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L’olio di palma non fa più male alla salute

L’olio di palma non fa più male alla salute
L’olio di palma non fa più male alla salute

L’olio di palma non fa più male alla salute

L’EFSA (l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare) ha appena pubblicato un aggiornamento del rapporto sulla valutazione del rischio collegato a possibili effetti nocivi a lungo termine del contaminante da processi alimentari 3-monocloropropandiolo (3-MCPD) contenuto in alimenti e oli vegetali trasformati, su tutti l’olio di palma, facendo un passo indietro e riconfermando i livelli di Dose Giornaliera Tollerabile (DGT) indicati nel 2013.

Secondo questo documento, pubblicato da EFSA: “Gli esperti dell’EFSA hanno applicato un approccio scientifico aggiornato per valutare di nuovo i possibili effetti nocivi a lungo termine del contaminante da processi alimentari 3-MCPD su reni e fertilità maschile.  I livelli di consumo di 3-MCPD tramite gli alimenti sono considerati privi di rischi per la maggior parte dei consumatori, ma esiste un potenziale problema di salute per i forti consumatori delle fasce di età più giovane. Nella peggiore delle ipotesi, i neonati nutriti esclusivamente con latte artificiale potrebbero lievemente superare il livello di sicurezza”.

Secondo questo documento, dunque, l’olio di Palma, se utilizzato nell’ambito di una dieta bilanciata, non è dannoso alla salute e il rischio di superare lievemente il livello di DGT potrebbe esistere soltanto per i neonati nutriti soltanto con latte artificiale.

La DGT, lo ricordiamo, così come indicata nel 2016, era pari a 3-MCPD in μg/kg di peso corporeo; la stessa, alla luce delle nuove ricerche, va innalzata di due volte e mezzo, e arriva oggi a 2,0 microgrammi per kg di peso corporeo (contro lo 0,8 precedente).

Si tratta, dunque, di un rischio che può essere controllato fissando dei limiti di sicurezza, cosa che la Commissione Europea sta facendo, mentre i produttori già adottano tecniche di raffinazione adeguate e in grado di limitare al massimo la formazione dei contaminanti (ricordiamo per tutti la Ferrero, che, a suo tempo, annunciò di voler mantenere l’utilizzo dell’olio di palma nella realizzazione dei suoi prodotti, anche perché la sua rinuncia avrebbe provocato un cambiamento integrale del sapore del prodotto “Nutella”).

Olio di Palma: i motivi della rivisatazione della EFSA

I motivi sono spiegati nel documento: “L’EFSA ha deciso di rivedere la propria valutazione dopo che il comitato congiunto FAO-OMS di esperti sugli additivi delle Nazioni Unite [JECFA] ha stabilito un diverso livello di sicurezza (dose giornaliera tollerabile o DGT: pari 4 μg/kg). Nel frattempo l’EFSA ha aggiornato il metodo che abbiamo utilizzato per calcolare la nostra precedente DGT, ciò che viene chiamato approccio della dose di riferimento (BMD). Il gruppo scientifico ha applicato il metodo alla sua nuova valutazione del 3-MCPD e, di conseguenza, ha innalzato il livello di sicurezza precedente di due volte e mezzo”.

A questo punto è lecito domandarsi cosa faranno tutte le aziende concorrenti della Ferrero, che hanno rinunciato all’utilizzo dell’olio di palma. Il claim “senza olio di palma” potrebbe perdere del tutto la sua efficacia e i guru del marketing potrebbero anche invocare la sua sparizione.

EFSA - Update of the risk assessment on 3-monochloropropane diol and its fatty acid esters