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Immigrazione: 7 nuove leggi - RFT

Immigrazione
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Abstract

L’accettazione degli immigrati, da parte della popolazione residente, è strettamente connessa con un’immigrazione “contingentata” e che avviene comunque ordinatamente. Ciò è anche nell’interesse degli stessi “Einwanderer”.

 

Indice

1. Immigrati da Stati extracomunitari e “Duldung”  

2. II   Rendere effettiva l’esecuzione di provvedimenti di espulsione

3. Il limite di 200.000 immigrati l’anno è realistico?

4. Incostituzionalità della nuova normativa?

5. Ancora da approvare modifiche alla legge sulla cittadinanza

 

1. Immigrati da Stati extracomunitari e "Duldung"

Nei primi giorni di giugno 2019, Il "Bundestag" ha approvato, in terza lettura, ben sette proposte di legge governative, che modificano e integrano la normativa in materia di immigrazione.

Due sono di particolare importanza: 1) il “Fachkräfteeinwanderungsgesetz” (che disciplina l’immigrazione di persone specializzate) e il “Geordnete – Rückkehr – Gesetz”, contenente norme per velocizzare e facilitare l’espulsione di stranieri non aventi titolo per soggiornare nella Repubblica Federale Tedesca.

Con il “Fachkräfteeinwanderungsgesetz” viene facilitata l’immigrazione di giovani provenienti da Stati extracomunitari, in possesso di una specializzazione in certi settori artigianali e in elettronica.

È stata abrogata la norma, secondo la quale, l’assunzione di un extracomunitario era lecita soltanto dopo che il datore di lavoro si fosse accertato, che a quel posto di lavoro non avesse aspirato un lavoratore con cittadinanza della RFT oppure un lavoratore proveniente da uno Stato comunitario (era, questa, la cosiddetta Vorrangprüfung):

Ai fini della ricerca di un posto di lavoro, a persone specializzate, provenienti da Stati extracomunitari, è consentito l’ingresso nella Repubblica Federale Tedesca (e la permanenza per la durata di sei mesi), a condizione che abbiano adeguata conoscenza della lingua tedesca.

Queste persone (cosiddetti Arbeitsmigranten), durante i predetti sei mesi, non hanno diritto “auf Sozialleistungen”.

Secondo stime fatte dal Governo della Repubblica Federale Tedesca, queste disposizioni consentiranno l’ "Einreise" di circa 25.000 persone l’anno.

Sarà consentito l’ingresso, nella Repubblica Federale Tedesca, anche di esperti in materia di elettronica senza titolo di studio; questi devono, però, essere in grado di provare di aver lavorato, per almeno 3 anni, in qualità di “IT-Experten”.

In tal modo s’intende porre riparo alla carenza di Facharbeiter” nei predetti settori. Viene consentito pure l’ingresso, nella Repubblica Federale Tedesca, di giovani apprendisti in ricerca di un “Ausbildungsplatz”, a condizione che non abbiano compiuto il 25.mo anno di età e possano dimostrare di avere una buona conoscenza della lingua tedesca.

Pertanto, non è più richiesto che l’immigrante esibisca, al momento dell’ingresso, un contratto di lavoro firmato da un datore di lavoro della Repubblica Federale Tedesca.

È stata introdotta pure (sempre allo scopo di ovviare alla carenza di persone specializzate), la “Duldung für abgelehnte Asylwerber, che si sostanzia in una specie di tolleranza del soggiorno (illegale) di persone che non hanno ottenuto lo status di asilanti.

Questa “Duldung” è subordinata al fatto che lo straniero extracomunitario abbia un posto di lavoro fisso, possa mantenersi (interamente) con la propria attività lavorativa oppure assolva un apprendistato, nel qual caso si parla di “Ausbildungsduldung”, la quale è però circoscritta a determinati settori di attività di carattere ausiliario (“Helferberufe”).

Possono avvalersi della predetta “Duldung” soltanto coloro che hanno fatto ingresso nel territorio della Repubblica Federale Tedesca, prima dell’1.8.2018.

Gli effetti di questa “tolleranza” cessano in ogni caso alla fine del 2023.

Non senza prospettiva di poter rimanere nella Repubblica Federale Tedesca, sono gli stranieri privi di permesso di soggiorno, ma che avevano già iniziato un apprendistato.

Una norma del genere era già in vigore anteriormente al giugno 2019, ma l’applicazione della stessa era limitata a pochi settori di lavoro e che ora viene estesa notevolmente.

 

2. Rendere effettiva l’esecuzione di provvedimenti di espulsione

Per quanto concerne le innovazioni in materia di espulsione (e, in particolare, di esecuzione di queste misure), la nuova legge prevede che persone sottoposte a “Abschiebehaft” possono essere “detenute” anche nelle “JVA” (“Justizvollzugsanstalten”), cioè nelle carceri giudiziarie, sia pure in sezioni distinte da quelle, nelle quali i condannati con sentenza definitiva espiano la pena.

Con il cosiddetto Ausreisegewahrsam (per effetto del quale l’extracomunitario, nei cui confronti è stata disposta l’espulsione, può essere “detenuto” fino a 10 giorni, anche se non vi sono indizi che lo straniero possa sottrarsi al rimpatrio), s’intende assicurare che le persone, nei confronti delle quali è stata disposta l’espulsione, non possano “vanificare” questa misura, facendo perdere le loro tracce, magari anche pochi giorni prima della progettata espulsione.

Il legislatore si è deciso a introdurre questo “Gewahrsam” (una specie di fermo) in quanto, nel 2018, il 50% circa delle espulsioni di queste persone non aventi più titolo per soggiornare nella Repubblica Federale Tedesca, non poteva essere attuato.

Nuovo è l’obbligo di chi è destinatario di un provvedimento di espulsione, di “adoperarsi” per l’ottenimento della documentazione necessaria per fare ritorno nel Paese di origine.

Sempre ai fini dell’esecuzione di provvedimenti di espulsione, agli organi di polizia viene conferita la facoltà di introdursi nei luoghi, nei quali si ritiene si trovi la persona da espellere, senza che vi sia necessaria autorizzazione da parte dell’autorità giudiziaria.

Questa disposizione normativa è già stata criticata aspramente in quanto, ad avviso di non pochi, appare in contrasto con dettami del Grundgesetz (GG – Costituzione federale) e della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Ha osservato il ministro dell’Interno, che la mancata esecuzione/eseguibilità di provvedimenti di espulsione, danneggia la credibilità delle istituzioni.

Mediante l’“unabhängige Asylverfahrensberatung” (consulenza “indipendente” in materia di procedimenti diretti a ottenere asilo politico), il legislatore ha voluto riservare -primariamente - quest’attività di consulenza all’Ufficio Federale per la Migrazione e i Profughi; soltanto in subordine, l’espletamento è consentito a istituzioni caritatevoli o comunque non governative.

Vengono ampliate le provvidenze in favore di chi intende apprendere la lingua tedesca in vista della concessione di un futuro permesso di soggiorno, mentre sono ridotte le elargizioni in favore di chi compie atti diretti a impedire o a ritardare la propria espulsione.

Da quanto ora esposto, risulta che con le 7 leggi approvate dal “Bundestag”, il legislatore ha perseguito due obiettivi fondamentali: 1) assicurare il rimpatrio effettivo di chi non ha (più) titolo per soggiornare nella Repubblica Federale Tedesca e, al contempo, 2) consentire l’immigrazione a persone specializzate o che intendono apprendere una specializzazione, sia pure anche soltanto nei cosiddetti Handwerksberufe; prevenire, inoltre, nei limiti del possibile, richieste di asilo manifestamente inaccoglibili.

Il ministro dell’Interno della Repubblica Federale Tedesca, ha dichiarato che non vi sarebbe altro Stato che investe tante risorse per l’integrazione degli “Ausländer”.

D’altra parte, è chiaro, che l"Akzeptanz" degli stranieri, sussiste (soltanto) se l’immigrazione viene limitata (o avviene, per lo meno, “ordinatamente” e non in modo incontrollato, per non dire caoticamente).

Il Governo della Repubblica Federale Tedesca si prefigge l’obiettivo di limitare, nel futuro, l’immigrazione a circa 200.000 stranieri l’anno, per i quali sussistono prospettive di lavoro e di trovare anche una sistemazione abitativa.

 

3. Il limite di 200.000 immigrati l’anno è realistico?

L’approvazione delle predette leggi non è avvenuta senza notevoli resistenze da parte dei partiti schierati all’opposizione nel “Bundestag”; vi è stata, pure, qualche defezione di deputati della maggioranza governativa. La votazione, per appello nominale, ha comunque registrato un ampio consenso in sede parlamentare.

Coloro che poi hanno votato contro la nuova normativa, avevano tentato, all’ultimo momento, di far “cancellare” le 7 proposte di legge dall’ordine del giorno del “Bundestag”, ma invano.

“Wasser auf die Mühlen” di una certa opposizione, ha fornito anche il fatto che più di 2.500 stranieri, che avevano chiesto e “intascato” il cosiddetto Ausreisegeld (che viene corrisposto a coloro che – volontariamente - dichiarano di voler tornare nei propri Paesi di origine (e che hanno l’obbligo di lasciare il territorio dello Stato, con rinuncia di fare reingresso nella Repubblica Federale Tedesca), sono tornati nella Repubblica Federale Tedesca.

I 2.500 di cui sopra, sono stati soltanto quelli (finora) scoperti da organi di polizia.

 

4. Incostituzionalità della nuova normativa?

Criticato viene soprattutto il fatto, che l’“Abschiebehaft” possa essere eseguita pure nelle carceri (“JVA”).

Le leggi approvate il 7.6.2019, conterrebbero gravi violazioni di norme costituzionali, specie per quanto concerne i cosiddetti Grundrechte (diritti fondamentali).

Ci sarebbe anche contrasto con norme sopranazionali (per esempio, con quelle della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali).

Lo “snellimento” della procedura di espulsione, osterebbe a un “esame” approfondito della situazione umanitaria degli stranieri richiedenti asilo. Con riferimento a queste leggi di riforma, si è parlato di “Selbstgerechtigkeit” (presunzione) e di “Scheinheilgkeit” (ipocrisia).

L’ampliamento della (legittima) “Arbeitsmigration” avrebbe per effetto, secondo alcuni, un “Lohndumping” (un abbassamento retributivo) in certi settori occupazionali.

Il fatto che profughi (il cui status è stato regolarmente riconosciuto) provenienti da un altro Stato comunitario, vengano privati, dopo due settimane di permanenza nella RFT, completamente di ogni sussidio, è un altro “Kritikpunkt”.

La stessa cosa vale per la fissazione di un nuovo termine per il trattenimento nelle “Erstaufnahmeeinrichtungen” (una specie di centri di prima accoglienza); 18 mesi, anziché sei mesi.

La scadenza della norma, che prevedeva l’obbligo, per i profughi, di soggiornare in una determinata località, è stata prorogata.

 

5. Ancora da approvare sono modifiche alla legge sulla cittadinanza

Va osservato, infine, che un’ottava proposta di legge, che avrebbe dovuto essere approvata, anch’essa, il 7.6.2019 e che otterrà, con ogni probabilità, l’approvazione parlamentare entro alcune settimane, riguarda modifiche e integrazioni della normativa in materia di cittadinanza.

È previsto che persone in possesso, oltre che della cittadinanza della Repubblica Federale Tedesca, anche di quella di un altro Stato e che si sono “aggregate” a milizie tipo “IS”, saranno private della cittadinanza della Repubblica Federale Tedesca.

Inoltre, chi vive in una “Mehrehe” (vale dire, pratica la poligamia), non potrà ottenere la cittadinanza della Repubblica Federale Tedesca. A coloro che, in occasione della richiesta di conferimento della cittadinanza tedesca, hanno fornito indicazioni non veritiere circa la propria identità, la cittadinanza della Repubblica Federale Tedesca potrà esser revocata (con provvedimento amministrativo), se il “falso” viene scoperto entro 10 anni (e non entro 5 anni, come previsto dalla normativa anteriore al 7.6.2019).