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Leo Longanesi: contro la retorica e il conformismo, citazioni e aforismi

Leo Longanesi
Leo Longanesi

Da chi lo ha conosciuto, è ricordato come un grande Maestro nel campo del giornalismo e dell’editoria. Una persona eclettica, un artista che spaziava dal disegno all’incisione, con un carattere complesso.

Indro Montanelli, nella prefazione del libro La sua Signora, scrive: “Longanesi ha fatto di tutto: ha dipinto, ha disegnato, ha inciso, non ha mai pensato ad accumulare qualcosa per la sua posterità. Grande editore e memorialista epigrammatico, con un carattere insopportabile, cattivo, ingiusto, ingrato. Ma un grande Maestro. L’ultimo”.

Mentre Piero Buscaroli lo ricorda: “Era quasi un genio, era troppo dotato in campi diversi senza che nessuna dote prevalesse sull’altra. Ciò detto, Longanesi va rivendicato e riconosciuto come scrittore e pittore”.

Infine, Mario Tedeschi che raccolse l’eredità del settimanale Il Borghese, alla morte di Longanesi, lo definisce: “Tutti hanno un loro Longanesi racchiuso in una formula. Ecco il mio: era un anarchico liberale, che amava l’Italia e voleva l’ordine”.

Il suo amore per l’Italia è racchiuso in queste citazioni e aforismi, sempre caustici, alle volte amari e sarcastici ma nessuno dei quali ha fallito il bersaglio.

 

Alla manutenzione, l’Italia preferisce l’inaugurazione.

L’arte è un appello al quale troppi rispondono senza essere stati chiamati.

Superficiali sì, ma di buona famiglia.

Era tanto intellettuale, da commuoversi al pensiero della propria scarsa intelligenza.

Non credeva in Dio, credeva nella comodità di credere in Dio.

Sogno un’ingiustizia ordinata.

L’intellettuale è un signore che fa rilegare i libri che non ha letto.

L’Italia: una basilica che diventa una casa popolare.

La saggezza non ha speranza.

I ricordi di un passato penoso e comico prendono già i colori dell’epopea.

Le nostre esperienze ci seguono; le nostre antipatie ci precedono.

Pensare contro è più facile, ma pensare a favore desta sempre sospetto, almeno in Italia.

Un uomo “di idee” è un uomo che non ha credenze; ma un uomo che ha credenze teme le idee.

… o tristi gendarmi

di uno stato che non ha,

né forza, né pietà.