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Occupazione abusiva di alloggi pubblici e privati

Marina di Ravenna
Ph. Ermes Galli / Marina di Ravenna

Introduzione nel codice penale del nuovo articolo 633 bis in materia di occupazione abusiva di alloggi pubblici o privati.

Il 18 giugno 2021 è stato annunciato il deposito alla Camera dei Deputati del progetto di legge n. 3165 che intende porre un argine alla diffusione delle occupazioni abusive di alloggi sia pubblici che privati, introducendo il nuovo articolo 633 bis al codice penale.

L’occupazione abusiva di alloggi è una vera piaga che colpisce indistintamente il patrimonio immobiliare pubblico destinato alla tutela delle fasce più deboli e sia il privato cittadino. Nella cronaca, sempre più spesso si registrano occupazioni di case di proprietà di anziani che momentaneamente si assentano per problemi di salute, in particolare nelle grandi città metropolitane.

La nuova norma, secondo le intenzioni dei proponenti, intende facilitare le tutele dei proprietari degli immobili occupati abusivamente sia innalzando le pene previste e sia prevedendo procedure snelle per le indagini.

La proposta di legge n. 3165 è stata depositata alla Camera dei Deputati il 18 giugno e presto verrà assegnata alla Commissione Giustizia per l’esame.

L’occupazione abusiva di alloggi è un fenomeno in continua crescita nonostante i tentativi di arginarlo anche con nuovi strumenti tesi ad impedire gli allacci delle utenze nelle case occupate.

Ricordiamo l’intervento del governo Renzi, il quale ha adottato un pacchetto di misure contenute nel cosiddetto “piano casa”, attraverso cui sono state introdotte una serie di limitazioni di status per chi si impossessa di un immobile senza averne diritto.

Le conseguenze più rilevanti riguardano l’impossibilità per i cittadini trovati in difetto di legittimazione a vivere in uno stabile di ottenere la residenza e quindi l’accesso ai servizi offerti dal comune interessato, nonché l’allaccio alle utenze di luce e gas.

L’obiettivo di scoraggiare l’invasione degli edifici attraverso la negazione dei servizi minimi essenziali non ha sortito gli effetti sperati, anzi in qualche modo ha creato le condizioni per la commissione di nuovi reati. In particolare, negli alloggi destinati alla tutela dell’emergenza abitativa gli occupanti abusivi non si sono fatti scrupoli per allacciarsi abusivamente anche alla rete idrica ed elettrica.