x

x

Carabinieri: il 13 luglio 1814 la nascita de “La Benemerita”

arresta e premio
arresta e premio

Carabinieri: i 207 anni della benemerita

Un Corpo di militari distinti per buona condotta e saggezza, chiamati Corpo dei Carabinieri Reali (…) allo scopo di contribuire sempre più alla maggiore prosperità dello Stato, che non può essere disgiunta dalla protezione e difesa dei buoni e fedeli Sudditi nostri, e della punizione dei colpevoli” (Preambolo alle Regie Patenti).

L’Arma dei Carabinieri nasce il 13 luglio 1814, quando il sovrano del Regno Sardo-Piemontese Vittorio Emanuele I, con la promulgazione delle Regie Patenti, istituì a Torino il Corpo dei Carabinieri Reali. Si trattava di una novità assoluta: un’istituzione con la duplice funzione della difesa dello Stato e della tutela della sicurezza pubblica, quale organismo di polizia con speciali doveri e prerogative.

Quel Corpo di soldati d’élite, armati di carabina (per questo chiamati Carabinieri), era il primo Corpo dell’Armata Sarda (come allora si chiamava l’esercito piemontese) e aveva la peculiarità di essere capillarmente diffuso su tutto il territorio, a stretto contatto con la popolazione. Sin dalle origini, quindi, la natura di Forza di polizia a status militare e la vocazione alla vicinanza alle comunità hanno caratterizzato il successo dei Carabinieri nelle loro attività al servizio dei cittadini, in Italia e all’estero.

Il corpo dei carabinieri reali veniva istituito da Vittorio Emanuele I, re di Sardegna, nel 1814 quando il sovrano si trovò ad affrontare l'opera di restaurazione della monarchia Sabauda in Piemonte.

L'istituzione del corpo dei carabinieri reali significava creare una forza, del tipo della gendarmeria, quindi di uomini a piedi e a cavallo, capace di mantenere il controllo della sicurezza interna dello stato e dei cittadini, nonché l'ordine pubblico.

Con il Regio Decreto del 13 luglio 1814, Vittorio Emanuele I istituiva il Corpo dei Carabinieri Reali, strutturato sul modello delle gendarmerie che i francesi avevano costituito in Italia. Questi corpi avevano dato ottima prova di saper assolvere a quei compiti ora affidati ai carabinieri.

Vista la carenza di personale che rispondesse ai requisiti richiesti, si dovette, per forza di cose inserire, oltre agli ex-gendarmi al servizio francese, anche parte del personale dalla gendarmeria del Regno Italico e non solo, quindi nell'insieme il corpo risultò piuttosto eterogeneo.

Il re rifiutò comunque la denominazione di gendarmeria, perché gli ricordava l'occupazione francese del suo stato, accettò invece quella di carabinieri reali, un corpo presente nelle antiche istituzioni militari Sabaude, anche se con poche analogie con la nuova struttura.

Le convulse vicende storiche di quegli anni, con il ritorno di Napoleone ed i cento giorni, misero in gran scompiglio tutti i progetti di restaurazione, la fase di transizione si prolungava.

Finalmente nel novembre del 1815 la forza del corpo era portata a 1200 uomini di cui 490 a piedi e 610 a cavallo, con 100 ufficiali, comandante era il conte Carlo Lodi di Carpiglio.

Il 1° novembre del 1816 assumeva il comando il marchese Giovanni Battista d'Oncieux de la Bathie.

Come stabilito dalle Regie Patenti del 15 ottobre 1816 e la determinazione del successivo novembre, la forza era nuovamente  incrementata, portandola a 2068 uomini inclusi gli ufficiali, gli uomini erano ripartiti in 6 divisioni, 19 compagnie, 33 luogotenenze, 355 stazioni. Da questo momento il corpo acquista una sua propria fisionomia che lo rendeva inconfondibile.

Vista la consistenza ormai raggiunta dal corpo, il 1° ottobre 1820 veniva pubblicato il primo regolamento di esercizi ad uso esclusivo dei carabinieri, il manuale trattava anche delle scorte d'onore e di sicurezza da effettuare per i membri della famiglia reale.

I moti del 1821, con la richiesta di costituzione da parte dei rivoltosi destabilizzava la situazione, Vittorio Emanuele I, che aveva dato la sua parola alle potenze alleate, di mai concedere la costituzione, preferiva abdicare in favore di Carlo Felice, in assenza del designato, il giovane Carlo Alberto assumeva la reggenza e concedeva la costituzione, ma sarà ritirata dal nuovo sovrano.

La situazione tornava alla normalità con la forza, a cui seguirono repressioni, epurazioni e condanne.

Il 12 ottobre 1822 Regie Patenti definivano gli aspetti istitutivi e le prerogative dell'Arma, il 16 ottobre erano stabilite le attribuzioni, questi provvedimenti rappresentavano i fondamenti della struttura dei carabinieri reali, e determinavano tra l'altro, l'assorbimento del Corpo dei Cacciatori di Sardegna con un conseguente aumento della forza, il totale degli uomini era portato a 3100, di cui 2024 a piedi, 876 a cavallo, 100 allievi e 100 ufficiali.

Nel 1823 finalmente il governo austriaco, firmata una convenzione con il Piemonte, decideva di iniziare lo sgombero delle sue truppe dai territori del regno di Sardegna.

Nel 1831, morto Carlo Felice, saliva al trono Carlo Alberto, iniziava così un nuovo ciclo storico, il re prese particolarmente a cuore le esigenze del suo esercito, intanto, il 9 febbraio 1832, le due divisioni nell?Arma in Sardegna erano soppresse, il successivo 3 marzo, al loro posto era istituito il Corpo politico dei Cavalleggeri di Sardegna, su sei squadroni, se ne costituirono però solo quattro, i due previsti per la terra ferma non furono attivati.

Nel 1833 era pubblicato un nuovo regolamento sulle uniformi delle truppe sarde, naturalmente i carabinieri avevano il loro posto.

L'uniforme prescritta in questo documento era già all'80% come l'attuale grande uniforme. Nel 1843, ulteriori provvedimenti diramati dal ministro della Guerra, rimodernavano e miglioravano la tenuta delle truppe, sparivano così gli abiti a code, retaggio dell'epoca napoleonica ed erano sostituiti dalle tuniche a doppio petto. Solo i carabinieri mantenevano l'abito a code con le guarnizioni rosse, pennacchio rosso e blu colori di Savoia e alamari argento, distintivo della loro prerogativa di corpo reale.

I Carabinieri avevano una bella uniforme turchina, guarnita di alamari d’argento, e indossavano un cappello a due punte, chiamato popolarmente “lucerna”, con un pennacchio (dal 1833) blu e rosso: colori ancor oggi ricorrenti nella simbologia dell’Arma, non solo nelle uniformi, ma anche nello stemma araldico e nelle livree delle moto e delle auto di servizio. Il blu rappresenta la nobiltà dell’Istituzione, il valore militare, la fedeltà, la giustizia, l’amor di patria, mentre il rosso l’audacia, il coraggio, il sacrificio.

Tale uniforme, nelle sue linee generali, è tuttora indossata per cerimonie di particolare solennità.

L’Arma dei Carabinieri è stata partecipe di tutti i mutamenti del Paese, quale insostituibile presidio “della pubblica e privata sicurezza” (come si legge nella premessa ai 16 articoli delle Regie Patenti), e ne ha affrontato i momenti difficili, talora drammatici, seguendo sempre un percorso fatto di fedeltà alle Istituzioni e di servizio alla collettività, ispirato a quei valori che da sempre costituiscono la cifra distintiva dell’Arma e sono inscritti nella sua identità.

Un servizio testimoniato dalle 48 ricompense alla Bandiera e dalle migliaia di decorazioni individuali e che trova conferma nel termine con il quale comunemente l’Arma viene identificata: “La Benemerita”.

La fedeltà è sempre stata una caratteristica dell’Arma dei Carabinieri. Il suo motto araldico è “Nei Secoli Fedele”, inizialmente ideato come contrassegno antonomastico dal Capitano Cenisio Fusi per la medaglia commemorativa del primo centenario dell’Istituzione e divenuto motto ufficiale nel maggio del 1932, dopo che una legge aveva concesso l’uso dei motti araldici ai Reggimenti e ai Corpi dell’Esercito.

Proprio da quella legge nascerà, nel 1935, il primo stemma araldico dell’Arma dei Carabinieri, che successivamente ha conosciuto altre quattro versioni, l’ultima delle quali, quella del 2002, recupera tutti gli elementi delle precedenti, quasi a sottolineare la continuità istituzionale nella storia.

Alla fedeltà, ancora, sono ispirate la marcia d’ordinanza “La Fedelissima” e la celeste Patrona, Maria “Virgo Fidelis, alla quale Sua Santità Pio XII, nel 1949, scelse di affidare i Carabinieri, fissandone la ricorrenza al 21 novembre.
L’anniversario di fondazione del- l’Istituzione, invece, si festeggia il 5 giugno, data di concessione, nel 1920, della prima Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Bandiera.