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Una romantica dama inglese a Napoli

Foto di gruppo di volontarie della Croce Rossa, con Lady Haldon al centro
Foto di gruppo di volontarie della Croce Rossa, con Lady Haldon al centro

Una romantica dama inglese a Napoli

 

Stiamo parlando della Baronessa Haldon, all’anagrafe Constance Mary Palk, nata Barrington nel 1847, nel villaggio inglese di Shrivenham.

Sull’onda lunga del Gran Tour settecentesco, dopo aver lungamente viaggiato nel Mediterraneo tra Grecia, Egitto, Gibilterra e Italia, Lady Haldon decise, nell’ultimo quarto dell’Ottocento, di stabilirsi a Napoli, a palazzo Capomazza, di proprietà del marchese Emilio Capomazza di Campolattaro, che fu sindaco di Napoli, poi deputato al Parlamento (1913-1919).

Sembra indubbio che la ragione della sua partenza dalla terra di origine nel 1880 fosse la separazione dal marito adultero, Lawrence Heskett Palk, secondo Barone Haldon, figura molto conosciuta nei circoli aristocratici londinesi, tanto da guadagnarsi un ritratto in forma di caricatura su un numero della famosa rivista britannica Vanity Fair. 

Considerando i tempi, certamente colpisce la ferma e intransigente presa di posizione di Constance, dato che da allora non fece più ritorno al tetto coniugale. Una pratica di divorzio fu da lei iniziata il 25 maggio 1882, ma per scongiurare uno scandalo, su iniziativa del marito, i coniugi giunsero a un accordo amichevole.

Questo allontanamento dalla madrepatria non significò per Lady Haldon una interruzione dei rapporti con la vita aristocratica in Inghilterra. Ne sono prova gli inviti ufficiali inviati a palazzo Capomazza dalla corte inglese per la partecipazione alle cerimonie di incoronazione di Edoardo VII nel 1902 e di Giorgio V nel 1911. Testimonianza tangibile dei suddetti eventi sono lo splendido abito da cerimonia della nobildonna, gli inviti ufficiali, i libretti per le funzioni e i ticket pass della carrozza per l’accesso a Westminster Abbey, tutti sopravvissuti, in più di cento anni, a possibili distruzioni o dispersioni.

Invito ufficiale alla cerimonia di incoronazione di re Edoardo VII
Invito ufficiale alla cerimonia di incoronazione di re Edoardo VII

La documentazione mostra quanto Lady Haldon si stesse integrando e stesse tessendo relazioni con l’aristocrazia napoletana e quella inglese locale. Ancora, quanto fosse con molto zelo dedita a opere di beneficenza e supporto a favore della cittadinanza napoletana.

Già nel 1896 compariva quale vicepresidente e tesoriera del Charity Committee per il Distretto di Chiaia, con Presidente la Principessa di Cellamare. Nel 1907 l’associazione aveva invece la denominazione di Dame di Carità dei Quartieri Chiaia e S. Ferdinando. Tra i sottoscrittori di donazioni a favore dell’Associazione spiccano nomi familiari quali il sig. Luigi Caflish, il professore Anton Dohrn, il barone Adolphe de Rothschild e poi la Compagnia Napoletana del Gas e il Banco di Napoli.

L’Associazione aveva l’Alto Patronato di S.A.R. la Duchessa D’Aosta, anche conosciuta come Elena di Francia, membro della famiglia reale degli Orléans. Lady Haldon era in continuo rapporto epistolare con la stessa, con frequenti visite alla Reggia di Capodimonte, residenza della Duchessa.

Lettera di Elena di Francia inviata a Lady Haldon da Capodimonte 1
Lettera di Elena di Francia inviata a Lady Haldon da Capodimonte
Lettera di Elena di Francia inviata a Lady Haldon da Capodimonte

Risulta che la nostra nobildonna aveva finanziariamente sostenuto la suddetta Società di Beneficenza fino al 1925, l’anno prima della sua scomparsa, ed è interessante notare che in quell’anno la sua personale sottoscrizione fu di 300.00 Lire, seconda solo a quella del Banco di Napoli, che fu di 500.00 Lire.

Lady Haldon fu anche figura preminente in Christ Church, la chiesa Anglicana/Episcopale di Napoli, parte della diocesi in Europa della Chiesa d’Inghilterra.

La nobildonna viene debitamente ricordata come grande benefattrice anche in una importante lapide posta proprio all’interno della chiesa.

Lapide in memoria di Lady Haldon nella Chiesa Anglicana Christ Church a Napoli
Lapide in memoria di Lady Haldon nella Chiesa Anglicana Christ Church a Napoli

Altra toccante testimonianza dell’animo generoso della nostra nobildonna si ebbe in occasione della eruzione del Vesuvio nell’aprile del 1906. Con il suo consueto spirito di assistenza e aiuto, scrisse una lettera al quotidiano Times” di Londra, sollecitando i suoi connazionali a elargire fondi in aiuto della popolazione napoletana, sofferente per i disastri causati dall’eruzione.

Inoltre, “last but not least”, come avrebbe detto Lady Haldon nella sua lingua madre, la nobildonna, insieme alle due figlie che la raggiunsero a Napoli, fu anche volontaria e sostenitrice della Croce Rossa.

Foto di gruppo di volontarie della Croce Rossa, con Lady Haldon al centro
Foto di gruppo di volontarie della Croce Rossa, con Lady Haldon al centro

Ma perché scegliere come propria residenza Napoli?

Come a tanti viaggiatori dell’Europa del nord, di sicuro non saranno sfuggite alla nobildonna il clima gradevole e la grande bellezza del sito. Napoli, nell’ultimo quarto dell’Ottocento, col suo mezzo milione di abitanti, era una metropoli moderna, tra le più grandi d’Europa. Ma era anche la Napoli dell’emergenza del colera e del problema dei quartieri bassi a cui l’opera del Risanamento tentò di dare una risposta. Ancora, era la Napoli dei forti contrasti economico-sociali, con una vasta massa di diseredati.

Ed è proprio a questa larga fetta di popolazione che la nostra sensibile nobildonna rivolgerà la sua altruistica attenzione. Un’attenzione probabilmente fatta di compassionevole simpatia. Considerate che la figlia di Lady Haldon, Miss Mary Evelyn Palk, scriverà una raccolta di racconti intitolata “Donna Agnese” – Stories of the Neapolitan Underworld, pubblicato nel 1932 dall’editore Arthur H. Stockwell, Ltd di London, in cui presenta una galleria di caratteri umani e situazioni tipicamente napoletani, attraverso titoli quali, “Pazzariello”, “Lo Scrivano”, “La Corallara”, “Un terno al Lotto”, “Pocondria”.

La “Donna Agnese” del titolo è una donna che “…knew all the charities of the town…” “Her life, when not in church, was spent in district visinting, in nursing the sick poor, and in raising the fallen.”. Come non pensare che proprio la figura della madre avesse ispirato a Miss Palk la protagonista delle sue storie…

In definitiva, ci piace pensare che Napoli, con tutte le sue bellezze e nonostante i suoi contrasti e cronici problemi, per una donna libera come Lady Haldon, deve aver rappresentato una “boccata di aria fresca” dall’asfittico rigorismo vittoriano della madrepatria e un teatro di varia umanità che beneficiando del suo disinteressato aiuto, dava “senso” a una esistenza per destino privilegiata.

La nostra nobildonna riposa dal 1926, data della sua dipartita, nel Cimitero Britannico di Napoli.

L’identificativo è A085, per chi volesse renderle l’omaggio di una visita.

Per saperne di più:

Libri:

Mary Evelyn Palk, Donna Agnese - Stories of the Neapolitan Underworld, London, Arthur H. Stockwell, Ltd, 1932

Documenti:

  • Annual Report of the Charity Committee for the District of Chiaia,  Naples, November 1896
  • Associazione delle Dame di Carità dei Quartieri Chiaia e S. Ferdinando sotto l’Alto Patronato di S.A.R. La Duchessa D’Aosta, Anno XIV, Esercizio 1906-1907, Novembre 1907
  • Rapporto Annuo della Società di Beneficenza delle Dame di Chiaia sotto l’Alto Patronato di S.A.R. La Duchessa D’Aosta, Anno XXXII, Esercizio 1925

Links:

http://www.shrivenhamheritagesociety.co.uk/listing.asp?listID=546