Corte dei conti e attività non di servizio di dipendenti pubblici
Corte dei conti e attività non di servizio di dipendenti pubblici – Innovazioni legislative? Austria
I rapporti tra Corte dei conti e politici (e politicanti), anche in Austria, non sono sempre (stati) idilliaci.
Nel giugno 2025, la Corte dei conti ha pubblicato una relazione, dalla quale risulta, che, in materia di “Nebentätigkeiten und Nebenbeschäftigungen”, sussistono “opacità” e problemi, che postulano un intervento del legislatore.
La vigente disciplina, non è uniforme ed è, inoltre, lacunosa; anche gli interventi di chi dovrebbe assicurarne l’osservanza, sono, non di rado, carenti.
Presso i ministeri, mancano elenchi delle “Nebentätigkeiten” e delle “Nebenbeschäftigungen”, svolte da dipendenti pubblici. Inoltre, non infrequentemente, è stato riscontrato un cumulo di “Nebentätigkeiten”, con il rischio, che il pubblico dipendente, non adempia i doveri e tutti gli obblighi nascenti dal rapporto d’impiego.
In due “Länder” (Burgenland e Öberösterreich), non sono escluse “Vergütungen” (indennità) per “Nebentätigkeiten”, svolte durante l’orario di servizio; diversamente dalla disciplina vigente per i dipendenti dello Stato.
Ha sottolineato la Corte dei conti, che dovrebbe essere fissato un preciso discrimine tra “Haupttätigkeit” e “Nebentätigkeiten” per tutti i pubblici dipendenti. Dovrebbe essere esclusa, qualsiasi “remunerazione” o indennità per “Nebentätigkeiten”, svolte durante l’orario di servizio.
Frammentaria, è la normativa, pure, con riferimento alle “Nebenbeschäftigungen”. Cosí, per esempio, nell’”Oberösterreich” – a differenza di quanto previsto dal “Bund” – costituiscono “Nebenbeschäftigungen”, soltanto se le stesse sono “erwerbsmäßig”.
La Corte dei conti ha ravvisato l’esigenza – in relazione alle “Nebenbeschäftigungen”- di ricomprendere nelle stesse, tutte le attività svolte al di fuori degli obblighi di servizio, anche se a titolo gratuito, in quanto possono “generare” conflitti di interesse.
Nell’”Oberösterreich”, pubblici dipendenti hanno informato i loro superiori dello svolgimento, in un anno, di 2.050 “Nebentätigkeiten” e di 5.011 “Nebenbeschäftigungen”. Non di rado, sono stati omessi i controlli di queste attività, da parte degli uffici competenti. Sono state riscontrate pure omissioni per quanto concerne l’informazione dei superiori su “Beschäftigungen und Tätigkeiten” del genere.
È emerso, che alcuni dipendenti pubblici, hanno cumulato, in media, 4 “Nebentätigkeiten”, ma vi sono stati dei casi, in cui pubblici dipendenti, avevano svolto anche 8 o 12 “Nebentätigkeiten”.
C’è stato chi, per effetto del predetto cumulo, ha incassato circa 82.000 Euro l’anno. Il 63% di queste persone aveva funzioni dirigenziali.
Pare ovvio, che in casi del genere, il “lavoro principale” (“Haupttätigkeit”) di questi dirigenti, non possa essere stato svolto “a dovere”.
Mi viene in mente Epitteto: (Manuale, 3 :”Laddove si trova l’interesse, lí si trova anche la devozione”……). Nelle “Diatribe” (III, 14), Epitteto accenna alla “falsa superiorità, che gli uomini si attribuiscono, basandosi su privilegi, che sono loro estranei”.
Piuttosto rigorosa, è la normativa, che riguarda “Nebenbeschäftigungen” dei dipendenti del ministero dell’Interno (e degli organi di polizia in particolare).
In un regolamento, emanato nel maggio 2016, sono state elencate le “Nebenbeschäftigungen”, vietate ai dipendenti di questo ministero; quelle consentite, non devono comunque avere “Auswirkungen auf den Dienst” e non possono danneggiare l’”Ansehen des Dienstgebers”.
Ad appartenenti della “Polizei”, in servizio attivo, è fatto espresso divieto, di svolgere, al di fuori della propria attivita di servizio:
- “Personenschutz”
- “Portierdienste”
- “Berufsdedektiv”
- impiantare rilevatori della velocità di veicoli
- commercio e riparazione di armi.
Come risulta dall’elenco di cui sopra, ogni “contiguità” con l’attività (istituzionale) di servizio, deve essere vietata, al fine di non suscitare, anche soltanto l’apparenza, di “Befangenheit” (incompatibilità); altresí, allo scopo di prevenire, che fatti appresi nell’ambito del servizio, possano essere “utilizzati” per fini estranei alle esigenze del servizio.
Per quanto concerne il divieto, per gli appartenenti alla Polizei, di svolgere attività quale dipendente di un “Inkassoinstitut”, è agevole comprendere, che un’attività (di sollecito di pagamento), che appare come premessa per adire successivamente l’autorità giudiziaria e che la “Mitwirkung” di una persona facente parte della “Polizei”, possa ingenerare “Befangenheit”.
Nel circondario, nel quale l’appartenente a forze di polizia, presta servizio, è espressamente vietato, svolgere attività di: 1) istruttore di guida, 2) conducente di taxi, 3) controllore.
Qualsiasi “Nebentätigkeit” è interdetta ad appartenenti alla “Polizei”, che svolgono il loro servizio con identità diversa da quella reale (cosiddetti verdeckte Ermittler).
L’attuale “Rechnungshofgesetz“ risale al lontano 1948 e, secondo non pochi, avrebbe bisogno di modifiche e integrazioni.
Da tempo si chiede, che la “Prüfungskompetenz” di quest’organo di rilievo costituzionale (si vedano gli artt. 121 e segg. del “Bundesverfassungsgesetz – B-VG”), sia ampliata per quanto concerne società, alle quali la mano pubblica abbia una partecipazione nella misura di almeno il 25%.
Alcuni “Bundesländer”, nell’ambito delle loro “legislativen Zuständigkeiten” (competenze legislative), sono intervenuti, per cui, “Landesrechnungshöfe” hanno “Prüfungskompetenz” per quanto concerne società, alle quali un “Land” o un Comune (con meno di 10.000 abitanti), abbia una partecipazione pubblica di almeno il 25%.
Il disegno di legge, di iniziativa parlamentare, depositato il 18.6.25, è destinato a modificare e a integrare il “Bundesverfassungsgesetz”; in particolare, le modifiche riguardano gli artt. 126 b, Abs. 2, 127, Abs. 3, 127 a, Abs. 3, del B-VG.
Se si tratta di società quotate in Borsa, la partecipazione, ora del 50%, viene ridotta ad almeno il 25%.
Analoghe modifiche, sono previste per il “Rechnungshofgesetz” del 1948, sempre per quanto concerne la partecipazione pubblica (del +25%).
L’ampliamento della “Prüfungskompetenz” riguarda, principalmente, società operanti nel settore immobiliare, dell’edilizia agevolata, della sanità e delle infrastrutture.
Se il disegno di legge de quo venisse approvato, la “Prüfungskompetenz” della Corte dei conti sussisterebbe già con una partecipazione – dello Stato, di un “Land” o di un Comune, singolarmente o congiuntamente - pari ad almeno il 25%. Ne deriverebbe, secondo i parlamentari proponenti, un aumento della trasparenza e vi sarebbe uniformità di disciplina e di controllo, su tutto il territorio nazionale. Ci si ripromette, pure, una maggiore oculatezza nella spendita del denaro pubblico.
Altre modifiche legislative, sono previste in materia di
“Nebentätigkeiten” e di “Nebenbeschäftigungen” di pubblici
dipendenti.
Va preliminarmente chiarito, cosa s’intende, nell’ordinamento
austriaco, per ‘‘Nebentätigkeiten” e “Nebenbeschäftigungen” di un
pubblico dipendente, che, oltre alle proprie mansioni di servizio, che esplica secondo il "BDG Bundes- Dienstrechtsgesetz“ (una specie di T.U., che disciplina lo status giuridico di pubblici dipendenti), svolge altre attività in favore del “Bund” in un altro settore. Per esempio, se, su richiesta del proprio datore di lavoro, ricopre una funzione nell’organo di una persona giuridica di diritto privato, con partecipazione dello Stato.
Tuttavia, va precisato, che il pubblico dipendente, 1) il cui orario di servizio settimanale è stato ridotto, 2) o è "teilzeitbeschäftigt” oppure 3) è assente per maternità, può esercitare una "Nebentätigkeit” soltanto se – e nei limiti – consentiti dai superiori.
"Nebenbeschäftigung” di un pubblico dipendente è qualsiasi attività, che questo dipendente svolge al di fuori del rapporto d’impiego (§ 56 "BDG Beamtendienstrechtsgesetz").
Vi è divieto, anzitutto, che il pubblico dipendente eserciti attività, che possa essere di ostacolo all’adempimento dei propri obblighi e doveri di servizio o causare, anche soltanto l’apparenza, di incompatibilità oppure costituire un pericolo per altri, rilevanti, “dienstliche Interessen”.
Di ogni "Nebenbeschäftigung”, devono essere immediatamente informati i superiori.
Si parla di “erwerbsmäßiger Nebenbeschäftigung”, se il pubblico dipendente, con la stessa, consegue un importo di denaro o altra utilità.
Il pubblico dipendente, che lavora a orario ridotto settimanale o è ”teilzeitbeschäftigt” o assente dal servizio per maternità, può svolgere una ”erwerbsmäßige Nebenbeschäftigung”, soltanto se (e nei limiti in cui) è consentita dai superiori.
In ogni caso, il pubblico dipendente, deve notiziare i propri superiori, se ricopre una carica nel consiglio di amministrazione o nel consiglio di sorveglianza oppure in un altro organo di una persona giuridica di diritto privato, avente scopo di lucro.
In caso di svolgimento di un’attività non autorizzata, la “Dienstbehörde”, appena venuta a conoscenza della medesima, deve vietarla immediatamente con un’apposita “Weisung”.
Il ministro federale competente, può, con regolamento, proibire specificamente “Nebenbeschäftigungen”, che reputi “unzulässig”.
Le norme dettate per i dipendenti pubblici, trovano applicazione anche per i cosiddetti Vertragsbediensteten. "Vertagsbedienstete”, in Austria, sono persone occupate nella PA, ma che non sono pubblici dipendenti (non sono “im Beamtenverhältnis”). Il loro rapporto di lavoro è disciplinato da norme di diritto privato (“privatrechtliches Dienstverhältnis”).