L'Archivio di Stato di Modena in ricordo di Filippo Valenti

Filippo Valenti
Filippo Valenti

L'Archivio di Stato di Modena in ricordo di Filippo Valenti

 

L'Archivio di Stato di Modena ha realizzato, tra gli ultimi mesi del 2022 e i primi di quest'anno, diverse iniziative in ricordo di un suo ex direttore, una personalità di primo piano del mondo intellettuale: Filippo Valenti. Alla sua lunga attività professionale come archivista, nel corso della quale fu per quasi vent'anni direttore dell'Archivio che lo ha omaggiato, affiancò diversi incarichi come professore universitario e un costante impegno di studioso poliedrico, spaziando i suoi interessi dalla storia alla religione alla filosofia. Il lascito della sua docenza (sia all'Università che nella Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica annessa all'Archivio) è rappresentato dai suoi scritti, tutt'ora imprescindibili per la formazione professionale degli archivisti, e dalla folta schiera dei suoi allievi giunti ai vertici di istituti culturali. Lo specchio di questo intenso fervore intellettuale è rappresentato dal suo archivio e dalla sua biblioteca, oggi conservati dall'Archivio di Stato di Modena.
 

Il volume

La prima attività è stata la realizzazione del volume Filippo Valenti. Un intellettuale in Archivio: le parole, le carte, i libri, edito dal Ministero della Cultura-Direzione Generale Archivi, nella collana Pubblicazioni degli Archivi di Stato. Si tratta del terzo volume che il Ministero dedica a questa importante personalità. Mentre i precedenti vertono solo sull'archivistica, in quanto edito il primo e progettato il secondo mentre il professore era ancora in vita, quest'ultima pubblicazione acquisisce un ulteriore aspetto celebrativo, proponendo anche saggi storici sul Valenti medesimo, testimonianze di allievi, inediti testi filosofici del nostro e importanti strumenti di ricerca quali l'inventario dell'archivio personale, la bibliografia e una prima descrizione della sua biblioteca. Il volume è stato curato da Antonella Mulè, Angelo Spaggiari e Gilberto Zacchè. L'inventario dell'archivio è stato redatto da Enrica Manenti, mentre Salvatore Alongi e Sara Olivieri si sono occupati della revisione finale e dell'indice dei nomi.

La presentazione si è tenuta a Modena sabato 5 novembre 2022 nel Teatro della Fondazione Collegio San Carlo. Il direttore dell'Archivio di Stato di Modena Lorenza Iannacci ha introdotto gli ospiti. Sabrina Mingarelli (Dirigente del Servizio II della Direzione Generale Archivi) e Paola De Montis (Soprintendente archivistico e bibliografico per l'Emilia-Romagna) sono intervenute in collegamento video, mentre tre archivisti d'eccezione erano presenti in sala per ricordare Valenti: Diana Marta Toccafondi (già Soprintendente archivistico e bibliografico per la Toscana), Stefano Vitali (già Sovrintendente dell'Archivio Centrale dello Stato) e Angelo Spaggiari, degno successore di Valenti alla guida dell'Istituto cittadino e attuale Presidente della Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi. L'evento è stato fruibile anche da remoto grazie alla diretta sul canale YouTube dell'Archivio di Stato di Modena, dove è tuttora disponibile integralmente.

Il volume è uscito in versione cartacea - subito esaurita - per i tipi del modenese Mucchi, nome significativo, in quanto già storico editore di altri scritti di Valenti. Resta comunque disponibile gratuitamente in formato digitale sul sito web della Direzione Generale Archivi (a questo link).

La locandina della presentazione del volume
- La locandina della presentazione del volume

L’archivio e la biblioteca

A partire da questo mese di febbraio l’archivio e la biblioteca di Valenti sono finalmente consultabili. Si è così consegnato alla comunità scientifica e alla città di Modena un nuovo frammento del significativo patrimonio culturale conservato dall’Archivio di Stato. Era, infatti, stato lo stesso Valenti a destinare carte e libri all'Istituto che lo aveva visto protagonista per molti anni. Scriveva nel suo testamento olografo, datato 26 giugno 2005: «è mia volontà che, dopo la mia scomparsa … i miei scritti e manoscritti (compresi i carteggi) … da considerarsi il mio personale archivio, insieme ai molti libri che certo i miei successori avranno considerato di non voler tenere, siano consegnati al Direttore pro tempore dell’Archivio di Stato di Modena, il quale dovrà tenere tutto unito in uno scaffale … da considerarsi (e denominarsi in modo ostensibile) “Archivio e Biblioteca di Filippo Valenti”». Le figlie, eseguendo la volontà del padre, hanno donato non solo documenti e volumi, ma anche le librerie che li contenevano e la scrivania. Questa consegna appare veramente importante e significativa sotto più aspetti. In primo luogo perché archivio e biblioteca sono stati ricollocati nei loro mobili "d'origine", realizzati (assieme allo scrittoio e alla monumentale sedia) su commissione e idea dello stesso Valenti, secondariamente in quanto ciò ha consentito addirittura una parziale ricostruzione dello studio di Valenti. Il suo tavolo da lavoro è diventato la postazione per la consultazione e, nel pieno rispetto delle sue volontà, si è realizzata anche la targa, grazie al fondamentale contributo di Lapam, associazione con la quale è in corso una collaborazione ormai consolidata negli anni.

La nuova sistemazione dell'archivio e biblioteca Valenti.
La nuova sistemazione dell'archivio e biblioteca Valenti.

È infine importante evidenziare come il ricordo di Valenti abbia avuto pure una rilevanza di promozione sociale che senz'altro sarebbe piaciuta al professore, sensibile e attento a tali tematiche. Questi eventi, infatti, sono stati inseriti nel progetto "Affido Culturale", realizzato nell'ambito del Fondo di contrasto alla povertà educativa minorile per favorire l'accessibilità culturale di minori e adolescenti in difficoltà, promosso e sostenuto dalla Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali del Ministero della Cultura.

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Filippo Valenti - dati biografici

Nato a Modena il 24 dicembre 1919, dopo il liceo consegue la laurea in Lettere classiche e Filosofia all'Università di Bologna. Successivamente a una breve esperienza come insegnante, nel 1947, entra nell'Amministrazione degli Archivi. Assegnato a Bologna, è poi trasferito a Modena, sede che dirige per quasi un ventennio (dal 1960 al 1979).

All'attività in Archivio di Stato affianca diversi periodi come docente nelle Università di Modena e Bologna, oltre che presso la Scuola di Archivistica Paleografia e Diplomatica annessa all'Archivio di Stato di Modena. È protagonista di importantissime iniziative culturali, sia di carattere locale che di rilevanza nazionale e internazionale. In quiescenza dai primi anni Ottanta, muore il 1 giugno 2007.