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Estremismo di destra

Austria, RFT e Svizzera
Estremismo
Estremismo

Abstract

Periodi di crisi (economiche, politiche, sociali) favoriscono l’irrobustirsi di estremismi. Speriamo che – una volta debellato il COVID 19, le cui conseguenze sono facilmente immaginabili, anzi, prevedibili – l’Europa non venga investita da un’ondata, che ricorderebbe un passato non tanto lontano

 

Indice:  

1. Estremisti di destra in Austria e il “Verbotsgesetz” – Alcune sentenze della Suprema Corte  

2. “Rechtsextreme Delikte nella RFT – Qualche dato statistico  

3. Neppure la Svizzera pare immune dal “virus” del “Rechtsextremismus”

 

1. Estremisti di destra in Austria e il “Verbotsgesetz” – Alcune sentenze della Suprema Corte

In seguito a un’interrogazione parlamentare, il ministro dell’Interno austriaco, ha fornito una serie di dati statistici concernenti a) reati (comuni) commessi da estremisti di destra nel corso dell’anno passato nonché b) reati contro il cosiddetto “Verbotsgesetz” del 1947 (che contiene soprattutto norme, che vietano la riorganizzazione del partito nazista e delle sue organizzazioni fiancheggiatrici) nonché azioni dirette alla ricostituzione di questo partito.

Per quanto concerne i reati sub a), secondo gli organi di polizia, sono stati attribuiti a estremisti di destra, nel 2019,  797 reati, con un incremento degli stessi rispetto all’anno precedente (732).

Aumentati sono pure i reati punibili secondo il citato “Verbotsgesetz”:  1037 (2019), anziché 877 (2018). Autori di questi reati, sono state, in larga prevalenza, persone di sesso maschile e soltanto 20  di sesso femminile. In 110 casi, gli autori di questi reati, non sono potuto essere identificati. Due terzi dei contravventori al “Verbotsgesetz”, erano residenti nei “Länder” Oberösterreich (66) e Steiermark (59).

Una significativa diminuzione (da 236 nel 2018 a 89 nel 2019), è stata registrata a proposito dei reati a sfondo razzista  o, comunque, perpetrati ai danni di stranieri. I reati catalogati “antisemitisch”, nel 2019, sono stati 22. La loro perpetrazione è avvenuta, in larga parte, via internet.

Non sono pochi gli esponenti politici dell’opposizione, che chiedono la reintroduzione dell’obbligo di redigere, ogni anno, il “Rechtsextremismusbericht” (relazione annuale sull’estremismo di destra), com’era previsto fino al 2002) e un incremento dell’organico dell’Ufficio per la Tutela della Costituzione. La necessità di informare, sul punto, Governo e  parlamentari, è stata ravvisata pure dal Consiglio Nazionale per la Sicurezza (“Nationalen Sicherheitsrat”).

Per quanto concerne il “Verbotsgesetz”, vi sono alcune significative sentenze della Corte Suprema (OGH).

Con sentenza rubricata sub 140s 81/09 g, la Suprema Corte ha statuito che il “Verbotsgesetz” del 1947, è una norma costituzionale (“steht im Verfassungsrang”), per cui la “censura”, che questa legge possa essere “verfassungswidrig” (incostituzionale), non è neppure proponibile.

La maggior parte delle sentenze emanate dall’OGH in materia di “Verbotsgesetz”, è stata pronunziata per violazione del § 3 g di questa legge. Sanziona, questa disposizione normativa, qualsiasi comportamento – al di fuori delle ipotesi di reato previste dai §§ 3 a – f della citata legge – atto a propagandare fini perseguiti dal regime nazionalsocialista, sul territorio della Repubblica d’Austria o comunque con effetti sul medesimo.

Il reato p. e p. dal § 3 g è, nella sua specie, un “Hochverratsdelikt” (delitto di alto tradimento), di competenza della Corte d’Assise (“Geschworenengericht”) ed è sanzionato pure quando è commesso da (uno straniero) all’estero, purchè perpetrato “in Beziehung” (con riferimento) all’Austria (ved. OGH 90s 35/62; 150s  20/06 i) o con effetti sul territorio della Repubblica d’Austria e a condizione che all’azione posta in essere dall’autore del reato, sia immanente anche un “propagandistischer Effekt”.

Integrano, per esempio, la fattispecie di cui al § 3 g “Verbotsgesetz (VB)”, pubblicare, via “WhatsApp”, un’immagine del dittatore con i baffi, con un ”like”, pubblicare, via internet, l’immagine di una torta, sulla quale è effigiata la croce uncinata, “glorificare” il regime nazista, ostentare tatuaggi con la croce uncinata (ved., per esempio, OGH 120s 21610x), cantare una canzone – contenuta in un “Liederbuch” della Gioventù hitleriana – durante un viaggio in treno.

La diffusione “nationalsozialistischen Gedankengutes” è punita anche dall’articolo 3,  1° comma, n. 4, dell’EGVG, con la sanzione amministrativa fino a 2.180 Euro, salvo che  il fatto integri gli estremi di un’altra “Verwaltungsübertretung”, sanzionata più gravemente. È punibile pure il tentativo ed è prevista la confisca degli oggetti impiegati nel commettere la citata “Übertretung” (violazione di carattere amministrativo).

La fattispecie de qua si distingue da quella prevista dal § 3 g del “Verbotsgesetz”, in quanto la prima non richiede, ai fini dell’integrazione della stessa, il dolo (ved. OGH 120s 210 a), anzi, come ha precisato l’OGH (120s 72/92), il “besonderen Vorsatz”, di installare, in Austria, di nuovo il regime nazionalsocialista (ved. anche VfGH – Corte Costituzionale - 7.3.1989, B, 1824/88; VfSlg 12.002/1989).

 

2. “Rechtsextreme Delikte” nella RFT – Qualche dato statistico

Secondo dati forniti dal ministro federale dell’Interno, anche nella RFT, nel 2019, rispetto all’anno precedente, è stato registrato un aumento dei cosiddetti rechtsextremen Delikte (delitti commessi da estremisti di destra o con finalità di propagandare ideologie radicali di questo genere), come del resto sono aumentati i “Fälle politisch motivierter Kriminalität” (casi di reati a sfondo politico).

Per quanto concerne i primi, nel corso del 2019, questi delitti hanno registrato un aumento (a  22.337,  da 20.431 nel 2018). Nel 2017  erano stati 20.520.

Si è trattato, prevalentemente, di “Propagandadelikte” (delitti commessi propagandando ideologie estremistiche di destra);  vi erano, però, anche circa 1000 reati di violenza – tra consumati e tentati – ivi inclusi persino omicidi, oltre che lesioni personali volontarie (di vario grado).

Il numero complessivo dei “politisch motivierten Straftaten” in genere, vale a dire, la somma dei reati commessi da estremisti di destra e di sinistra, nel 2019, è stata di 41.175. Nel 2018 erano stati 36.062; nel 2017,  39.505.

Secondo il ministro federale dell’Interno, 427 reati erano “religiös begründet”, vale dire perpetrati da fanatici religiosi.

Contro persone di fede ebraica o istituzioni di queste comunità religiose, nel 2019, risultano essere stati registrati 2.032  reati (nel 2018,  1.799).

Durante una seduta del “Bundestag”, il ministro federale dell’Interno ha dichiarato, che i reati attribuiti all’estremismo di destra, non devono essere “relativizzati” con quelli commessi da estremisti di sinistra. L’estremismo di destra, spesso motivato – anche – da pregiudizi di carattere razziale o religioso, ha lasciato – sono le parole del ministro – una scia di sangue, per cui è indispensabile, rafforzare le misure di prevenzione e di difesa contro gli estremismi di ogni colore e ispirazione ideologica.

Le norme concernenti il controllo delle armi e, in particolare, quelle che disciplinano l’autorizzazione al possesso di armi da sparo, devono essere “revisionate”, anche perché alcuni “Länder” non hanno “brillato”, quando si è trattato di attuare le direttive impartite dal Governo federale. Occorre, in particolare, rendere più severi i “tests”, ai quali vengono sottoposti gli aspiranti alla licenza di porto d’armi. Con ogni probabilità, sarà vietata la detenzione, in casa, di quantitativi notevoli di munizioni (com’è tuttora lecito). Prima di accordare la licenza di porto d’armi, sarà necessario sottoporre l’aspirante a perizia medica o verrà comunque richiesta l’allegazione di un certificato medico. Secondo alcuni, verrebbe richiesto pure il preventivo parere del “Verfassungsschutz”. Dovranno poi essere “chiarite” le competenze del “Bund” e dei “Länder” in materia di rilascio di porto d’armi.   

È però anche da dire, che gli organi di polizia della RFT, nel 2019, hanno fatto il loro dovere,  posto che,  già nel 1° semestre di quell’anno, avevano inoltrato alle procure della Repubblica, 8.605 denunce per reati attribuiti a estremisti di destra.

 

3. Neppure la Svizzera pare immune dal “virus” del “Rechtsextremismus”

 “Die Schweiz ist kein Land des “Rechtsextremismus” (La Svizzera non è terra dell’estremismo di destra). Così si poteva leggere sui media nei decenni passati. Ultimamente, però, le cose sono cambiate nel senso che leggiamo sempre più frequentemente: “Die Schweiz ist keine Insel” (La Svizzera non è un’isola).

Dalla relazione annuale (2019) sulla sicurezza in Svizzera, redatta dal “Nachrichtendienst des Bundes– NDB”, vale a dire, dai servizi segreti, risulta che la “rechtsextreme Szene ist im Aufbruch” (gli estremisti di destra sono in aumento). Dispongono, questi gruppi, da qualche tempo, di “websites”, liberamente accessibili a chiunque (“offene Webseiten”), mentre in passato, hanno evitato – per quanto possibile – la “visibilità” e hanno tenuto, in genere, un comportamento, che è stato classificato “cospirativo”. La tendenza alla violenza è, e rimane, inalterata. I gruppi di estremisti di destra si servono sempre più dei moderni mezzi di comunicazione (per esempio, dell’internet e dei social media). Secondo stime ufficiali, i “gruppettari” disposti ad atti di violenza, sarebbero circa 350.

I cosiddetti rechtsextremen Vorfälle (episodi attribuiti a estremisti di destra), hanno subito, negli ultimi anni, un notevole aumento. Così, per esempio, nel 2017,  è stata registrata una triplicazione rispetto agli anni precedenti.

Il NDB ha indicato anche le zone, nelle quali, frequentemente, negli ultimi anni, si sono registrati episodi da ascrivere a estremisti del genere. Tra il settembre del 2016 e il novembre del 2018,  “Vorfälle” di tal genere, di cui è venuto a conoscenza il NDB, sono stati 39  (secondo altri, oltre una cinquantina). La maggior parte degli stessi, si è verificata in “Cantoni” che confinano con la RFT o con la Francia.  A Unterwasser (Kanton St. Gallen), 5.000 neonazi si sono riuniti in una palestra.

Non sono pochi coloro, che criticano le autorità della Svizzera, le quali, si dice, “tun sich schwer, genau hinzuschauen”, anche perché, affermano altri, “Extremismus gehört nicht zum Naturell der Schweizer” (l’estremismo non è “connaturato” agli Svizzeri).

Nella Confoederatio Helvetica (CH) non è mai riuscito a instaurarsi un regime fascista e larga parte degli Svizzeri è dell’opinione, che gli estremismi sono (soltanto) problemi esistenti negli Stati confinanti, trascurando, però, che ormai, gli estremismi “machen nicht an den Landesgrenzen Halt” (non si fermano ai confini della Svizzera) e che esiste una specie di “ideologia globale” di destra, che va diffondendosi sempre di più attraverso internet e i social media.

Nonostante tutto, deve però essere notato, che i gruppi di estremisti di destra (a differenza di quelli di sinistra), non dispongono, dal punto di vista organizzativo, di valide strutture e usano (da qualche tempo) una certa “Zurückhaltung”, quando si tratta di apparire verso l’esterno (“halten sich relativ bedeckt”).

Vi sono però stati anche “episodi” clamorosi, di cui si sono resi protagonisti esponenti della destra estrema elvetica. Come quando (ed erano un centinaio) hanno disturbato il discorso tenuto dal Capo dello Stato sulla “Rütli-Wiese”, un luogo “sacro” ai cittadini della Svizzera. A quest’episodio, inaudito agli occhi di tanti Svizzeri, hanno fatto seguito inchieste e indagini demoscopiche, dalle quali è emerso, che tra gli studenti tra i 18 e i 20 anni, il 10 % circa, si è dichiarato simpatizzante con ideologie di destra e con gruppi appartenenti a frange estremistiche di tale colore.

C’è chi chiede, che vengano monitorate, con più attenzione, le comunicazioni tra la Svizzera e certi Paesi confinanti, in quanto, è stato accertato, che minacce (anche gravissime) e intimidazioni, dirette a esponenti politici della RFT, provenivano dalla Svizzera, ove gli estremisti si mimetizzano – non di rado – all’interno di complessi musicali. Alcuni parlano della Svizzera come “retroterra” per esponenti neo-nazisti, che fanno leva sull’ordinamento liberale di questo Stato. Anche per tale motivo, il Governo della Svizzera ha dato incarico al NDB, di elaborare una specie di bozza per una proposta di  legge, al fine di poter adottare misure di carattere preventivo più tempestive e per poter perseguire efficacemente le frange estremistiche.

I social media contribuirebbero in modo notevole alla radicalizzazione di persone. Gruppi di estremisti, come il PNOS (Partei National Orientierter Schweizer), intensificano la loro attività, nonostante i loro aderenti, spesso, subiscano svantaggi, sul piano professionale, dall’appartenenza a questi gruppi.