Il diario spagnolo del conte Forni - quarta parte

parte quarta e ultima
lettera spedita da Luigi Forni  da Modena il 4 dicembre 1830
lettera spedita da Luigi Forni da Modena il 4 dicembre 1830

Il diario spagnolo del conte Forni

parte quarta e ultima

 

            Il 1830 si apre male per il Forni: il 2 gennaio cade da cavallo e resta bloccato una settimana, mentre il successivo 9 febbraio gli viene comunicata la notizia della morte del padre.

            Il 14 gennaio aveva presentato al re alcune corrispondenze formali di Francesco IV, venendo trattenuto in una amabile conversazione dai sovrani, fatto per nulla scontato, considerando il gran numero di incontri di questo tipo che dovevano affrontare.

            Il 10 marzo il conte visita stalle e cavallerizza reale. Si tratta della prima volta, tornerà a vederle in una seconda occasione il 16 novembre, sempre dello stesso anno. Qui ha modo di ammirare le carrozze reali, tra le quali ne spicca una ricoperta di scaglie di tartaruga, e quindi passa alle stalle, che però lo deludono, in quanto gli animali, pur essendo numerosi e generalmente belli, «non sono tenuti con molta pulizia, come nemmeno le stalle che non sono abbastanza ariose». Nel mese di marzo si reca in diversi musei e in località della capitale, mete alcune volte non nuove, ma riviste con piacere. Non gli riesce, invece, un viaggio in Marocco. Cogliendo l’occasione di un accordo tra l’Impero d’Austria e quello ottomano, aveva chiesto il permesso di aggregarsi ai delegati austriaci, ma il duca di Modena non aveva accordato la sua autorizzazione.

In una lettera spedita da Modena il 4 dicembre 1830, Luigi Forni chiede al fratello Giuseppe di raccogliere notizie su una moneta in suo possesso: «Mi capita fra le mani una moneta spagnuola grande come uno scudo: fatemi il piacere d’informarvi cosa sia. Eccovi la figura. Vi raccomando le mie monete» (ASMo, Archivio Forni, C4).
In una lettera spedita da Modena il 4 dicembre 1830, Luigi Forni chiede al fratello Giuseppe di raccogliere notizie su una moneta in suo possesso: «Mi capita fra le mani una moneta spagnuola grande come uno scudo: fatemi il piacere d’informarvi cosa sia. Eccovi la figura. Vi raccomando le mie monete» (ASMo, Archivio Forni, C4).

            Si era ormai alla fine del mese, data importante per la storia iberica, in quanto proprio il 31 il sovrano Ferdinando VII emana la prammatica sanzione abrogatrice della legge salica, aprendo così la successione alla corona anche alle donne. Il provvedimento, che esclude il fratello Carlo Maria Isidoro, incontra l’opposizione dei suoi sostenitori, i quali vengono detti, dal suo nome, carlisti. Questa frattura è solo in apparenza meramente dinastica, comprendendo anche un aspetto politico: i liberali sono a favore della prammatica sanzione, mentre i reazionari appoggiano la legge salica. Pur nel clima di scontro, nessuno in quel momento poteva immaginare i conflitti che la riforma avrebbe generato.

            Nel successivo mese di aprile, per la precisione il giorno 8, il Forni annota come avesse avuto intenzione di assistere le funzioni religiose della Settimana Santa presso la Cappella Reale, senza tuttavia riuscirvi a partecipare, a causa dell’eccessivo concorso di folla. Tra cerimonie pubbliche e feste private, un altro lutto colpisce il giovane diplomatico: il 15 giugno apprende la morte di sua sorella.

            Il 24 luglio partecipa a un altro baciamano, questa volta, però, svoltosi in forma più ridotta: sono presenti “solo” 900 persone e non interviene il re, infortunato una caviglia. La regina, la festeggiata del giorno, lo intrattiene in chiacchiere, chiedendogli notizie dei suoi familiari a Modena, cosa che naturalmente gratifica il giovane modenese. Nel pomeriggio sono notevoli i giochi d’acqua delle fontane, che vengono aperte e mostrate al pubblico. In settembre la regina partorisce una bambina, ragione per indire un baciamano straordinario che segue quello ordinario di appena un mese prima. Il 20 novembre, poi, vi è un nuovo baciamano, grandioso, corredato da festeggiamenti popolari e lanci di fuochi d’artificio. Il giorno successivo, tuttavia, la morte del re di Napoli, padre della regina e suocero del re di Spagna, costringe ad annullare tutti gli altri festeggiamenti previsti.

            Come avviene costantemente durante tutta la sua permanenza in Spagna, il Forni non perde occasione per ammirare monumenti, luoghi, bellezze naturali, località, fabbriche. Il 7 dicembre è a Palazzo Reale dove visita il Gabinetto di storia naturale, vero e proprio proseguimento della wunderkammer settecentesca, dove ha modo di vedere anche «una raccolta di feti mostruosi tanto umani che di altri animali».

            Il 1831 è l’anno che pone fine al soggiorno spagnolo del conte Forni, malgrado (o forse a causa del fatto che) la sua attività fosse molto apprezzata a Modena, dove indirizzava costantemente rapporti che interessavano sia lo zio Giuseppe Molza (ministro degli esteri) che il duca Francesco IV. Già dal 28 gennaio, infatti, il duca dà disposizioni per il rientro del suo funzionario, viaggio che viene rinviato a causa dei moti rivoluzionari. Poco dopo la partenza del Forni, la legazione austriaca perderà anche il suo titolare. All’Austria, infatti, non era piaciuto l’atteggiamento tenuto dall’ambasciatore Brunetti nel marzo dell’anno precedente, quando il sovrano spagnolo aveva assecondato alcune istanze dei liberali, aprendo su alcuni aspetti tra cui la successione al trono, e quindi lo mette in disponibilità, assegnando la sede di Madrid a un altro diplomatico. Brunetti torna, quindi, a Massa per poi concludere la sua carriera come ambasciatore a Torino. Una volta pensionato si stabilirà definitivamente nella sua città natale, dove ritroverà, come governatore, proprio il suo ex allievo Forni.

Minuta delle istruzioni trasmesse all’agente diplomatico estense di Livorno riguardo al ritiro del bagaglio del Forni proveniente da Genova e al suo successivo invio a Modena (ASMo, Ministero degli Affari Esteri, Atti riservati).
Minuta delle istruzioni trasmesse all’agente diplomatico estense di Livorno riguardo al ritiro del bagaglio del Forni proveniente da Genova e al suo successivo invio a Modena (ASMo, Ministero degli Affari Esteri, Atti riservati).

            Tornando al nostro, il 5 marzo riparte alla volta dell’Italia. Questa volta il viaggio avviene via terra con diligenze e altri mezzi adatti alle condizioni meteorologiche. Porta con sé solo una parte del bagaglio, mentre il grosso viaggerà via mare alla volta di Genova prima e Livorno poi, da dove sarà inoltrato a Modena. Il 19 marzo il conte è a Tenda dove resta bloccato dalla neve. Ricorda così quei momenti: «Questa mattina [il 20 marzo, nda] alle 6 siamo partiti da Tenda a cavallo dei muli, essendo tuttora la strada impraticabile alle carrozze. In quattr’ore, parte a cavallo, parte a piedi, siamo arrivati alla sommità della montagna tutta ricoperta di neve, principalmente nella sua parte settentrionale. Alla cima ci aspettavano una quantità di slitte, che è il solito mezzo di discendere più sicuramente e con maggior celerità la montagna, allorquando essa è ricoperta di neve. Montai in una di esse e un forte montanaro, che la conduceva camminando e tirandola con una corda nel piano, o seduto sopra di essa e lavorando coi piedi nelle forti discese, mi condusse in meno di mezz’ora ai piedi d’una montagna che mi aveva costato quattr’ore per montare. Io fui il primo ad arrivare in basso, poiché il mio conduttore mi fece discendere più volte per alcuni luoghi quasi perpendicolari, dimodochè parevami che andavamo tutti e due colla slitta a precipitare fino al fondo della montagna».

            Il successivo 21 è a Torino. Dopo aver sbrigato le formalità presso la delegazione austriaca e dopo aver eseguito le commissioni che gli erano state richieste (consegna di pacchi e vari oggetti) si dedica alla visita della città. Nel pomeriggio del 23, per la precisione alle 16, parte per Novara dove arriva in meno di dodici ore. Dopo una breve pausa riprende per Milano, raggiungibile in breve tempo. Qui segue la stessa trafila di Torino: visita alla legazione, commissioni e visita veloce ai principali monumenti della città. Alla mezzanotte del 24 parte per Piacenza e, trascorrendo tutta la giornata in viaggio, arriva alle 17:30 a Parma. Il 26, alle cinque del mattino, è sulla strada per Modena ma il viaggio subisce un ritardo di un’ora a causa della pignoleria del comandante della piazza di Reggio, che non è convinto del passaporto di Forni. Finalmente giunge a casa alle due del pomeriggio. Dopo aver salutato i familiari, si reca a Palazzo Ducale dove era atteso: «Sono stato subito introdotto dal Duca, che mi ha trattenuto quasi un’ora, e mi ha raccontato minutamente tutti gli affari succeduti in Modena». Considerando che meno di due mesi prima (il 4 febbraio) era divampato il moto di Menotti, possiamo immaginare che la conversazione, riservata, della quale non abbiamo ovviamente un resoconto, non si sarà limitata a convenevoli generici, ma avrà trattato temi certamente più degni di interesse.