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 Il pallone gonfiato cinese  

pallone gonfiato
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 Il pallone gonfiato cinese 

Chiedo venia. Preciso: chiedere venia è un modo colto di chiedere scusa che quelli delle ZTL, come me, convinti che loro non sbagliano mai – pardon, di più, di avere sempre ragione – usano quando, in certi rarissimi casi, fanno errori imperdonabili. Purtroppo, oggi è toccato a me: doppio errore, lo riconosco, per questo chiedo venia.

Da lustri mi vanto di disegnare scenari di ogni tipo, persino geopolitici, e dei 17 già elaborati (seppur tenuti segreti) sulla Guerra ucraina, secondo me potenziale innesco della Terza Guerra mondiale, neppure uno aveva come assumption la mitica Lanterna Kongming. Mi devo considerare bocciato come scenarista? Temo di sì. Rimandato? Come minimo!

Questa lanterna è stata considerata il primo pallone gonfiato ad aria calda della storia, inventato da quel genio di Zhuge Liang, il cui nome-cerimoniale era appunto Kongming. Fu il massimo pensatore politico e stratega militare dell’Imperatore di allora (una specie di Henry Kissinger de noartri). Siamo nel III Secolo a.C., lui le concepì come “palloni spia frenati”, per controllare i paesi nemici. I congegni via via evolsero nei secoli fino ad arrivare ai “palloni gonfiati giapponesi”, che nella Seconda Guerra mondiale avevano lo scopo di incendiare le foreste americane. Mal gliene incolse, si beccarono l’atomica. Così per dire: con i palloni gonfiati si sa come si inizia, non come si finisce.

Ricordo che nell’aprile 2001 un aereo spia americano, quindi non un pallone gonfiato, venne intercettato dai cinesi e costretto ad atterrare. Il pilota venne tenuto in ostaggio, e liberato solo dopo cinque mesi, il tempo necessario per smontare, fino all’ultima vite, l’aereo spia. Fotografati e analizzati tutti i pezzi, questi furono messi in centinaia di scatoloni e restituiti, insieme al pilota, agli Stati Uniti.

I cinesi protestano, perché il loro pallone gonfiato era, dicono, per uso civile e meteorologico. Gli americani non ci credono perché sono convinti che, come minimo, volessero rubare le loro conversazioni telefoniche di tipo strategico. Nessuno ha ipotizzato che potesse contenere una bomba atomica tattica. Speriamo non ci pensi quel birbante di Kim Jong-un.

Per giorni e giorni, mentre il pallone gonfiato cinese entrava e usciva dallo spazio aereo americano, il Consiglio per la Sicurezza Nazionale si riuniva nei bunker più profondi del sottosuolo della Casa Bianca, nella mitica “Situation Room”, una stanza di 513,3 metri quadrati intitolata a John FKennedy che ne decise la costruzione.

Pare che ci siano stati accesi dibattiti fra il Presidente, che voleva abbattere il pallone, e i generali che volevano attendere, perché temevano che il suo sconosciuto contenuto (per dare un’idea, il pallone aveva un volume pari a tre autobus) cadesse in testa ai cittadini. Trattandosi di un pallone gonfiato, per abbatterlo sarebbe bastata una cerbottana, fu scelto invece uno dei missili più potenti in dotazione. Dopo l’eliminazione dell’intruso, tutte le leadership, con Joe Biden in testa, risalirono in superficie. La vita riprese. La Terza Guerra mondiale fu, all’apparenza, rimandata?

Lo confesso questo andirivieni per giorni e giorni, su e giù, nella “Situation Room” dei nostri massimi leader militari e politici mi ha turbato. Forse perché sto leggendo un libro di un leader assoluto, “1492. Diario del primo viaggio” di Antonio Musarra (Laterza 2022). E’ il diario di Cristoforo Colombo, prima, durante, dopo, il viaggio alla scoperta dell’America, ricostruito avvalendosi di rigorose fonti storiche. Emerge un personaggio straordinario nella sua comune umanità, mentre la caravella è spinta dagli Alisei, deve prendere, in successione, decisioni drammatiche, sotto le sguardo feroce della ciurma (popolino in purezza). Lui, pur in assenza di una “Situation Room”, guidato da un obiettivo folle quanto geniale (contro intuizione in purezza), “Buscar el Levante por el Poniente” , va avanti, avanti.

Leggere come si muoveva in situazione di crisi l’Ulisse cristiano, l’Ulisse dantesco realizzato, mi ha tranquillizzato. Il Convento 2.0 del mondo di oggi invece mi preoccupa molto, visto che ci passa due poveretti, Joe e Xi, che neppure con l’aiuto delle loro scientifiche e ipertecnologiche “Situation Room”, sanno che fare, danno la sensazione di procedere sempre a tentoni.

 

Zafferano.news