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Lettera di un’amante tradita

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Lettera di un’amante tradita

Cambiano i tempi e cambiano le motivazioni degli addii.

[Riceviamo da un nostro autore e pubblichiamo la lettera con la quale è stato lasciato.]

Caro orsacchiotto/verme,

questa sera quando tornerai a casa troverai una piccola sorpresa: ho cambiato la serratura e ho lasciato i tuoi quattro stracci dal tuo amico Gigi il Troione.

Non fare quella faccia costernata. Cerca di uscire di scena con la dignità che non hai mai avuto. Smettila di lamentarti. 

Sai benissimo come siamo arrivati a questo punto di non ritorno. No, non fare finta di pensare che è perché ormai da un anno a letto sembri sempre più un ghiro durante il periodo di letargo. 

Questo l’ho sopportato e l’avrei potuto sopportare purché tu non mi avessi irrimediabilmente tradita. In realtà tu hai tradito anche te stesso. Il te stesso di tre anni fa. 

Ti osservo con attenzione da più di tre mesi.

Ho fatto finta di non notare che continui a spremere il tubetto del dentifricio alla cazzo. 

Ho cercato di dimenticarmi che ci eravamo reciprocamente promessi di mangiare carne non più di due volte al mese come percorso interiore per passate presto a grilli e cavallette, mentre ho scoperto che tutte le settimane quando esci con i tuoi amici dopo il calcetto ti spari un filetto alla Giulio Cesare. Poi torni a casa e mi dici di avere mangiato una pizza vegetariana o una insalata. 

Ho creduto senza battere ciglio – volendo darti fiducia – alla tua promessa che ti saresti sciacquato la bocca una sola volta dopo esserti lavato i denti, di farti la barba con il rasoio elettrico, di tirare l’acqua dello sciacquone del water una volta al giorno, di bere solo acqua del rubinetto, di fare la doccia al massimo 5 volte al mese per non più di 95 secondi netti che sai benissimo sono tanti, quasi eterni. Anche se sapevo che trovavi tutte le scuse per uscire dopo di me per lavarti i denti sciacquandoti la bocca tre o quattro volte, farti la barba perché sei uno che shave like a bomber, tirare l’acqua anche dopo una semplice pisciatina e soprattutto farti la doccia lunga anche di tre/quattro minuti.

Nonostante tutto ho pensato di potercela fare quando da Acqua&Sapone hai chiesto informazioni sui detersivi bio e ti sei letto con attenzione tutte le etichette dei prodotti, scartando quelli non green. 

Ho pensato che eri davvero cambiato quando hai accettato il mio proponimento di non depilarmi più e di smetterla di andare dall’estetista. 

Ho pensato di avere completato la tua formattazione irreversibile quando la sera mi chiedevi informazioni sui programmi di Tozzi e volevi guardare le repliche, parlavi con preoccupazione del cambiamento climatico e leggevi con intensità Internazionale. 

Avevo pure avuto un orgasmo multiplo quando con i miei amici del gruppo di acquisto equo e solidale hai iniziato a parlare di inclusione, di solidarietà, di decrescita felice, di transizione ecologica, di resilienza, di economia circolare, di sostenibilità, di imprese sociali e benefit, di soluzioni per una raccolta differenziata veramente efficiente. E hai detto guardandomi negli occhi come fosse una promessa di amore eterno che avresti venduto il SUV e saresti andato al lavoro in bicicletta facendoti 67 km giornalieri. 

Sono tornata a casa pazza di gioia quando hai accettato di fare le vacanze con me prima in un campo scuola di green peace e dopo nelle oasi WWF. Quando poi hai concluso, alla fine della serata documentario, che l’uomo è il problema, non la soluzione e che non ha senso fare figli, ho pensato che in fondo potevi davvero essere l’uomo della mia vita. Ne ho avuto la certezza quando hai finito di leggere la biografia di Greta e ne abbiamo parlato insieme, occhi negli occhi, progettando tante piccole azioni che avremmo realizzato nella nostra vita per essere davvero green. A cominciare dallo staccare il condizionatore e l’impianto di riscaldamento e dal ritagliarci almeno tre giorni alla settimana per il nostro orto. 

Abbiamo vissuto una giornata di felicità pura al love pride di quest’anno. Segno che tutto il mio faticoso lavoro alla fine stava dando i suoi frutti e che ogni residuo retaggio della mentalità patriarcale-consumistica stava scomparendo. Mi sembrava di toccare il cielo con un dito. 

È successo tutto questo e altro ancora, da tre mesi a oggi. Poi ieri questo mondo mi è crollato addosso tutto in una volta.

Stavo facendo la lavatrice bimestrale quando ho trovato una prenotazione nella tasca dei tuoi jeans. L’ho letta prima distrattamente, poi con attenzione. Mi sono sentita male, sono svenuta e ho vomitato. Sai benissimo di cosa è la prova. Non mi interessa che tu mi abbia tradito andando a Parigi venerdì scorso con una delle troiette depilate che ti sbatti. Ma in aereo no, questo non lo posso accettare

Addio. Non c’è futuro per noi due. Non c’è futuro per te e per quelli come te. Resterai per sempre ed eternamente un maschio fascista.