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Green pass per l’accesso alle mense aziendali: per Confindustria il fornitore è titolare del trattamento

La città muta - Luci (II)
Ph. Anuar Arebi / La città muta - Luci (II)

Sul Green pass ce n’è una nuova ogni settimana. Questa volta il tema riguarda l’esibizione del Green pass quale condizione per l’accesso alle mense aziendali, obbligo calato dall’alto delle FAQ pubblicate dal Governo il 14 agosto 2021.

Infatti, queste FAQ, alla domanda circa la necessità di esibire il Green pass da parte dei dipendenti per la consumazione al tavolo nelle mense aziendali, o comunque in tutti i locali adibiti alla somministrazione di servizi di ristorazione, rispondono:

Sì, per la consumazione al tavolo al chiuso i lavoratori possono accedere nella mensa aziendale o nei locali adibiti alla somministrazione di servizi di ristorazione ai dipendenti, solo se muniti di Green pass, analogamente a quanto avviene nei ristoranti. A tal fine, i gestori dei predetti servizi sono tenuti a verificare il Green pass con le modalità indicate dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 giugno 2021”.

Il chiarimento arriva a smentita di quanto dichiarato dal Ministero dell’Interno con la circolare del 5 agosto scorso, nella quale il Viminale escludeva l’obbligo di esibizione del Green pass per usufruire della mensa interna.

Le cose cambiano in fretta, si sa… che poi il cambiamento avvenga via FAQ nell’arco di 10 giorni, è altra questione. D’altronde, ormai FAQ e slides valgono quali fonti del diritto a tutti gli effetti, almeno nei fatti.

Bene, quindi serve il Green pass anche per sedersi al tavolo della mensa aziendale. Che problema c’è? Più di uno.

Tutto ruota attorno a come devono inquadrarsi i rapporti tra datore di lavoro e fornitore del servizio mensa relativamente all’obbligo di verifica del Green pass, anche e soprattutto sul versante privacy.

Per rispondere anche a queste domande, Confindustria ha pubblicato una nota di aggiornamento il 18 agosto 2021, nella quale presenta le proprie soluzioni operative ai principali interrogativi emersi negli operatori del settore.

 

Privacy e verifica del Green pass per la mensa aziendale

Il punto che ci interessa trattare in questa sede è quello relativo a come devono inquadrarsi i rapporti privacy tra datore di lavoro ed appaltatore del servizio mensa. Chi è il titolare del trattamento dei dati contenuti nel Green pass esibito dal dipendente?

In tema, il punto 5.12 della nota di Confindustria risponde come segue:

In termini generali, il punto è stato affrontato sul piano normativo dal DPCM del 17 giugno 2021, che in sostanza “limita” le verifiche sul possesso del Green pass alle generalità del possessore e alla autenticità e alla corrente validità del medesimo, al momento della verifica. Per queste ragioni il “sistema Green pass” non pone particolari problematiche sul piano della tutela della riservatezza dei dati personali. Nello specifico, la FAQ chiarisce l’obbligo di esibizione tra lavoratore dipendente e gestore della mensa, per cui il datore di lavoro resta tendenzialmente soggetto terzo, non interessato direttamente alla conoscenza del possesso di un green pass valido. Egli potrebbe venire a conoscenza del rifiuto del gestore e dedurne il motivo, che comunque resta generico (mancato possesso del green pass, green pass scaduto) e non consente di fare riferimento ai presupposti che hanno consentito il rilascio del Green pass”.

Dunque, titolare del trattamento, stando al tenore del DPCM 17 giugno 2021 e delle FAQ del Governo dovrebbe essere, almeno in termini generali, il gestore della mensa.

È ad egli infatti che la normativa si rivolge attribuendogli l’obbligo specifico di esercitare l’attività di controllo del Green pass, venendosi quindi a creare un rapporto giuridico diretto con il dipendente rispetto al quale il datore di lavoro resta soggetto terzo ed estraneo.

Ciliegina sulla torta: per questo incombente inaspettato, il gestore del servizio non ha alcun diritto a un compenso aggiuntivo, fatta salva la magnanimità contrattuale del committente.

Per tutti i datori di lavoro che, almeno fino ad adesso, hanno tirato un sospiro di sollievo, ci sono stati altrettanti appaltatori di servizi mensa che si sono messi sul piede di guerra. Questi ultimi, in aperta critica a quanto previsto dalle FAQ di Palazzo Chigi, hanno dichiarato che i controlli non dovrebbero gravare sulle loro spalle e che, così facendo, si rischia di affossare un settore già duramente colpito da una forte crisi di settore.

Al canto della rivolta non hanno mancato di unirsi i sindacati, i quali hanno sottolineato la necessità di una decisione congiunta sul tema, condannando l’iniziativa unilaterale del Governo.

Va detto che tutte le norme sul tema non sembrano lasciare molto spazio di manovra in materia. La titolarità del trattamento dei dati contenuti nel Green pass in capo al gestore del servizio pare essere palesata sia dal DPCM 17 giugno 2021 che dal tenore lapidario della FAQ riportata sopra.

In attesa di possibili soluzioni originali da parte del Garante Privacy, che al momento non ha preso alcuna posizione a riguardo, non resta che adeguarsi al diktat governativo.