Deep Web e Dark Web
Se le informazioni viaggiano così velocemente, non potrebbe farlo anche la criminalità?
Il dubbio è legittimo e chiama in causa le moderne tecnologie, l’intelligenza artificiale e i big data. Ma soprattutto il mondo sommerso, il cosiddetto Deep Web, che rappresenta il 90% della realtà virtuale. Canali di ricerca, social media, piattaforme di notizie e quant’altro, messe insieme, sono solo l’1% dell’intero World Wide Web. Una minima parte, la superficie: il cosiddetto Surface Web, o Open web. Il resto è la zona d’ombra.
Le due facce del web
Insomma, quando navighiamo in rete in realtà fluttuiamo sulla superficie di un oceano i cui abissi non sono raggiungibili dai tradizionali motori di ricerca. Profondità per lo più inesplorate e chiaramente, essendo sommerse, non quantificabili. Questo oceano racchiude decine di trilioni di pagine che spaziano dai database pubblici e privati al commercio illegale di organi.
Il web sommerso (Deep Web)
L’oro di questi canali sono, dunque, i dati. E fin qui rimaniamo nella sfera del lecito. La gran parte del web sommerso è composto da pagine con informazioni preziose di enti e istituzioni di rilievo mondiale operanti nel settore dello spazio e della ricerca, ad esempio. Quindi banche dati pubbliche. E accanto a queste, quelle private. Una fetta di questa torta è rappresentata da informazioni raccolte da informazioni interne ad aziende e università. Materiale prezioso per un’attività approfondita di informazione, come può essere una seria inchiesta giornalistica.
Il Dark Web
Il passaggio dal Deep Web al Dark Web può avvenire anche inconsapevolmente. Un navigatore non esperto, infatti, potrebbe cadere in una rete pericolosa senza rendersene conto, direttamente da un normale browser.
Di scorciatoia in scorciatoia, insomma, a un qualsiasi utente di medie conoscenze può accadere di finire su un sito piratato, o su un forum politico radicale, come anche di visualizzare contenuti violenti o nel bel mezzo di oscure trattative sul commercio di sesso e armi.
Non sempre per caso
In genere l’approdo sul terreno illegale avviene volontariamente. Chi lo fa per scelta vi approda tramite browser ad hoc che possono dare, tanto per dirne una, una chiave d’accesso al pannello di controllo industriale per azionare una centrale termica. O per spegnerla, con le conseguenze che possiamo immaginare.
Usi e abusi del web
Ci sono due facce della stessa medaglia nello sconfinato mondo del Deep Web. Da una parte stanno i contenuti nascosti, ma sicuri. È il caso dell’home banking, di un commento in fase di revisione o della conferma di iscrizione a un sito. Tutte operazioni che, a ben vedere, non comportano alcuna minaccia per la sicurezza. È l’area nascosta, ma pulita, del Deep Web.
E poi c’è l’altra faccia, quella dei contenuti pericolosi, perché illegali. Come il download di film non ancora nelle sale o sulle piattaforme o la musica scaricata aggirando le regole. E qui si entra nel territorio del Dark Web.
Chi desidera l’anonimato, trova il suo Eden nel Dark Web
Gli attori del Dark Web possono essere dissidenti politici, come anche commercianti di organi, che godono del vantaggio dell’anonimità: questi siti – e i servizi che vi si offrono – non sono indicizzati sui principali motori di ricerca. Questo si traduce nella possibilità di commettere azioni illegali. È in questa zona oscura e non identificabile che possono nascere attacchi informatici e attività di contrabbando.
Una navigazione pericolosa
Qualcuno potrebbe pensare di navigare nel Dark Web per proteggere la propria privacy, scaricando browser ad hoc. Ma le conseguenze possono essere davvero molto pericolose.
L’architettura del Dark Web, infatti, è sfornita di tutte quelle tutele che garantiscono una navigazione sicura sull’Open Web.
Non solo. Tra i rischi, c’è il furto d’identità, visto che si naviga su queste piattaforme senza il giubbotto di salvataggio della protezione antimalware e antivirus. Senza contare che questi luoghi virtuali, utilizzati per attività criminali, sono in molti casi sotto monitoraggio delle autorità governative. Il semplice fatto di frequentarli può comportare il rischio di essere tracciati come sospetti.
Insomma, il Dark Web è un terreno accessibile da tutti, con relativa semplicità. Ma altrettanto semplice è pagare un caro prezzo per le insidie che vi si nascondono.