Cassazione Penale: querela del socio contro l’amministratore per infedeltà patrimoniale

"La nuova fattispecie penale della infedeltà patrimoniale di cui all’articolo 2634 Codice Civile è posta a tutela del patrimonio sociale e, quindi, non vi è dubbio che la parte lesa di tale reato sia la società stessa, come parte della dottrina ha giustamente osservato.

Tuttavia la condotta dell’amministratore infedele è diretta a danneggiare certamente la società, ma principalmente i soci o quotisti della stessa che per la infedele attività dell’amministratore vedono depauperarsi il proprio patrimonio. In siffatta situazione non può negarsi al singolo socio il diritto di querelarsi contro il presunto responsabile della infedeltà proprio perché deve allo stesso riconoscersi non solo la qualifica di danneggiato del reato, ma anche quella di vera e propria parte lesa, qualifica che consente la proposizione della querela ai sensi dell’articolo 120 Codice Penale".

Nella medesima pronuncia, la Cassazione, riportandosi al proprio orientamento maggioritario ha ribadito che "oggetto del sequestro preventivo può essere qualsiasi bene, a chiunque appartenente e quindi anche se ceduto a persona estranea al reato, purché esso sia anche indirettamente collegato al reato e, ove lasciato nella libera disponibilità, idoneo a costituire pericolo di l’aggravamento o di protrazione delle conseguenze del reato".

Sentenza integralmente consultabile sul Sito della Cassazione.

(Corte di Cassazione - Sezione Quinta Penale, Sentenza 9 novembre 2006, n. 37033)
"La nuova fattispecie penale della infedeltà patrimoniale di cui all’articolo 2634 Codice Civile è posta a tutela del patrimonio sociale e, quindi, non vi è dubbio che la parte lesa di tale reato sia la società stessa, come parte della dottrina ha giustamente osservato.

Tuttavia la condotta dell’amministratore infedele è diretta a danneggiare certamente la società, ma principalmente i soci o quotisti della stessa che per la infedele attività dell’amministratore vedono depauperarsi il proprio patrimonio. In siffatta situazione non può negarsi al singolo socio il diritto di querelarsi contro il presunto responsabile della infedeltà proprio perché deve allo stesso riconoscersi non solo la qualifica di danneggiato del reato, ma anche quella di vera e propria parte lesa, qualifica che consente la proposizione della querela ai sensi dell’articolo 120 Codice Penale".

Nella medesima pronuncia, la Cassazione, riportandosi al proprio orientamento maggioritario ha ribadito che "oggetto del sequestro preventivo può essere qualsiasi bene, a chiunque appartenente e quindi anche se ceduto a persona estranea al reato, purché esso sia anche indirettamente collegato al reato e, ove lasciato nella libera disponibilità, idoneo a costituire pericolo di l’aggravamento o di protrazione delle conseguenze del reato".

Sentenza integralmente consultabile sul Sito della Cassazione.

(Corte di Cassazione - Sezione Quinta Penale, Sentenza 9 novembre 2006, n. 37033)