Politici contro i Magistrati che non assecondano i desiderata

Preoccupante scontro istituzionale

Immigrazione
Immigrazione

Politici contro i Magistrati che non assecondano i desiderata

Preoccupante scontro istituzionale

 

Il Governo cavalca il tema dell’immigrazione esasperando le tensioni sociali che seguono scontri e fatti di cronaca in cui sono coinvolti immigrati, spende 653 milioni di euro per realizzare due hotspot in Albania, dove inviare disperati clandestini che cercano di approdare sulle coste italiane e che il Governo respinge a difesa dei confini nazionali.

Sembra una apocalisse, invece è la cronaca di un conflitto sociale essenzialmente figlio di una duplice incapacità di chi ci governa: da un lato l’incapacità di mettere in atto una reale politica sociale di integrazione (il che non significa solo integrazione tra cittadini ed immigrati, ma bensì integrazione tra le classi sociali, tra i soggetti diversi, tra le generazioni, tra le diverse provenienze). Non c’è nell’attuale Governo una visione di società in movimento che deve essere governata attraverso una lettura oggettiva consapevole e critica delle mutazioni sociali e dei bisogni che ne derivano. I Politici inseguono le urla, chi strepita più forte ottiene l’attenzione di un politico incapace di vedere il futuro, preoccupato di conservare il proprio potere e per questo intento  a rispondere alle urla di oggi assecondando le pretese in cambio del consenso. Dall’altra una reale incapacità di armonizzare le norme per una congenita ignoranza della legge. I nostri governanti ogni giorno dimostrano di non conoscere la legislazione che sono chiamati ad applicare e di produrre leggi che spesso sono in contrasto con il quadro normativo nazionale e sovranazionale  preesistenti ed con cui le nuove regole devono interagire .

Invero ci si rifiuta di pensare che l’ignoranza normativa sia così forte, in verità è più comodo procedere per slogan, distrarre l’attenzione dal problema che non si vuole risolvere facendo finta di risolverlo demonizzando i soggetti ed i protagonisti.

Sentire un Ministro dichiarare che gli immigrati arrivano in Italia per commettere reati, rubare e violentare le nostre donne è orribile, un giudizio prevenuto e razzista atto a discriminare persone creando paura quale deterrente. Immaginare di risolvere il problema dell’immigrazione deportando le persone disperate in strutture di reclusione costate milioni di euro inutilmente, ignorando le leggi e le disposizioni nazionali ed internazionali, pretendendo di raggiungere il proprio misero obbiettivo elettorale propagandistico addirittura cambiando la legge che si reputa di ostacolo, senza comprendere che la legge non è un ostacolo ma una norma da rispettare ed applicare … spaventa.

Ancor più preoccupa se si assiste alla accusa verso i Giudici, che la legge sono chiamati ad applicare, se applicando la legge non assecondano i desiderata dei Politici  che vedendosi smentiti non si interrogano se qualcosa nel loro progetto non ha funzionato, ma giustificano l’insuccesso addossando la colpa ai  giudici che a loro dire sovvertirebbero la democrazia. Questi politici invasati di delirio di onnipotenza, pretendendo che tutti si pieghino al loro fine, a prescindere, senza pudore accusando quanti, neppure pensando diversamente, semplicemente applicano le norme.

D’altra parte  per il Ministro Salvini l’Egitto sarebbe un paese sicuro solo perché si va in vacanza  a Sharm el Sheikh, senza precisare che  le località turistiche sono proprietà di immobiliari turistiche occidentali ed americane, mentre in Egitto si vive la persecuzione e l’oppressione: Salvini ha certo dimentica il caso Regeni, e la vicenda di Patrik Zaki solo per citare i più noti. In Egitto le autorità penitenziarie sottopongono i prigionieri di coscienza e altre persone detenute per motivi politici a tortura a condizioni di detenzione crudeli e disumane. Tortura, maltrattamenti e rifiuto di dispensare cure mediche hanno contribuito a morti in detenzione e a conseguenze irreversibili sulla salute dei detenuti. Le autorità egiziane hanno continuato a reprimere il dissenso e a imbavagliare la società civile. Tra le persone finite nel mirino delle autorità egiziane ci sono politici d’opposizione e i loro sostenitori; familiari di dissidenti all’estero; sindacalisti; avvocati; e persone critiche verso le autorità per la situazione dei diritti umani nel paese e la gestione della crisi economica, oltre che per il ruolo dei militari.

Ma forse a nessuno di tutto ciò interessa, forse il solo obiettivo dei nostri governanti è e resta quello di creare allarme sociale verso l’immigrazione, allarme a cui poi rispondono superficialmente con la deportazione in Albania, dove qualcuno avrà guadagnato con i 653 milioni di euro spesi per costruire i due avamposti  rimasti vuoti.

D’altra parte il Presidente del Senato si strappa le vesti perché esisterebbe un dossieraggio sui suoi familiari (figli inclusi) ma non spiega come mail il figlio è caduto in una situazione, certo non ancora giudizialmente accertata, ma sicuramente equivoca e non pari alla cultura ed allo status sociale della famiglia …se poi accerteremo che questa persona si sia resa responsabile di gratuita violenza su una donna…ci augureremo che il padre, facendo revisione critica del proprio ruolo genitoriale, si dimetta da tutte le cariche pubbliche e stia accanto al figlio nel percorso di revisione  ed espiazione.

I magistrati vengono attaccati perché applicando la legge non assecondano i desiderata dei politici e dei governanti, per questo sono polarizzati e sovversivi, meritano controlli e reprimende, ma non ci si rende conto che così facendo si delegittima un potere dello stato agli occhi dei cittadini i quelli ogni qualvolta dovessero subire una decisione avversa, sono così legittimati  a ritenere di parte, faziosi e sovversivi i giudici che hanno giudicato ?

Un Politico, una carica dello Stato, dovrebbe essere mossa da prudenza, almeno per il ruolo occupato, evitare il conflitto, chiarire nelle sedi opportune, invece sempre più questi nostri politici proclamano dai social, preoccupati di arrivare per primi a far sapere la loro opinione senza preoccuparsi se questa sia rilevante e/o istituzionalmente inopportuna.