Pozzuoli: creatura di Samo
Pozzuoli: creatura di Samo
I nomi sono tanti: Puteoli o Dicearchia ? Due nomi diversi così come le storie che si raccontano. Quella di Pozzuoli potrebbe essere la storia di una qualsiasi città della magna Grecia, prima greca e poi romana. Tuttavia, a volte ci si dimentica delle proprie origini. Si dice: “ Pozzuoli è romana”. Ecco, che la storia ci aiuta a ricordare chi dobbiamo ringraziare.
Samo fonda Pozzuoli
Ci sono alcuni che reputano Pozzuoli una creatura romana: nulla di più sbagliato.
Eppure è molto semplice: sarebbe sufficiente aprire un libro di storia per capire che le cose andarono diversamente. Talvolta la nostra mente si lascia ingannare dagli archi, dalle colonne, dai porti, da tutto ciò che è visibile. Invece, ognuno di noi dovrebbe desiderare di conoscere ciò che non si vede, ciò che è posto in profondità e che costituisce l’origine di tutto.
In taluni casi sono gli stessi puteolani a credere di essere figli dei romani e invece non è così. La terra che calpestano non è romana ma di origine greca.
Tutto ha origine da Samo, l’isola greca dell’Egeo orientale, posta tra l’isola di Chio a Nord, le isole del Dodecaneso, in particolar modo Patmo a Sud e la Turchia un po' più distante. Gli amanti della storia ricorderanno sicuramente che Samo è stata patria di Epicuro, Melisso, Aristarco, Pitagora ed Escrione.
Pozzuoli: la fondazione di Samo
Infatti, durante il 528 A.C. un gruppo di abitanti dell’isola greca Samo, poiché si erano opposti al tiranno Policrate, decisero di scappare. Alcuni approdarono presso le coste calabre, dove famosa è la città Samo da loro fondata, altri decisero di spingersi più su. Questi infatti si stabilirono nell’insenatura occidentale del golfo di Napoli e qui fondarono Dicearchia.
Dicearchia, dal greco “Δικαιάρχεια”, significa “luogo ove regna la giustizia”. Gli abitanti provenienti da Samo vollero fondare una città diversa rispetto a quella governata da Policrate, pur se ispirata al modello delle città stato greche.
La fortuna della città fondata dai profughi di Samo non fu evidente sin da subito, poiché nel territorio campano vi era Cuma. Soltanto dopo la caduta di Cuma la città greca Dicearchia ebbe fortuna. I Samesi, così si chiamavano gli abitanti dell’isola di Samo, crearono un porto e una rada di approdo, un centro cittadino e nel tempo resero questa città nata dal nulla una meravigliosa città-stato greca. Purtroppo, per gli eventi successivi della città stato fondata dai samesi nulla è rimasto tranne l’importantissima fonte di Charles Dubois. L’illustre studioso della storia antica di Pozzuoli sostiene che i contatti tra i Cumani e gli abitanti di Samo fossero molto forti e questo anche grazie al fatto che i Cumani fossero originari di Calcide. Questo legame di amicizia si era manifestato durante i combattimenti che videro il confrontarsi delle città euboiche di Eretria e di Calcide durante il VII secolo a. C..
In questo contrasto, sorto per motivi economico-commerciali, gli abitanti di Samo si allearono con Calcide. Questo evidenzia il particolare legame che si instaurò tra gli esuli di Samo, i Calcidesi, gli abitanti delle colonie euboiche dell’Italia e della Sicilia.
È chiaro che soltanto con l’avvento dei sanniti il dominio greco su Diacerchia venne meno.
La Pozzuoli di Samo: luci e ombre romane
La conquista romana avvenne nel 388 a.C.. La prima forma di romanizzazione della città di Samo si ebbe con il cambio del nome: da Dicearchia a Puteoli. Il porto di Puteoli fu molto importante durante la guerra contro Annibale e nei successivi commerci tra i romani e gli abitanti della Grecia, Siria, Egitto.
Dunque, la città che gli abitanti di Samo avevano creato, completa, forte ma soprattutto ad immagine e somiglianza delle città dell’ellade, divenne un porto per gli scambi commerciali, ove avveniva lo scambio di prodotti agricoli e industriali. Ciò attirò nel quartiere marittimo le corporazioni professionali e di mestieri, nonché le associazioni religiose che professavano le religioni pagane.
Ma come diceva Machiavelli: la fortuna prima o poi ti volta le spalle. Infatti, la fortuna di Puteoli terminò con la costruzione dei porti di Ostia e Centumcellae che resero Roma del tutto indipendente da Pozzuoli.
Purtroppo nemmeno il progetto ambizioso neroniano di costruire un canale navigabile tra l’Averno e il Tevere fu utile per ridare a Pozzuoli importanza. Infatti, l’ultimo tentativo del tutto vano fu l’apertura della Via Domitiana nel 95 d.c., che favoriva il transito delle merci dirette a Roma direttamente con l’Appia a Sinnessa.
È evidente che i romani investirono molto nel patrimonio artistico di Pozzuoli, ma non in modo conforme alle aspettative.