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Fake news: niente più soldi se le pubblichi

in arrivo il Nuovo Codice di Condotta sulla disinformazione
Fake news
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Fake news: niente più soldi se le pubblichi

La lotta alle fake news è una guerra senza limiti. Non possono esistere confini territoriali nell’uso dei big data poiché possono circolare con un semplice clic. L’utilizzo delle informazioni deve essere attuato con grande attenzione. Infatti, gli eventi storici come il covid-19, la lotta russo-ucraina, le elezioni presidenziali americane e la crisi economica mondiale sono state oggetto di grande attenzione da parte di tutti i governi e dei media. Nel 2022 entrerà in vigore il nuovo codice anti- fake news.
 

Fake news: maggiori controlli

Le fake news hanno sempre prodotto visualizzazioni e vantaggi economici, ma ora basta. Arriva il Nuovo Codice di Condotta sulla disinformazione, firmato e presentato  il 16 giugno 2022 da 34 soggetti che hanno aderito al processo di modifica del Codice entrato in vigore nel 2018.  In questo modo le pubblicità non potranno più ricevere denaro se saranno delle fake news. Facebook, Google, Twitter, TikTok e Microsoft hanno trovato un vero e proprio accordo per arginare le fake news. Ci sono proprio tutti? No. Mancano Apple e Telegram.

Quindi, la pubblicità verrà meno? La risposta è no

Tuttavia, dovranno essere adeguatamente motivate tutte le notizie e dovranno essere pubblicizzate in modo tale da non apparire fake news.

 Infatti, le piattaforme dovranno garantire la trasparenza della pubblicità dei politici e responsabilizzare gli utenti. Inoltre, le piattaforme dovranno rafforzare la cooperazione con i fact-checker.     Il Codice di condotta rafforzato è stato sottoscritto volontariamente dalle principali piattaforme online, da piattaforme emergenti e specializzate, da gruppi di interesse del settore pubblicitario, da fact-checker, da organizzazioni di ricerca e della società civile.

I soggetti  firmatari avranno 6 mesi di tempo per rispettare gli impegni e le misure sottoscritte.                      La scelta dei firmatari consiste in decidere quali impegni sottoscrivere e sono loro ad essere responsabili dell’efficacia dell’attuazione degli impegni.
 

Il codice contro le fake news

 Il  Digital services act,  regolamento sulle piattaforme digitali, introdurrà pesanti sanzioni dissuasive per tutti coloro che utilizzeranno l’uso massiccio di fake news. Infatti, si prevede che le piattaforme importanti che violeranno ripetutamente il Codice e non introdurranno le misure di mitigazione del rischio contro le fake news saranno sanzionate con multe il cui ammontare può arrivare fino al 6% del loro fatturato globale.

Il Codice rafforzato modifica il primo Codice di condotta del 2018, che è stato  «ampiamente riconosciuto come un quadro pionieristico a livello globale». Infatti, si tratta del primo strumento di  autoregolamentazione che ha permesso di riunire soggetti del settore e impegnarsi volontariamente in misure volte a combattere le fake news.

 Tuttavia, dalla pubblicazione del primo Codice, il fenomeno «spesso complesso e sofisticato» delle fake news ha continuato a evolversi rapidamente, in particolare nel contesto della pandemia di Covid-19 e dell'aggressione russa in Ucraina.

Il nuovo codice consente agli utenti di riconoscere gli annunci politici mediante un’etichetta efficiente e chiara, gli sponsor devono essere rivelati; anche la spesa pubblicitaria e il periodo di visualizzazione deve essere reso noto. Sono queste le misure introdotte per garantire una maggiore trasparenza e combattere le fake news.

È facile comprendere che il codice attaccherà quelle pratiche manipolative e poco trasparenti che producono fake news.   Gli utenti verranno protetti dalla disinformazione mediante strumenti avanzati per riconoscere e segnalare le fake news.

Il Codice introdurrà pratiche di progettazione sicure per limitare la diffusione delle notizie fake e garantire una maggiore trasparenza dei sistemi di raccomandazione dei post, adattandoli per limitare la diffusione delle falsità.
 

Fake news: i limiti del primo codice

Ci sono alcune carenze sul primo Codice evidenziate dalla Commissione  nel 2020:

- l'applicazione incoerente e incompleta tra le piattaforme e gli stati membri;

- la copertura degli impegni del Codice;

- la mancanza del monitoraggio;

-  una mancanza di impegni sull'accesso ai dati delle piattaforme per effettuare ricerche sulla disinformazione da parte di esperti;

-  partecipazione limitata delle parti interessate.

La Commissione nel mese di maggio 2021 ha reso pubblica una guida su come i firmatari avrebbero dovuto rafforzare il Codice e indicando numerose soluzioni.

 Il Codice rafforzato contiene, quindi, 44 impegni e 128 misure specifiche nelle seguenti aree.

Una delle principale novità è stata quella di bloccare i guadagni di coloro che diffondono fake news. Infatti, il Codice mira a disincentivare le fake news, bloccando per chi le diffonde i benefici economici.

 noltre, il Codice prevede, inoltre, una migliorata cooperazione tra gli attori del settore pubblicitario.
 

Lotta alle fake news: l’importanza della verità

Negli ultimi anni le fake news sono diventate un vero e proprio problema. Eventi come la Brexit, il coronavirus, la guerra in Ucraina e le elezioni presidenziali americane sono diventate oggetto di notizie vere e false.  Si tratta di una guerra che si preannuncia lunga e con esito incerto.

È difficile pensare che si possano bloccare le fake news quando queste sono diffuse a livello istituzionale da potenze come la Russia. Le informazioni digitali non possono essere limitate dai confini territoriali; per tale motivo le norme dell’Unione Europea possono avere validità limitata al solo continente europeo.

Soprattutto in questo periodo storico, ove la presenza del covid-19 e della guerra russo-ucraina invade i nostri telegiornali e quotidiani, la gestione delle informazioni, in particolar modo quelle false, possono essere determinanti per la vittoria di uno stato sull’altro.

 Infatti, Biden ha istituito un «Consiglio per il controllo della disinformazione», ossia una sorta di  «ministero della verità».