Convenzione ILO n. 192: il primo strumento internazionale per la tutela dai rischi biologici nei luoghi di lavoro

danno biologico
danno biologico

Convenzione ILO n. 192: il primo strumento internazionale per la tutela dai rischi biologici nei luoghi di lavoro

 

Introduzione

Il moderno concetto di “igiene” viene generalmente ricondotto all’attività scientifica di carattere sanitario della seconda metà del XIX secolo, periodo in cui, a seguito del sempre maggiore perfezionamento del microscopio e degli studi su cellule e tessuti, si è scoperta l’origine comune dei casi di morte per malattie conosciute, ma fino a quel momento attribuite a cause misteriose[1].

È sempre in quel periodo che tale concetto viene esteso dall’ambito strettamente sanitario di cura a quello della prevenzione, nella consapevolezza che la profilassi rappresenta uno strumento imprescindibile per eliminare o, quanto meno, contenere i rischi connessi agli agenti biologici.

In questo contesto, si collocano tutte le norme che, a livello nazionale ed internazionale, si sono occupate, nel corso degli anni, della prevenzione e protezione dagli agenti biologici, come, in particolare, la Direttiva 54/200/CE relativa alla protezione dei lavoratori contro l’esposizione ad agenti biologici e le previsioni del Titolo X del D. Lgs. 81/2008, dedicato a tutte le attività lavorative nelle quali vi è rischio di esposizione ad agenti biologici.

Sempre in questo contesto, si colloca, anche e ora, la Convenzione n. 192, adottata dall’International Labour Organization (ILO) all’esito della 113° conferenza internazionale che si è tenuta a Ginevra dal 2 al 13 giugno 2025 e denominata “Convention concerning prevention and protection against biological hazards in the working environment”, provvedimento che, per utilizzare le parole della stessa ILO, rappresenta “a landmark step in global efforts to safeguard occupational health and safety across all sectors[2].

Tale Convenzione entrerà in vigore, a livello generale, dodici mesi dopo la ratifica da parte di due Stati Membri e, per ogni Stato membro, dodici mesi dopo la data in cui la sua ratifica sarà stata registrata, comportando, poi, per lo stesso un impegno di almeno dieci anni.

 

Finalità ed ambito di applicazione della Convenzione

La Convenzione si pone l'obiettivo di fornire un quadro giuridico per il rispetto, la promozione e la realizzazione del diritto ad un ambiente di lavoro sicuro e salubre rispetto ai rischi biologici.

Il provvedimento si applica, quindi, a tutti i lavoratori ed in tutti i settori professionali, salva la possibilità per gli Stati Membri, in sede di ratifica e di prima applicazione, di escludere particolari settori economici, previa consultazione delle organizzazioni più rappresentative dei datori di lavoro e dei lavoratori interessati e sulla base di una valutazione dei rischi biologici connessi e delle misure preventive e protettive da applicare.

Prima di fornire le indicazioni volte alla prevenzione e protezione dai rischi biologico, la Convenzione individua, innanzitutto, i concetti fondamentali in materia, come indicati nella Tabella 1.

 

Tabella 1 – Definizioni

biological hazards

any microorganisms, cells or cell cultures, endoparasites or noncellular microbiological entities, including those which have been genetically modified, and their associated allergens and toxins, as well as allergens, toxins and irritants of plant or animal origin, when exposure is work-related, which can cause harm to human health. Harm to human health caused by exposure to biological hazards in the working environment includes diseases and injuries

exposure to biological hazards in the working environment

“an event during which[P31]  a worker comes into contact with, or is in close proximity to, biological hazards in the working environment. This exposure includes work-related activities and public health situations. The potential for infection or harm to occur is intrinsically linked to the modes of transmission and routes of exposure, which are critical to consider when devising appropriate preventive strategies and measures”

biological risk

the combination of the likelihood of an occurrence of a hazardous event caused by exposure to a biological hazard and the severity of injury or damage to the health of people caused by this event

evaluation of biological risks by the competent authorities

a systematic process for the identification of biological hazards and evaluation of risks by the competent authorities to support the development of a regulatory framework or guidelines for appropriate and proportionate risk control measures in relation to the biological risks associated with the work being performed. This evaluation takes into account: (i) the characteristics of the hazards, including their potential to cause harm to human health and the severity of this harm; (ii) the availability of effective diagnosis, prophylaxis and treatment; (iii) the public health risks in terms of spread to the population or the environment

workers

all employed persons, including public employees

 

Vengono, quindi, stabiliti (i) da un lato, le misure che gli Stati Membri sono tenuti a porre in essere e (ii) dall’altro lato, gli obblighi e le responsabilità in capo ai Datori di Lavoro.

Si tratta, naturalmente, di indicazioni che ciascuno Stato ratificante dovrà, poi, concretizzare mediante leggi, regolamenti e contratti collettivi, a seconda delle diverse prassi nazionali.

 

Le misure che devono essere adottate dagli stati membri

La Convenzione ILO pone una serie di disposizioni che gli Stati Membri sono tenuti a rispettare.

Si tratta, in particolare, di:

  1. integrare la protezione contro l'esposizione ai rischi biologici nell'ambiente di lavoro nella politica nazionale in materia di sicurezza e salute sul lavoro, sulla base di una valutazione effettuata dalle autorità competenti, e riesaminare periodicamente tale politica;
  2. elaborare disposizioni e linee guida nazionali in materia di misure preventive e protettive (ed eventualmente precauzionali) per il controllo dei rischi biologici nell'ambiente di lavoro, sulla base dei risultati della valutazione dei rischi effettuata dalle autorità competenti. Tali disposizioni e linee guida devono essere rese pubbliche e tenute costantemente aggiornate;
  3. adottare ed attuare procedure per la segnalazione, la registrazione, la notifica e l'indagine degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali (ed eventualmente degli eventi pericolosi) causati dall'esposizione a rischi biologici nell'ambiente di lavoro, pubblicando anche statistiche annuali suddivise per sesso e svolgendo indagini sui casi gravi, nonché fornendo indicazioni annuali sulle misure adottate, determinando la durata appropriata per la conservazione dei registri e riesaminando ed aggiornando periodicamente gli elenchi nazionali relativi a tali infortuni e malattie professionali. Anche queste procedure devono essere costantemente aggiornate;
  4. garantire che qualsiasi malattia, infortunio, incapacità o decesso dovuti all'esposizione professionale a rischi biologici nell'ambiente di lavoro dia diritto a prestazioni e/o indennità;
  5. garantire l'applicazione delle leggi e dei regolamenti nazionali in materia di esposizione ai rischi biologici nell'ambiente di lavoro attraverso un sistema di ispezione adeguato,  informazioni tecniche e di consulenza ai datori di lavoro, ai lavoratori ed ai loro rappresentanti, nonché risorse adeguate;
  6. stabilire sanzioni adeguate e misure correttive per le violazioni delle leggi e dei regolamenti in materia di rischi biologici nell'ambiente di lavoro.

 

Gli obblighi e le responsabilità dei datori di lavoro

Dopo aver precisato che i Datori di Lavoro devono, in generale, garantire che gli ambienti di lavoro siano privi di rischi per la sicurezza e la salute dovuti all'esposizione a rischi biologici, il provvedimento si sofferma anche sulle misure specifiche che dovrebbero essere poste in essere, come riportato nella Tabella 2.

Tabella 2 - Obblighi e responsabilità dei Datori di Lavoro.

 

tabella 2

 

A tali fini, la Convenzione ricorda, altresì, l’importanza di consultare costantemente i lavoratori ed i loro rappresentanti.

In tale contesto, è, infatti, fondamentale la collaborazione dei lavoratori, che, nello svolgimento della loro attività lavorativa, devono impegnarsi a segnalare tempestivamente al proprio superiore gerarchico qualsiasi situazione di lavoro che ritengano possa comportare un'esposizione a un rischio biologico o presentare un rischio per la sicurezza e salute propria o di altri e collaborare con il Datore di Lavoro per individuare ed attuare adeguatamente le misure più appropriate.

A completamento della Convenzione, l’ILO ha adottato anche la Raccomandazione n. 209, denominata “Recommendation concerning prevention and protection against biological hazards in the working environment”, che fornisce indicazioni di dettaglio per l’attuazione delle misure previste dalla Convenzione stessa, in merito, in particolare, alla valutazione del rischio, ai sistemi di allerta precoce, alle misure di pianificazione e di risposta alle emergenze ed alla formazione.

 

[1] Si pensi ai progressi scientifici ottenuti grazie alle scoperte sui vaccini di Luois Pateur ed all’individuazione dell’agente patogeno della tubercolosi da parte di Robert Koch. Per un approfondimento in merito, si veda Sicurezza sul lavoro, Manuela normo – tecnico a cura di A. Rotella, IPSOA, 2025, Capitolo 10; Carlo M. Cipolla, “Miasmi e umori”, Il Mulino, 2012.

 [P31]