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Fiducia nelle istituzioni

Come rispondono Austria, Svizzera e RFT?
fiducia nelle istituzioni
fiducia nelle istituzioni

Abstract

Qual è l’elemento principale di coesione di uno Stato liberal democratico?

 

Indice

I. Introduzione

II. Austria

III. RFT

IV. Svizzera

 

Introduzione

La stabilità degli ordinamenti democratici presuppone la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

È stato detto, che questa fiducia sarebbe l’indice del “Gesundheitszustand der Demokratie (dello stato di salute della democrazia). Recentemente, in Austria (oltre che nella RFT e in Svizzera) sono stati pubblicati sondaggi di opinione effettuati da istituti specializzati nell’appurare il “Vertrauen der Bürger in die Institutionen” e il grado di fiducia nelle stesse.

 

Austria

“Sehr zufrieden mit der Demokratie si è dichiarato, nel 2021, in Austria, il 4% dei cittadini; “eher zufrieden” il 24 %; “mittelmäßig” il 34 %; “eher wenig zufrieden” il 19%; ganz und gar nicht zufrieden il 19%.

Va osservato che il giudizio sulla democrazia dei cittadini austriaci, è stato, notevolmente migliore – nel 2020 quando si era dichiarato “sehr zufrieden oder eher zufrieden” il 45%. È ovvio, che sui giudizi di cui sopra, abbiano influito i vari scandali, di cui i media hanno dato ampio risalto.

Per quanto riguarda i singoli “Verantwortungsträger” (responsabili della politica), il maggior “Vertrauensverlust” – nel 2021 rispetto all’anno precedente – l’ha subito il Governo federale (-29%), il Parlamento (National- und Bundesrat) con un -21%, i Governi dei Länder (-17%), la Giustizia (-10%). “Cui dederitis beneficium? Vinum dominicum ministratoris gratia est”. (Petronio Satyricon).

È stato invece registrato un incremento della fiducia nell’UE (+ 4%).

A proposito dei media, va però rilevato, che i cittadini dell’Austria, secondo sondaggi di opinione, effettuati, qualche tempo fa, da un istituto incaricato dall’ORF, avrebbero notevole fiducia nei giornalisti dell’ORF Radiotelevisione statale (con i relativi media digitali) e nella loro attività professionale. Ben il 65,5% avrebbe indicato l’ORF come “vertrauenswürdigstes Medium” in materia di informazioni radio televisive e digitali. La “fonte” di informazione online più utilizzata, sarebbe ORF.at. Questi dati sarebbero emersi da un sondaggio, al quale hanno partecipato più di 1000 persone, residenti in Austria, di età tra i 15 e i 74 anni.

Complessivamente, sarebbe l’80% dei cittadini austriaci, che si servirebbe degli “Informationsangebote” offerti dall’ORF.

Nel “Ranking" europeo di fiducia dei cittadini nei mezzi di informazione, l’Austria si classifica al 7.mo posto (con un indice pari a 75), dopo la Finlandia (81), l’Olanda (80), la Svezia (78) e altri tre Stati. Tra gli ultima in questa classifica, vanno annoverati la Spagna, la Grecia e la Serbia.

Anche per quanto concerne le informazioni fornite dopo il manifestarsi dell’epidemia COVID-19, la Radiotelevisione ORF ha riscosso la maggiore fiducia da parte dei cittadini, con un indice pari a 44, dopo la carta stampata (26), le radiotelevisioni private (19) e i social media (17).

 

RFT

Ben l’88% dei cittadini della RFT danno dichiarato – nel 2021 – di avere fiducia nei medici e nelle strutture sanitarie,

l’80% nella Polizei

il 73% negli amministratori locali

il 70% nelle informazioni fornite dalla radio

il 68% nella Giustizia

il 58% nella carta stampata,

il 57% nel Governo federale

il 49% nell’UE

il 38% nei partiti politici. (“qui utrosque parietes linunt” (Petronio – Satyricon))

Per quanto concerne l’indice di fiducia negli organi costituzionali della RFT, i dati – relativamente al 2021 – sono i seguenti:

1)     Presidente della Repubblica: 71%

2)     Cancelliere federale: 52%

3)     Corte costituzionale federale: 55%

4)     Governo federale: 51%

5)     Governi dei “Länder”: 51%

6)     Sindacati: 50%

7)     “Bundestag”: 43%

8)     Unione europea 33%.

E la fiducia nella democrazia?

Nel 2021 è stata la seguente (i dati riportati sono arrotondati):

il 50% ha risposto di avere fiducia “in die Demokratie”,

il 30% ha da dichiarato di non avere fiducia nella stessa,

il 20% non ha risposto/voluto rispondere.

I risultati ora esposti non sono proprio lusinghieri per la RFT.

Ciò che ha indotto i “Bürger” a dare i “giudizi” di cui sopra, è dovuto al fatto, che le “politischen Eliten” sono assai “distanti” dalla “gente” e sono solite adottare le decisioni senza consultare coloro, i quali ne subiscono le conseguenze e dai quali sono stati eletti (ciò vale, in particolare, per gli amministratori locali). Manca – in questi organi – anche una “langfristige Vision” dei problemi da affrontare.*

La politica è una categoria, che s’intreccia con tante altre categorie, in particolare col potere ed è essa, che muove la realtà della vita (e della storia). C’è stato chi ha messo la politica al primo posto (Aristotele).

La politica, teoricamente, dovrebbe perseguire il bene comune, ma quale sia questo bene, le “opinioni” sono differenti assai. I partiti, al giorno d’oggi, scelgono il loro gruppo dirigente, che, spesso, è costituito da un’oligarchia, capace di influenzare, pesantemente, assieme ai mezzi di comunicazione di massa, l’opinione dei cittadini (specie, se sprovveduti di…). È risaputo, che i demagoghi sanno vendere, molto bene, la loro mercanzia; mercanzia, che non ha nulla a che vedere con il bene comune. Sono purtroppo pochi, ad avvertire ripugnanza nei confronti di quest’oligarchia, che avvertono il rischio di sudditanza priva di contropartita.

“Vetternwirtschaft”, nepotismo, familismo, consociativismo, favoritismo e corruzione, ha fatto sì, che si è manifestato, specie da parte dei giovani, una vera e propria indifferenza nei confronti della politica, il che favorisce il declino della democrazia (di quella partecipata!).

La separazione dei poteri (Montesquieu), nella nostra epoca, è, in gran parte, venuta meno a seguito dell’enorme rafforzamento del potere esecutivo in modo tale, che gli altri poteri “fristen immer mehr ein kümmerliches Dasein” (contano molto poco; questo vale in particolare per il potere giudiziario).

La democrazia è percepita, quasi sempre, come “vermittelt” (“mediata”). Una funzione rilevante l’hanno, in proposito, i media. Il “Vertrauen” negli stessi, è piuttosto scarso; anzi, il 31 % dei “Befragten” hanno dichiarato, di aver una fiducia nei Medien, che rasenta lo zero (il 28% degli “intervistati” è residente nell’Ovest e il 34 % nell’Est della RFT).

La fiducia dei cittadini nella PA (“Verwaltung”) ha subito un rilevante calo nel corso dell’epidemia COVID-19. Nel giugno 2012, la fiducia era stata piuttosto elevata: pari al 47%, mentre nell’ottobre 2021 il “Vertauen” è calato al 35%.

Molte critiche sono state rivolte a coloro che, in epoca precedente il manifestarsi dell’epidemia COVID- 19, avevano amministrato le strutture sanitarie, la cui efficienza, anche nella RFT, a seguito di misure di “razionalizzazione” (di risparmio), è stata ridotta in modo tale, da portarla “an den Rand der Leistungsfähigkeit” (ai margini della funzionalità).

Anche nella RFT non sono mancati quelli che hanno dubitato della pericolosità della suddetta epidemia; tuttavia, il loro numero è aumentato – dall’inizio del 2020 alla fine del 2021 – soltanto dal 28% al 31%.

Dati statistici molto particolareggiati, sono stati forniti con riferimento alla fiducia, che i cittadini hanno nelle due grandi confessioni religiose (e relative organizzazioni).

Fiducia – in genere – nelle due Chiese e nelle relative organizzazioni:

piena fiducia: 3%

grande fiducia: 19%

poca fiducia: 35%

pochissima fiducia: 28%

nessuna fiducia: 16%.

Nella Chiesa cattolica: fiducia molto elevata:

nel 1984: il 13%

nel 1994: il 7%

nel 2000: il 5%

nel 2002: il 5%

nel 2012: il 3%.

Nessuna fiducia:

nel 1984: il 15%

nel 1994: il 28%

nel 2000: il 23%

nel 2002: il 27%

nel 2012: il 28%.

E passiamo alla Chiesa evangelica:

fiducia molto elevata:

nel 1984: il 10%,

nel 1994: il 7%

nel 2000: il 6%

nel 2002: il 5%

nel 2012: il 5%.

L’iscrizione a un partito politico, influisce sul giudizio, che i cittadini danno sulle due Chiese e le loro organizzazioni? Risposta affermativa.

CDU-CSU:

nessuna fiducia: il 7%

fiducia assai ridotta: il 22%

poca fiducia: il 36%

grande fiducia: il 31%

piena fiducia: il 3%

SPD:

nessuna fiducia: il 15%

fiducia assai ridotta: il 28%

poca fiducia: il 32%

grande fiducia: il 21 %

piena fiducia: il 4%.

Verdi:

nessuna fiducia: il 10%

fiducia assai ridotta: il 31%

poca fiducia: il 36%

grande fiducia: il 23%

piena fiducia:0%.

Critiche rivolte da persone di fede evangelica alla Chiesa cattolica:

1)     ha troppo potere: 62%

2)     chiede di frequente elemosine, nonostante abbia un patrimonio di elevatissimo valore: 48%

3)     reputa, che – essa sola – sia in grado di interpretare la Bibbia: 42%

4)     tratta i fedeli come “unmündige Kinder”: 41%

5)     esercita pressioni sulla politica 40%

6)     è contraria a una concezione moderna della vita: 35%

7)     favorisce atteggiamenti bigotti: 31%.

Critiche dei cattolici nei confronti della Chiesta evangelica:

1)     le funzioni religiose difettano di solennità: 44%

2)     la Chiesa evangelica reputa che – essa sola – sia in grado di interpretare la Bibbia: 26%

3)     poca chiarezza in materia di “Glaubensfragen”: 26%

4)     tiene troppo poco conto della tradizione cristiana: 19%

5)     chiede spesso elemosine, nonostante disponga di un patrimonio elevato: 12%

6)     assume – in modo insufficiente – posizione sui problemi politici e asseconda troppo spesso il “potente di turno”: 10%

7)     dispone di troppo potere: 6%.

 

Svizzera

Le istituzioni della Svizzera godono – su scala mondiale – della più grande fiducia. Ma – anche in ambito europeo – il “Vertrauen in die politischen Institutionen der Schweiz” è ai livelli massimi (dati Eurostat).

Si reputa, che ciò sia il “risultato” di neutralità, federalismo, democrazia diretta e “vicinanza” (“Nähe”) tra istituzioni e popolazione.

La fiducia delle persone nelle istituzioni, è essenziale per la valutazione dell’“Überzeugungskraft des Staates. Più è elevata questa fiducia, meno lo Stato deve ricorrere a mezzi di natura coercitiva per “imporsi” (nel senso di esigere l’applicazione delle leggi e dei provvedimenti da esso emanati).

 È stato detto, che la fiducia degli abitanti nelle istituzioni, ha fatto sì, che la Svizzera, per arginare l’epidemia COVID-19, ha potuto “contare” sull’“autoresponsabilità” (“Selbstverantwortung”) della popolazione e ha dovuto – in misura meno elevata rispetto ad altri Stati – ricorrere a misura di carattere coercitivo. È un dato di fatto, che la Svizzera, con la sua politica sanitaria, ha conseguito obiettivi senz’altro accostabili (se non migliori), a quegli Stati, che hanno fatto ricorso a rigorose misure per debellare l’epidemia COVID 19.

Sondaggi effettuati di recente, hanno rivelato, che la Polizei è l’istituzione, che, dopo il “Bundesrat” (Governo federale), gode della maggiore fiducia (68%), segue, con il 57%, l’ordinamento giuridico (“Rechtssystem”) e quello politico (47%). La fiducia della popolazione nelle predette istituzioni, ha subito, negli ultimi anni, un significativo aumento.

Un dato, che può sembrare, a prima vista, quasi paradossale, è che la fiducia nelle istituzioni, è più grande tra persone con “Migrationshintergrund (in sostanza, tra gli immigrati) con il 74%, che tra i cittadini della Confoederatio Helvetica (con il 58%).

Molto elevata, come già detto, è la fiducia nel “Bundesrat”, nella PA e nel “Nationalrat”.

Ha, invece, subito, negli ultimi anni, un sensibile calo, la fiducia nell’UE (appena del 20% è il relativo “Vertauen”). Calata è la fiducia nei media in genere; in particolare, nei confronti dell’Intenet (37%) e dei servizi televisivi (soltanto il 45% si fida di questo mezzo di comunicazione); poco più elevata è la fiducia nella radio (51%).

La maggior fiducia nelle istituzioni, da parte degli immigrati, è sorprendente, anche perché un numero considerevole di stranieri, che, da decenni vivono e lavorano in Svizzera, non hanno diritti politici (prima che a essi venga concessa la cittadinanza di questo Stato). Attualmente, soltanto circa 600 su 2202 Comuni, concedono agli stranieri uno “Stimmrecht (diritto di voto) auf kommunaler Ebene”. La maggior fiducia nelle istituzioni della Svizzera, l’hanno gli immigrati dall’Europa del Nord e dell’Ovest. Sono essi, ad apprezzare particolarmente democrazia diretta e federalismo nella Svizzera.

Gli immigrati, che, dopo anni, hanno ottenuto la cittadinanza della Svizzera, conservano spesso (57%) anche quella dello Stato di origine.

Gli Svizzeri s’interessano di politica? Questa domanda è di attualità in un periodo di tempo, in cui la cosiddetta Politikverdrossenheit, in Europa, è alta. Secondo un sondaggio recente, il 74% degli “Eidgenossen” s’interessano di politica (nel 2017, la percentuale era stata pari al 68%).

Come valutano gli Svizzeri l’immagine del loro Stato all’estero? Il 51% la ritiene tra l’“ottimo” e il “buono”. Per quanto concerne la politica estera della Svizzera, i cittadini elvetici si augurerebbero una politica più attiva (69%).

La fiducia degli Svizzeri nelle istituzioni, per quanto concerne il “management” durante l’epidemia COVID-19, è stata relativamente elevata; il 45% della popolazione ha avuto fiducia molto grande o grande, mentre il 31% ha dichiarato, di avere scarsa o molto poca fiducia. È da notare, che la fiducia, perdurante la predetta epidemia, è diminuita col tempo.

Nel marzo 2020, il “sehr große” o “große Vertrauen” della popolazione, è stato pari al 61%, calando poi, di semestre in semestre, fino all’attuale percentuale del 45%.

*Torna alla mente, quanto scritto da Marco Aurelio (Pensieri): “Non sperare nella repubblica di Platone, ma accontentati di ogni minimo miglioramento e pensa, che riuscire a ottenere un risultato, pur così piccolo, non è una cosa da poco". Quanto sono meschini questi omuncoli con le loro arie da politici. Ma chi cambierà mai le loro opinioni? E se non la cambiano, che altro resta, se non la schiavitù di gente, che si lamenta e finge di obbedire? Se hanno soltanto recitato una parte, nessuno mi ha condannato a imitarli” (Libro IX 29).