poi, era previsto che alla stessa pena prevista per l’articolo 4 fosse sottoponibile chiunque finanziasse o rendesse possibili finanziamenti alle attività di cui al già citato articolo 4 (creazione, offerta, diffusione, stampa, pubblicazione di fake news).

L’articolo 6 generalizzava un obbligo di rimozione della fake news diffusa in buona fede qualora si venisse a conoscenza della sua falsità o anche solo si nutrissero sulle stessa fondati dubbi. In caso di mancata ottemperanza era prevista una pena pecuniaria con limite edittale di 100000 Ringgit (20000 euro).

L’articolo 7, che apriva la parte III della Legge, permetteva il ricorso alle corti per ottenere un’ordinanza di rimozione di fake news da qualsiasi media, al cui mancato adempimento corrispondeva una sanzione di 100000 ringgit per il soggetto inadempiente (l’ordinanza poteva essere mandata anche solo all’account social del soggetto che aveva diffuso la fake news, come specificato dagli esempi illustrativi). L’articolo 8 disponeva la possibilità per il soggetto sottoposto a ordinanza ex articolo 7 di ricorrere alla Corte emittente e contestare l’ordinanza, salvo la stessa non fosse stata emessa su richiesta del governo e relativa a fake news contenente un pericolo per l’ordine pubblico o la sicurezza nazionale. L’articolo 9 rafforzava e ampliava gli strumenti di reazione del giudiziario in caso di mancato adempimento a un ordine ex articolo 7 permettendo l’impiego della forza pubblica come disciplinato dal Communications and Multimedia Act 1998.

La parte IV dell’Atto, rubricata “miscellanea”, prevedeva l’applicazione delle stesse fattispecie sanzionatorie alle condotte di favoreggiamento (articolo 10), la delega d’iniziativa penale al solo Public prosecutor (articolo 11) e una serie di disposizioni inerenti il regime di responsabilità soggettiva nel caso di reato compiuto da persone giuridiche (articolo 13).

Infine, serve ricordare che l’articolo 3 della legge prevedeva l’applicazione delle fattispecie criminali anche se la condotta fosse stata commessa fuori dalla Malaysia qualora le “vittime” di fake news fossero malaysiane o le questioni trattate riguardassero la Malaysia.

Per capire l’estensione della definizione di fake news usata da questa previsione si può richiamare il disposto rubricato “interpretazione” che contiene la nozione di notizia falsa a cui la legge si richiama: “le “fake news” includono qualsiasi notizia, informazione, dato e report che è o sono interamente o parzialmente false, nelle fattezze, visive o audio, o in ogni altra forma capace di trasmettere idee e parole”[9].

Oltre, dunque, a colpire il parzialmente falso, che potrebbe già di per sé portare a escludere la fattispecie da quella di una fake news, la legge si prestava nel combinato di una definizione ampia, delle dichiarazioni governative e della debolezza democratica del sistema malaysiano a essere ampiamente usata per colpire opinioni scomode o sgradite.

La prima condanna emessa in base all’Anti-Fake News Act[10]è stata per un cittadino danese di origine yemenita che aveva con un video su Youtube criticato la lentezza dell’operato della polizia malaysiana dopo l’omicidio di un palestinese, imputando alle forze dell’ordine un tempo di reazione di 50 minuti contro gli otto effettivi. Malgrado la tenuità del fatto e la riconduzione ad una fattispecie difficilmente qualificabile come fake news l’imputato era stato condannato al pagamento di 10000 ringgit di ammenda.

Ma ancora più allarmante è stata l’imputazione in base alla legge in esame anche del principale sfidate di Razak alle elezioni del maggio 2018, Mahathir Mohamad, già primo ministro dal 1981 al 2003 e “mentore” politico dello stesso Razak: lo stesso Mahathir aveva fatto dell’abolizione della legge anti fake news un suo cavallo di battaglia in campagna elettorale[11].

Mettendosi a capo del fronte dell’opposizione, Mahathir Mohamad ha riportato un’importante vittoria elettorale, che ha posto fine all’egemonia della coalizione Barisan Nasional (BN), ha ottenuto il perdono per Anwar Ibrahim, precedente leader dell’opposizione incarcerato, riaperto le indagini sullo scandalo 1MDB[12]e, soprattutto, per quanto qui interessa, abolito la contestata legge anti-fake news.

L’Anti-Fake News (Repeal) Act 2018[13] dell’agosto di quest’anno ha infatti disposto l’abrogazione della legge in esame, ponendo fine alle storture da essa provocate. Nell’explanatory statement si chiarisce che l’atto è teso all’abrogazione della precedente legge a causa del cambio di policy del governo malaysiano e della presenza nel codice penale, nel Printing Presses and Publications Act del 1984 e nel Communications and Multimedia Act del 1998 di disposizioni tese al contrasto del fenomeno fake news.

[1] Serve rilevare che l’ordinamento malaysiano si regge su un sistema politico che ha visto dall’indipendenza del Paese fino alle elezioni del maggio 2018 l’egemonia del Barisan Nasional e che si è caratterizzato da tratti autoritari (in primis l’incarcerazione del principale leader di opposizione all’ex primo ministro Razak, Anwar Ibrahim, imprigionato per sodomia) che ne fanno difficilmente un sistema comparabile con le democrazie liberali occidentali. In dottrina per identificare il sistema malaysiano si è parlato di semi-democracy(W. Case, Semi-Democracy in Malaysia: Withstanding the Pressures for Regime Change, in Pacific Affairs, 66, 2, 1993); cfr. A. Lijphart, Le democrazie contemporanee, Bologna, 2014. Per una ricognizione più recente si veda: R.R. Balasubramaniam, Has Rule by Law Killed The Rule of Law in Malaysia?, in Oxford University Commonwealth Law Journal, 8, 2, 2008 eF. Razi, Is Malaysia Democracy?, in www.academia.edu.Sui problemi di “attecchimento” del costituzionalismo in Asia si veda: T. Groppi, Costituzioni senza costituzionalismo? La codificazione dei diritti in Asia agli inizi del XXI secolo, in Pol. dir., 37, 2, 2006 e B. Reilly, Political Reform and the Demise of Consociationalism in Southeast Asia, in A. Croissant - M. Bünte, (a cura di), The crisis of democratic governance in Southeast Asia, New York, 2011.

[2] Il testo dell’Anti-Fake News Act è consultabile online.

[3] Si veda quanto riportato da M. Lourdes, Malaysia’s anti-fake news law raises media censorship fears, in www.cnn.com, 4 aprile 2018 e da H. Beech, As Malaysia Moves to Ban ‘Fake News,’ Worries About Who Decides the Truth, in www.nytimes.com, 2 aprile 2018. Si veda anche A. Barberis, Malesia: parlamento approva legge contro le fake news, in sicurezzainternazionale.luiss.it, 2 aprile 2018.

[4] A.Shamim - A. Laurence, The Story of Malaysia’s 1MDB, the Scandal That Shook the World of Finance, in www.bloomberg.com, 24 maggio 2018.

[5] Redazione,Malaysia’s ploy to punish ‘fake news’ is really just censorship, in www.washingtonpost.com, 29 marzo 2018.

[6] «Late last month Jailani Johari, Malaysia’s deputy minister for communications and multimedia, gave his definition of what would fall under the new bill: Any information about 1MDB that has not been verified by the government, he said, “is deemed as fake news.” Mr. Salleh, the communications and multimedia minister, walked back his deputy’s statement on 1MDB, saying that simply mentioning the existence of the Department of Justice investigation, for instance, would not constitute a breach of the law. However, tying Mr. Najib to specific dollar amounts connected to 1MDB, he said, could be a prosecutable offense». H. Beech, op. cit.

[7] Come riportato nell’intervista a Marc Lourdes, il cui video è reperibile online.

[8] Anti-Fake News Act, cit., p. 13 (traduzione mia).

[9] Anti-Fake News Act, cit., p. 3 (traduzione mia).

[10] Redazione,First person convicted under Malaysia’s fake news law, in www.theguardian.com, 30 aprile 2018.

[11] J. Yeung, Malaysia repeals controversial fake news law, in www.cnn.com, 17 agosto 2018.

[12] Redazione,È stato arrestato l’ex primo ministro malaysianoNajib Razak, in www.ilpost.it, 3 luglio 2018.

[13] Il testo dell’Anti-Fake News (Repeal) Act 2018 è consultabile online.

 

Redatto il 25 settembre 2018