Asilo - Domande – Aumento – 1991 - 2022
Asilo - Domande – Aumento – 1991 - 2022 – RFT – Svizzera – Austria
Abstract: È in atto un’altra ondata migratoria, che pone problemi non indifferenti anche ad alcuni Stati dell’Europa centrale. La Svizzera ha attivato lo “Schutzstatus S”.
RFT
Nella RFT si è registrato, a decorrere dal 2020, un notevole aumento delle domande di asilo politico.
Mente nel predetto anno, sono state 122.170, nel 2021 erano 190.816 e nel 2022, sono aumentate a 244.132; nei primi 7 mesi del 2023, già 188.967 domande di asilo sono state proposte.
È bene precisare, che, quando sopra si è parlato di domande, ci si è riferito a “Erstanträge” (“prime “ domande) e non a “Folge- oder Zweitanträge **
I “Folgeanträge” vengono proposti, non di rado, anche da chi è stato espulso o da chi, dopo una “freiwilligen Ausreise”, tenta, di nuovo, a ottenere asilo nella RFT.
L’incremento notevole delle domande di asilo, secondo alcuni, dipenderebbe dal fatto, che nel 2022 (e nei primi 7 mesi del 2023, le autorità della RFT, sono state particolarmente “larghe” nel riconoscimento di “Schutztitel” (quali “Flüchtlingsschutz, Subsidiarschutz, Abschiebeschutz”). Infatti, si è registrato, nel predetto periodo, l’accoglimento del 52% circa delle domande proposte, mentre, nel quinquennio precedente, la percentuale di accoglimento era stata, all’incirca, del 30-35 %. Secondo le autorità della RFT, questo incremento sarebbe dovuto al fatto, che le domande sono state depositate, in prevalenza, da cittadini provenienti dalla Siria e dall’Afghanistan (la situazione, in questi due Stati, è nota). Molte domande di asilo, sono state proposte, ultimamente, anche da cittadini della Turchia, ma la percentuale media di accoglimento di queste richieste, nel triennio 2020-2022, è stata soltanto del 22% circa.
Per quanto concerne le espulsioni dalla RFT, il loro numero è piuttosto esiguo; circa mille il mese.
Spesso le persone, nei confronti delle quali è stato emanato provvedimento di espulsione, si rendono irreperibili oppure hanno cambiato “Unterkunft”, approfittano del fatto, che perquisizioni locali, non sono effettuate, perchè, in tal modo, potrebbe essere violato il diritto alla sfera privata di altri migranti. Per questo motivo, il ministero dell’Interno, intenderebbe richiedere modifiche legislative, per ovviare a questo stato di cose. Cosí, per esempio, è stato proposto, di aumentare la durata dell’”Ausreisegewahrsam” (periodo di detenzione, in cui l’espulsando può essere detenuto in vista dell’”Ausweisung”) a 28 giorni.
Altrettanto basso, è il numero di chi lascia volontariamente la RFT, benchè le “freiwilligen Ausreisen”, siano collegate al riconoscimento di benefici economici.
A quanti stranieri è stato revocato lo “Schutzstatus” e il relativo “titolo”? Nel 2021, a circa 1.200 persone, mentre nel 2022, il loro numero si è ridotto a 425.
Vediamo ora il numero di richieste di asilo (gli “Erstanträge”) dal 2010 al 2023 (fino a tutto luglio compreso).
2010: 48.589 - 2011: 53.347 - 2012: 77.651 – 2013: 127.023 – 2014: 202.834 – 2015: 476.649 – 2016: 745.694 – 2017: 222.683 – 2018: 185.853 – 2019: 165.938 – 2020: 122.170 – 2021: 217.774 – 2022: 148.233 - 2023: 190.816 (nei primi 7 mesi).
Da dove provenivano i richiedenti asilo, dal gennaio al luglio 2023?
Siria: 51.334
Afghanistan: 31.334
Turchia: 23.082
Iran: 6.551
Irak: 6.529
Georgia: 6.010
Federazione Russa: 4.774
Somalia: 3.082
Eritrea: 2.753.
Per il resto, non è stato possibile accertare la nazionalità.
A questo punto pare opportuno, un accenno all’immigrazione complessiva, nella RFT, dal gennaio 1991 al gennaio 2021.
1991: 1.198.978 persone
1993: 1.082.553
1995: 959.691
1997: 785.302
1999: 841.158
2001: 768. 975
2003: 682.208
2005: 661.855
2007: 672. 380
2009: 721.014
2011: 1.080.936
2013: 2.136.954
2015: 1.865. 122
2017: 1.585. 112
2019: 1.323.466
2012: 2.665.772.
I “Länder” della RFT con il maggior numero di “Zuwanderer”, sono stati il Nordrhein-Westfalen, la Baviera e il Baden-Würtemberg.
Hanno invece lasciato la RFT – nello stesso periodo di tempo – 1,200.000 di persone. Il “Wanderungssaldo” (saldo migratorio), è stato pertanto attivo.
Ormai le voci, che reclamano una riduzione dell’immigrazione nella RFT, si fanno più insistenti, anche da parte di chi, nel passato, era stato favorevole all’immigrazione di extracomunitari e di profughi in particolare. Un autorevole esponente di un partito, non certo di destra, ha dichiarato, che aiuti, gesti di umanità e di solidarietà verso chi lascia il proprio Paese di origine, devono essere concessi secondo regole chiare, trasparenti e valevoli per tutti. È necessaria una “Wende” (svolta) nella politica di immigrazione e di accoglimento, nel senso, che devono essere fissati dei limiti alla “Zuwanderung”. Ma, come ha scritto Cicerone, ”quanto è inopportuno, in politica, il rigore morale” ed “è la classe dirigente, che attraverso connivenze e protezioni, la vera responsabile del malgoverno. Solitamente, prima che “vengano fuori” le “prodezze” di certi signori, passa parecchio tempo (se mai “vengono fuori”) e altrettanto solitamente arriva – tempestivamente – in soccorso qualcuno....un “deus ex machina”.
Nessuno, in Europa, può accogliere un numero illimitato di stranieri. Non esiste un diritto a un’immigrazione indiscriminata. Un “Recht” del genere, non può essere desunto, in via interpretativa, dalla Convenzione di Ginevra sui rifugiati.
Una “Flüchtlingspolitik” ispirata a solidarietà e umanità, che sia veramente tale, deve concedere protezione, a chi veramente ne ha bisogno. Tali, secondo l’esponente politico di cui sopra, non sarebbero coloro, che hanno i mezzi economici per pagarsi, il trasporto attraverso il deserto e poi, magari, anche i “passatori”, per giungere in Europa.
Norme ampiamente risalenti al secolo passato, non sono più tali, da poter far fronte alle sfide del secolo 21.mo.
I riformatori fanno anche riferimento alla politica restrittiva di immigrazione, adottata dalla Danimarca sin dal 2019.
Una certa “immobilità” in materia di politica di immigrazione, da parte dell’attuale governo della RFT, avrebbe comportato un notevole calo nella fiducia dei cittadini. Il 52% di essi, come è emerso da un recente sondaggio, reputa, che la “Bundesregierung”, non sia più in grado, di affrontare i problemi posti da un’immigrazione massiccia di stranieri e di profughi. Le difficoltà, che si prospettano in sede di espulsione, sono tante e tali, da far sí, che il numero delle “Ausweisungen”, anche negli ultimi mesi, è stato di poche centinaia il mese.
Svizzera
Per quanto concerne la Svizzera, nel 2022, le domande di asilo sono state 24.511; 9.583 in più rispetto al 2021. L’aumento è stato, quindi, superiore al 60% circa.
I motivi di questo “Anstieg”, sono stati individuati nel fatto, che le misure restrittive in materia di viaggio (a causa dell’epidemia COVID-19), sono state allentate e che la situazione economica, negli Stati di provenienza, per effetto della citata epidemia, è sensibilmente peggiorata, per cui, la “spinta” a emigrare, è aumentata.
Inoltre, è da notare, che la Turchia, nella quale si trovano 3,5 mio. di profughi siriani e circa 250.000 profughi dell’Afghanistan, aveva aumentato le pressioni nei confronti di questi profughi, affinchè tornassero nei loro Paesi di origine o lasciassero comunque il territorio turco.
La maggior parte degli “Asylsuchenden” proveniva dall’Afghanistan (6.718); seguono, persone di nazionalità eritrea, siriana e dell’Algeria. Ma anche cittadini turchi (3.780), hanno chiesto asilo politico in Svizzera nel 2022.
17.599 domande di asilo sono state – sempre nel 2022 – esaminate dalle autorità elvetiche (“erstinstanzlich erledigt”). A 4.816 persone è stato concesso “Asyl”.
La percentuale di riconoscimento di questo status, è stata del 30,6% (l’anno precedente, era stata del 37,0%).
Nel 2022, il numero complessivo delle “pratiche” di asilo “pendenti”, era stato di 12.390 (era stato di 7.801 l’anno precedente).
8.333 persone hanno lasciato volontariamente il territorio elvetico.
1820 sono state le persone, che sono state “in ihren Heimatstaat oder in einen Drittatsaat zurückgeführt”.
Il governo della Svizzera, ogni biennio, decide il cosiddetto “Resettlement-Programm”, nell’ambito del quale, è concesso il permesso di soggiorno a profughi particolarmente meritevoli di tutela. Nel 2022, i “fortunati” sono stati 641; l’anno precedente, 1050.
A 3.425 persone sono stati concessi incentivi per il rimpatrio volontario.
Nel 2021, la Svizzera ha inoltrato 8.029 domande ad altri Stati firmatari dell’Accordo di Dublino, dirette all’”Übernahme” di persone senza valido titolo di soggiorno: 1566 domande hanno avuto esito positivo. Al contempo, da parte di altri Stati aderenti all’Accordo di Dublino, è stata fatta richiesta alla Svizzera “um Übernahme” di 3.777 persone. Esito positivo hanno avuto 784 richieste.
In considerazione del fatto, che negli anni passati, è stata registrata la più grande ondata di profughi dopo il 1945, la Svizzera, in data 12.3.22, ha attivato (“hat aktiviert”) lo “Schutzstatus S”, in conseguenza del quale, i profughi dall’Ucraina, hanno ottenuto, con celerità, un permesso di soggiorno, al di fuori della solita “trafila burocratica”. Durante le prime 6 settimane, a decorrere dalla predetta “attivazione”, sono stati registrati, in Svizzera, più di 40.000 profughi dall’Ucraina e, alla fine del 2022, il loro numero è aumentato a 74.959.
Qual’è la statistica relativa al 2021?
In quell’anno, le domande di asilo proposte nella Confoederatio Helvetica, sono state 14.928; il 35,2 % in più rispetto al 2020.
Paesi di provenienza degli “Asylsuchenden”:
Afghanistan: 2.789 domande;
seguono: Turchia: 1.455,
Eritrea: 386,
Siria: 467,
Algeria: 991.
Nel dicembre del 2021, in Svizzera, c’erano 46.637 “vorläufig Aufgenommene” (“accolti provvisoriamente”).
4.438 domande di profughi, non erano state ancora “evase” e 5.730 domande di asilo erano state rigettate.
Nel 2021, 973 profughi erano tornati volontariamente nei Paesi di origine; nel 2020, erano stati 859. 1.655 sono stati rimpatriati; nel 2020 erano stati 1.518.
In 1.157 casi, vi è stata “Rückführung” in uno Stato firmatario dell’Accordo di Dublino; nel 2020 erano stati 825.
Quale è stata, nel 2020, la percentuale delle domande di asilo proposte in Svizzera rispetto al numero complessivo delle stesse fatte in tutta l’Europa? È del 2,2 %.
È però da notare, che la Svizzera, con 1,3 richiedenti asilo per 1.000 abitanti, si è posizionata al di sopra della media europea, che è dello 0,9 per mille abitanti. Nel 2020, in Europa, sono state proposte circa 490.000 domande di asilo, mentre nel 2019, erano state 715.000.
Il Paese con il numero più elevato di richiedenti asilo per mille abitanti, è stato, nel 2019, Cipro (18,4); seguito da Malta (5,5), Grecia (3,9), Spagna (1,8).
Austria
Per quanto concerne l’Austria, nel 2022, fino al 31 dicembre di quell’anno, erano state proposte le seguenti domande di asilo:
24.236 da cittadini dell’Afghanistan
19.504 da cittadini dell’India
19.150 da cittadini della Siria
12.667 cittadini della Tunisia
8.471 cittadini del Marocco
7.643 cittadini del Pakistan
1.738 cittadini della Somalia
1.477 cittadini dell’Egitto
1.103 cittadini del Bangladesch.
Dall’1.1.2015 al 21.12.21, in Austria, sono state inoltrate 236.700 domande di asilo (“Asylansuchen”) e precisamente:
88.340 nel 2015,
42.285 nel 2016,
24.735 nel 2017,
13.746 nel 2018,
12.886 nel 2019,
14.775 nel 2020,
39.930 nel 2021.
Degli “Asylsuchenden”, dal 2015 al 2021, 111.375 erano uomini, 33.500 erano donne e 91.825 erano minori.
Per quanto concerne la nazionalità della maggior parte dei richiedenti asilo, abbiamo i seguenti dati:
68.115 erano cittadini della Siria
58.127 dell’Afghanistan
21.164 dell’Irak
9.595 dell’Iran
9.237 del Pakistan.
Di essi, 25.270 uomini
2.703 donne
11.960 minori.
** L’”Erstantrag” può essere proposto per iscritto oppure verbalmente e in questa richiesta, l’aspirante asilante richiede “Schutz vor politischer Verfolgung” oppure protezione in quanto, in caso di espulsione verso lo Stato di origine, sarebbe esposto a gravi conseguenze per la propria persona.
Si ha “Folgeantrag”, se la persona, dopo il rigetto della domanda di asilo politico, propone nuova istanza di asilo, deducendo “Wiederaufnahmegründe” (motivi di “riassunzione”), che possono consistere in un notevole mutamento delle condizioni nel Paese di origine o se sono emersi fatti nuovi secondo i quali, in caso di “consegna” allo Stato di origine, il richiedente, ivi, sarebbe esposto a gravi conseguenze per quanto riguarda la persona dello stesso. Soltanto sulla base di questi presupposti, può avvenire una nuova “disamina” della pratica, una nuova decisione.
E passiamo ai cosiddetti Zweitanträge:
Uno “Zweitantrag” è proponibile, se la persona, dopo aver chiesto asilo in uno Stato terzo, (“Drittstaat”), ma la domanda ivi è stata rigettata, richiede asilo nella RFT. “Sichere Drittstaaten” – si fini dell’applicazione dell’”Asylgesetz” (Legge sull’asilo) - sono gli Stati comunitari, nonchè la Norvegia e la Svizzera.
I presupposti per la proponibilità di uno “Zweitantrag”, sono, per il resto, gli stessi costituiti dai “Wiederfaufnahmegründe” di cui al § 51, Abs. 1-3 del "Verwaltungsverfahrensgesetz”.