Quando il Moscow Mule diventa Kyiv Mule
Quando il Moscow Mule diventa Kyiv Mule
In molti locali statunitensi il Moscow Mule, il famoso cocktail nato a New York nel 1941, cambia nome, con una protesta che ricorda quella che nel 2003 colpì le French Fries
La Russia non è rimasta isolata soltanto nel voto storico dell’Assemblea Generale: ora anche il mondo degli alcolici si dissocia. Il “Moscow Mule”, negli Stati Uniti, inizierà a chiamarsi “Kiev Mule”o “Snake Island Mule”, nome dell’isola ucraina teatro di guerra.
È la protesta simbolica lanciata da tanti locali statunitensi contro la Russia, a seguito dell’invasione militare in Ucraina. La Caipiroska, il nome russo della classica bevanda brasiliana Caipirinha, sarà chiamata “Caipi Island”, mentre i cocktail “White Russian” e “Black Russian” diventeranno “White Ukrainian” e “Black Ukrainian”.
Oltre al cambio di nomi, in molti hanno iniziato a boicottare i prodotti russi, in primis la vodka. Una mossa che, secondo gli osservatori, non avrà un forte impatto sull’economia russa, ma un valore importante per infliggere un duro colpo all’identità nazionale. La vodka russa rappresenta soltanto l’1,3% delle importazioni di vodka negli Usa, ma il simbolismo, in particolare quando si tratta di cibo e bevande attraverso cui i popoli esprimono la propria identità, può essere potente.
Per un esempio storico basta tornare con i ricordi al 2003, quando dalla Carolina del Nord partì la rinominazione delle storiche French Fries in Freedom Fries. La motivazione politica era data dall’opposizione della Francia alla proposta di invasione dell’Iraq degli Stati Uniti.
“Il tutto ha richiesto circa 30 minuti – ricorda Brian Walsh, partner di PLUS Communications che allora era il portavoce del comitato amministrativo del Congresso che sovrintendeva le mense – ma ha galvanizzato un segmento della società”. Società che in quel momento si chiese “Dove sono i francesi e perché non ci aiutano?”.
Così, oggi, la protesta si sposta sul Moscow Mule, nato a New York nel 1941 quando Jack Morgan, proprietario del locale più cool di Hollywood che stava cercando di lanciare senza successo la sua marca di Ginger Beer, incontrò John G. Martin, che non riusciva a distribuire negli Stati Uniti la vodka Smirnoff, un alcolico ancora poco amato.