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Il canto del mondo mutilato del poeta Adam Zagajewski

La struggente poesia dedicata alle vittime dell'11 settembre scritta dal grande poeta polacco scomparso lo scorso 21 marzo
Adam Zagajewski
Adam Zagajewski

In occasione della recente scomparsa, avvenuta il 21 marzo 2021, del poeta polacco Adam Zagajewski, pubblichiamo una delle sue poesie più famose, "Prova a cantare il mondo mutilato", uscita sul giornale "The New Yorker" col titolo "Try to praise the mutilated world" poco dopo l'attacco alle torri gemelle dell'11 settembre 2001. Poesia che lo rese celebre nel mondo e che gli valse il plauso incondizionato di pubblico e di critica.

Nato nel 1945 a Leopoli (ora città dell'Ucraina), si è trasferito da piccolo con la famiglia in Polonia, a Cracovia, dove ha studiando e si è formato diventando uno dei migliori rappresentanti di quella generazione letteraria della Nowa fala polacca.

L'opera di Zagajewski ha ricevuto il riconoscimento della critica internazionale ed è stata tradotta in numerose lingue.

 Czeslaw Milosz ha detto del suo lavoro: "La sua è una tessitura in cui fiori, alberi e uomini convivono in un’unica scena, Ma questo mondo ricreato dall’arte non è un luogo di fuga, al contrario è in relazione con la cruda realtà di questo secolo".

La poesia che proponiamo sia in versione italiana che nella versione originale in polacco, è stata tradotta da Krystyna Jaworska,ì ed è tratta dal libro “Dalla vita degli oggetti”, Poesie 1983-2005, pubblicato da Adelphi nel 2012.

La bellissima poesia è un testo che racchiude la realtà dell’uomo moderno: l’indifferenza, il dolore, la desolazione e la sua solitudine, un testo che è quasi una preghiera volta a chiedere di poter vedere la luce che possa dar forza e distruggere lo scempio della vita sul nostro pianeta perpetrato dall'uomo contro i suoi simili e la natura stessa.

Una ricerca spirituale e un elogio della fragilità interiore, dell'amore e della purezza dell'anima, le uniche vie capaci di vincere la morte e rendere unica la vita.

Il poeta usa una metrica cadenzata, comprensibile ed efficace, e ci fa subito "vedere" quello che con le sue parole cerca di dipingere nell'anima di ciascuno di noi.

ADAM ZAGAJEWSKI
PROVA A CANTARE IL MONDO MUTILATO.

Prova a cantare il mondo mutilato.
Ricorda le lunghe giornate di giugno
e le fragole, le gocce di vino rosé.
Le ortiche che metodiche ricoprivano
le case abbandonate da chi ne fu cacciato.
Devi cantare il mondo mutilato.
Hai guardato navi e barche eleganti;
attesi da un lungo viaggio,
o soltanto da un nulla salmastro.
Hai visto i profughi andare verso il nulla,
hai sentito i carnefici cantare allegramente.
Dovresti celebrare il mondo mutilato.
Ricorda quegli attimi, quando eravate insieme
in una stanza bianca e la tenda si mosse.
Torna col pensiero al concerto, quando la musica esplose.
D’autunno raccoglievi ghiande nel parco
e le foglie volteggiavano sulle cicatrici della terra.
Canta il mondo mutilato
e la piccola penna grigia persa dal tordo,
e la luce delicata che erra, svanisce
e ritorna.

Traduzione di Krystyna Jaworska

da “Dalla vita degli oggetti”, Poesie 1983-2005, Adelphi, 2012

ADAM ZAGAJEWSKI
SPRÓBUJ OPIEWAĆ OKALECZONY ŚWIAT

Spróbuj opiewać okaleczony świat.
Pamiętaj o długich dniach czerwca
i o poziomkach, kroplach wina rosé.
O pokrzywach, które metodycznie zarastały
opuszczone domostwa wygnanych.
Musisz opiewać okaleczony świat.
Patrzyłeś na eleganckie jachty i okręty;
jeden z nich miał przed sobą długą podróż,
na inny czekała tylko słona nicość.
Widziałeś uchodźców, którzy szli donikąd,
słyszałeś oprawców, którzy radośnie śpiewali.
Powinieneś opiewać okaleczony świat.
Pamiętaj o chwilach, kiedy byliście razem
w białym pokoju i firanka poruszyła się.
Wróć myślą do koncertu, kiedy wybuchła muzyka.
Jesienią zbierałeś żołędzie w parku
a liście wirowały nad bliznami ziemi.
Opiewaj okaleczony świat
i szare piórko, zgubione przez drozda,
i delikatne światło, które błądzi i znika
i powraca.

“Wiersze wybrane”, Kraków, 2010