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La cura morale nelle Case dei Matti di Aversa

Disegni di sistemi di contenzione
Disegni di sistemi di contenzione

1. La riforma murattiana e l’utopia di Linguiti

I malati di mente nel Regno di Napoli da sempre erano stati accolti nell’ospedale degli Incurabili, «fondato intorno al 1519 da Maria Lorenza Longo, per il soccorso dei poveri incurabili napoletani» che, raccogliendo ogni genere di ammalati, aveva anche uno spazio riservato alla cosiddetta “pazzeria”.

In un’epoca in cui era difficile contenere gli accessi furiosi in quanto non esistevano ancora gli psicofarmaci, la cura della follia era affidata esclusivamente a pratiche repressive. Molto in uso i salassi mediante l’applicazione delle sanguisughe persino sull’ano e la vulva, le docce e i bagni di sorpresa, che consistevano nel gettare il malato nell’acqua fredda, il letto rotatorio e quello verticale, ai quali venivano legati i pazienti, o le pratiche espulsive, tra le quali l’uso di purganti per permettere l’evacuazione delle parti folli del sé. A tutto ciò devono essere aggiunte le punizioni severe inflitte a coloro che davano in escandescenze quali le percosse, l’immobilizzazione mediante le catene, la negazione del cibo.

 L’11 marzo 1813 Gioacchino Murat emanava il decreto istitutivo della fondazione di uno stabilimento «deputato esclusivamente al ricovero dei malati di mente», nella città di Aversa, «considerando che l’umanità esige portarsi un’utile riforma al regime sanitario dei matti, onde ottenersene, con misure efficaci il ristabilimento». La portata innovativa del provvedimento era senza dubbio nella sua impostazione terapeutica più che custodialistica. I suoi principi informatori, ispirati ad una generica semplicità dell’impianto e ad un paternalismo di fondo, risentivano del clima degli inizi dell’Ottocento, dei fermenti residui della rivoluzione francese, dell’esperienze di Pinel e di Chiarugi. La legge murattiana non conteneva alcun riferimento ai concetti di inguaribilità, di pericolosità e di difesa sociale, che ispireranno la legge del Regno d’Italia del 1904.

 Decreto istitutivo de Le reali Case dei matti di Aversa

Decreto istitutivo de Le reali Case dei matti di Aversa

La direzione veniva affidata a Giovanni Maria Linguiti, un sacerdote convinto assertore dei metodi non repressivi.

I folli erano curati attraverso la disciplina, ossia l’osservazione di regole, divieti e orari e l’occupazione in attività varie: dalla cura dei campi alla recitazione, dalle lavorazioni artigiane alla musica, dai passatempi ai giochi di società, dalla conversazione alle passeggiate all’aria aperta. Inventando un’istituzione asilare per i folli, li si isolava dalla società che aveva travolto emotivamente la loro esistenza, imponeva loro una disciplina rigida, che garantiva un perfetto funzionamento del microcosmo dove la follia poteva essere controllata e domata.  

La rivoluzione francese aveva dato al matto lo statuto di cittadino malato e, quindi, bisognoso di cure, nella certezza che potesse tornare sano e saggio. Linguiti si dedica a questa missione con tanta determinazione che la fama del morotrofio aversano e le iniziative terapeutiche del religioso, con il ritorno dei Borbone sul trono del Regno, cominciano a diffondersi presso tutte le corti europee. Gli ospiti della corte vi erano quasi sempre condotti in visita.

Inoltre, il modello Aversa cominciò ad imporsi nella penisola sia per le riforme da apportare a  manicomi già esistenti sia per l’istituzione di nuovi. Grazie alla fama del morotrofio ad Aversa spesso giungevano e soggiornavano per lunghi periodi medici mandati dai loro governi per rendersi conto dei metodi terapeutici in uso.

 Decreto istitutivo de Le reali Case dei matti di Aversa

Decreto istitutivo de Le reali Case dei matti di Aversa

 

2. Il consolidamento della cura morale

Il modello Linguiti cominciava a consolidarsi e rimarrà inalterato fino alla fine del secolo. “Farmaci potentissimi”, dunque, erano ancora considerati le occupazione e le distrazioni, oltre chiaramente l’organizzazione interna della Casa, dove vi deve essere la possibilità di separare i matti secondo “l’indole delle rispettive alienazioni”. Quest’ultima, che diventerà un’idea base dell’organizzazione delle istituzioni manicomiali, partiva dal convincimento della scienza medica che era indispensabile evitare il “contagio morale”, ovvero che diversi tipi di alterazione mentale potessero venire a contatto e, quindi, influenzarsi negativamente l’una con l’altra.

Naturalmente non erano trascurate le vere e proprie cure farmacologiche, diverse per le tipologie di malattie. Grande importanza era attribuita alla dieta alimentare, l’uso, assai più limitato, di farmaci quali la valeriana, castoro, oppio, digitale purpurea, estratto di giusquiamo, camomilla, nonché altri mezzi quali «espedienti elettrici, il bagno freddo istantaneo e il bagno così detto a sorpresa».

 

3. Il grande internamento

La terapia innovativa nelle Case dei matti di Aversa che prevedeva addirittura la diversificazione della tipologia di musica da far ascoltare ai malati in correlazione con le affezioni morali, la recitazione, la pratica laboratoriale (lavori di tipografia, falegnameria, coltivazione, calzoleria per gli uomini; lavori di rammendo, stiratura, tessitura, filatura e ricamo per le donne) si perderà quando, sul finire dell’ ‘800, l’attenzione si sposterà dalle pratiche terapeutiche alle strutture edilizie, quasi che la perfezione delle seconde potesse essere l’unica protagonista delle procedure di cura e custodia.

Inoltre, in pieno clima lombrosiano, la legge n. 36 del 14 febbraio 1904 attribuendo la definizione di “pericoloso per sé e per gli altri” a coloro che non avevano un comportamento consono al pubblico decoro, faceva dell’internamento manicomiale la soluzione a tutti i problemi sociali.

Il manicomio sarà sempre più lo strumento ideale per il controllo di ogni tipo di “devianza”, l’internamento diventerà funzionale a bloccare qualunque tipo di “follia”.

L’avvento degli psicofarmaci negli anni ’50 del 1900 faranno della cura morale un pallido ricordo del passato.

Dieta alimentare dei ricoverati

Dieta alimentare dei ricoverati

Per saperne di più:

Documenti

  • Archivio di Stato di Napoli (d’ora in poi ASNA), Leggi e Decreti originali, vol. 65, Decreto n. 10137 dell’11 marzo 1813
  • ASNA Ministero dell’Interno, I Inv., b. 1118
  • ASNA, Min Int., I Inv., b. 1119
  • ASNA, Min Int., I Inv., b. 1121
  • ASNA, Min Int., I Inv., b. 1824
  • ASNA, Min Int., I Inv., b. 1841
  • ASNA, Min Int., II Inv., b. 259
  • ASNA, Min Int., II Inv., b. 4727

 

Libri

  • Candida Carrino – Nicola Cunto La memoria dei matti. Gli archivi dei manicomi in Campania tra XIX e XX secolo e nuovi modelli della psichiatria, Napoli, Filema, 2006
  • Candida Carrino – Raffaele Di Costanzo, Le Case dei Matti. L’archivio dell’ospedale psichiatrico “S. Maria Maddalena” di Aversa. 1813-1999, Napoli, 2011
  • Francesco Cascella, Il R. Manicomio di Aversa nel I centenario dalla fondazione: 5 maggio 1813-5 maggio 1913: cenni cronistorici, Aversa, 1913, p. 109
  • Vittorio Donato Catapano, Le Reali Case dei Matti nel Regno di Napoli, Napoli, 1986, pag. 200.
  • Regolamento per le Case de’ Matti in Aversa, in Collezione Leggi e Decreti Reali del Regno delle Due Sicilie, Napoli, Stamperia reale, 1825, vol. II
  • Giuseppe Simoneschi, Precetti pel reggimento del reale Morotrofio stabilito nei Dominii di sua Maestà citeriori al faro, in Rapporto alla Commissione degli affari interni e delle Finanze della Consulta de’ Reali Dominii di qua dal Faro – Sessione de’ 26 aprile 1939, Napoli, 1939
  • Filippo Volpicella, Della cura della follia e delle Reali Case de' Matti in Aversa, in «Annali Civili del Regno della Due Sicilie», Napoli, 1834, fasc. VII, marzo-aprile, p.116

 

Film

  • Lo stato della mente (Three Christs) regia di Jon Avnet (2017)
  • Stonehearst Asylum (Eliza Graves) regia di Brad Anderson (2014)
  • A Dangerous Method  regia di David Cronenberg (2011)
  • Shutter Island  regia di Martin Scorsese (2010)
  • Qualcuno volò sul nido del cuculo (One Flew Over the Cuckoo's Nest) regia di Miloš Forman (1975)
  • La fossa dei serpenti (The Snake Pit) regia di  Anatole Litvak (1948)

 

La casa delle storie

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