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Dovere di speditezza nel processo penale

Grundsatz der Verfahrensbeschleunigung nella Costituzione federale, nel codice di procedura penale e in altre norme
Dovere di speditezza nel processo penale
Dovere di speditezza nel processo penale

I. Costituzione federale; II. In che cosa consiste il Beschleunigungsgebot; III. Conseguenze della violazione del Beschleunigungsgebot; IV. Beschleunigungsgrundsatz e custodia cautelare in carcere; V. Haftdauer e revoca della custodia cautelare; VI. Beschleunigungsgebot e dibattimento; VII. Beschleunigungsgebot e rinvii di udienza; VIII. Richtlienien für das Strafverfahren und Beschleunigungsgebot

I. Norme costituzionali

“Zur Beschleunigung muss jede Möglichkeit genutzt werden, soweit nicht andere Verfahrensprinzipien unangemessen zurückgedrängt werden”. Così ha sentenziato la Corte costituzionale federale (BVerfGE 36, 264, 272). Chi volesse però rinvenire, nella StPO (CPP), un paragrafo intitolato “Beschleunigungsgrundsatz”, farebbe una “ricerca” vana. Tuttavia dottrina e giurisprudenza sono ormai concordi che questo principio fondamentale sia desumibile non soltanto da norme della Costituzione federale (artt. 2, 2° c., 19, 4° c., e 104 GG) ma anche da vari paragrafi del CPP; in proposito sono da menzionare i §§ 115, 121, 122, 128, 129 e 130 StPO.

Per quanto concerne l’articolo 2, comma 2, Costituzione federale, questa norma implica che procedimenti con detenuti müssen mit größtmöglicher Beschleunigung betrieben werden (BVerfGE 19, 342 (347 f). Alla  durata della custodia cautelare in carcere vengono posti limiti anche dal Verhältnismäßigkeitsgrundsatz e ciò anche indipendentemente dall’entità della pena che si prevede sarà inflitta (BVerfG 20, 45 (49) e 20, 144 (148)). “Nicht zu vertretende, sachlich nicht zu rechtfertigende und vermeidbare Verfahrensverzögerungen“ comportano che la custodia cautelare in carcere deve essere revocata.

I Verfassungsgerichtshöfe der Länder, con riferimento al disposto dell’articolo 19, comma 4, GG, si sono pronunziati più volte nel senso che “zum effektiven Rechtsschutz gehört auch, dass er zeitgerecht erfolgt” in quanto un “Rechtschutz, der zu spät kommt, trägt den Schutzinteressen der Berechtigten nicht angemessen Rechnung“ (BVerfGE 40, 237 (256)). Questa Grundrechtsverletzung non può essere giustificata neppure in caso di  “unzureichender Ausstattung des Gerichtes” (BVerfGE 36, 264 (275)). In sede di interpretazione dell’articolo 104 GG (Costituzione federale), deve tenersi conto altresì del Grundsatz der Verhältismäßigkeit e della Unschuldsvermutung. Ciò comporta che se la custodia cautelare in carcere si protrae oltre un certo tempo, per il mantenimento della stessa, non basta più un hinreichender Tatverdacht e che la custodia cautelare in carcere per un periodo di oltre due anni, puo’ essere protratta soltanto “bei sehr zwingenden Gründen”.

Il Beschleunigungsgrundsatz è riconducibile (articolo 20, comma 3, GG) al Rechtsstaatsprinzip (BVerfGE 63, 45, 69) e viene ritenuto anche “Ausdruck einer allgemeinen Fürsorgepflicht der Strafjustiz gegenüber den von ihr Betroffenen (BGHSt 26, 1, 4). Non pacifica è invece l’applicabilità di questo principio in sede di procedimento esecutivo.

II. Cosa si intende per Beschleunigungsgebot

Beschleunigung va intesa come “Zügigkeit, Unverzüglichkeit, Stringenz des Verfahrensganges, Fehlen von sachlich nicht bedingten Verzögerungen”. Il Beschleunigungsgrundsatz costituisce anzitutto una tutela in favore dell’indagato/imputato, ma è altresì im öffentlichen Interesse, nel senso che l’indagato/imputato ha diritto acché le Anschuldigungen, mosse nei suoi confronti vengano, “chiarite” entro un ragionevole lasso di tempo, sia pure tenendo conto delle esigenze inerenti alle - necessarie - acquisizioni probatorie. È stato detto che ad un “zügig geführten Verfahren kommt auch wahrheitssichernde Funktion zu” (BVerfGe 57, 250, 279), “wird dem Ziel der Wahrheitsermittlung am Besten gerecht. È evidente che “zunehmender Zeitablauf erschwert die Beweisführung und somit die Ermittlung der materiellen Wahrheit”, come ha sentenziato la Corte suprema federale (BGHSt 26, 228, 232).

Inquirenti e  autorità giurisdizionali sono obbligate ad adottare ogni provvedimento adeguato per concludere tempestivamente le indagini e pervenire ad una decisione in ordine al fatto contestato (BVerfGE 20, 45, 50).

Il Beschleunigungsgebot è contenuto altresì nell’articolo 6, comma 1, parte 1, della Convenzione dei diritti dell’uomo delle libertà fondamentali del 1950 (CEDU) (“in un ragionevole tempo”), anche se va detto che la cosiddetta ragionevolezza è da valutare con riferimento ad ogni singolo caso.

III. Conseguenze della violazione del Beschleunigungsgebot

La violazione del suddetto principio, comporta una rechtswidrige Verfahrensverzögerung, la quale è però ravvisabile soltanto se la durata complessiva del procedimento eccede “einen sachlich angemessenen Rahmen”. In caso di annullamento della sentenza con rinvio, è stato ritenuto che vi è rechtsstaatswidrige Verfahrensverzögerung, se l’annullamento è da ricondurre ad un “offensichtlichen Verfahrensfehler”. Va rilevato che dall’articolo 19, comma 4, GG (Costituzione federale), che prevede la cosiddetta Rechtsweggarantie, è deducibile un Rechtsschutz innerhalb angemessenere Zeit.

È giurisprudenza pacifica della Corte suprema federale (BGH) e della Corte costituzionale federale (BVerfGE) che  di Verfahrensverzögerungen, anche in violazione dell’articolo 6, comma 1, prima parte o 5, comma 3, prima parte CEDU, si deve tenere conto in favore dell’imputato. In passato vi era stato un orientamento giurisprudenziale secondo il quale il giudice di primo grado, accertato “Art, Ursache und Ausmaß der Verzögerung”, doveva tenerne conto in sede di determinazione dell’entità della pena (si veda p. es. BGHSt 46, 159 e 45, 321, 339) e un’eventuale omissione di tale obbligo, poteva essere dedotta in sede di Revision soltanto mediante Verfahrensrüge (ai sensi del § 344, comma 2, StPO). Se si è verificata Verfahrensverzögerung nello spazio temporale intercorrente tra sentenza di primo grado e decisione sull’ammissibilità della Revision, qualora quest’ultima si appalesi poi proposta fondatamente, il giudice della Revision doveva tenere conto anche di questo fatto.

Di regola la überlange Verfahrensdauer non comporta un Verfahrenshindernis (improcedibilità) e la conseguente Verfahrenseinstellung ex § 260, comma 3, StPO. Tuttavia in casi di “besonders gravierenden Verfahrensverzögerungen”, la Corte suprema federale ha ritenuto (BGHSt 46, 159, 171f) che “die damit verbundenen Belastungen des Beschuldigten nonché la violazione del Gebot der Rechtsstaatlichkeit des Strafverfahrens“ fanno sì che l’interesse dello Stato all’esercizio della pretesa punitiva venga meno.

Circa un trentennio orsono, il BGH aveva ravvisato, in caso di “rechtsstaatswidriger Verfahrensverzögerung, einen besonderen Strafmilderungsgrund” (un’attenuante speciale) di cui si doveva tenere conto nella determinazione della pena e nella motivazione della sentenza. Era, questa, la cosiddetta Strafabschlagslösung. Questa soluzione aveva dato luogo a problemi e aveva condotto ad un Vorlageverfahren dinanzi al Großen Senat für Strafsachen, il quale, con sentenza 52, 124, aveva statuito che di Verfahrensverzögerungen va tenuto conto in un momento successivo alla Strafzumessung vera e propria, ritenendo - fittiziamente - che una determinata parte di pena venga considerata già espiata. È  questa, la cosiddetta Vollstreckungslösung (o Kompensationsmodell). Se vi è stata inflizione di una pena pecuniaria, deve essere specificata l’entità della riduzione dei Tagessätze.

IV. Beschleunigungsgrundsatz e custodia cautelare in carcere

Come è ovvio, il Beschleunigungsgrundsatz è di particolare importanza nei casi di applicazione della custodia cautelare in carcere. La Corte costituzionale federale ha statuito che “in Haftsachen gilt besonders das in articolo 2, Abs. 2, S. 2, GG (Costituzione federale) angelegte, verfassungsrechtliche Beschleunigungsgebot“ (si veda in proposito la sentenza 36, 264, 273). Con ordinanza dd.11.6. 2008 - 2 BvR 806/08,  il Bundesverfassungsgericht (Corte costituzionale federale) ha precisato che “mit zunehmender Verfahrensdauer sind steigende Anforderungen an das Vorliegen eines rechtfertigenden Grundes zur Aufrechterhaltung der Untersuchungshaft gegeben”. Soltanto eccezionalmente la custodia cautelare in carcere può esser protratta per più di un anno prima dell’inizio del dibattimento o prima dell’emanazione della sentenza di primo grado (VerfGE StV 2008, 198,f). Una volta iniziato il dibattimento - se l’ imputato è in custodia cautelare in carcere - la fissazione di un solo Verhandlungstag alla settimana può dar luogo a rechtswidriger Verfahrensverzögerung.

Applicazione del Beschleunigungsgrundsatz si ha: 1) nel § 121 StPO (custodia cautelare in carcere (o misura di sicurezza detentiva) di durata superiore a sei mesi, anteriore all’emanazione della sentenza di primo grado) e 2) 122 StPO, intitolato: “Besondere Haftprüfung durch das Oberlandesgericht” che prevede la competenza della Corte d’appello a decidere sulla protrazione delle suddette misure nonché nel caso in cui 3) l’ordinanza di custodia cautelare in carcere venga “außer Vollzug gesetzt” ai sensi del § 116 StPO, il quale prevede che l’esecuzione dell’Haftbefehl, emesso “wegen Fluchtgefahr”, viene sospesa, se misure meno incisive (“weniger einschneidende Maßnahmen”) sono idonee allo scopo di impedire la fuga. Va rilevato che l’osservanza del Beschleunigungsgebot deve essere verificata anche “verfahrensabschnittsbezogen”, ma che in ogni  stato del procedimento, esso deve essere “gefördert” (per cui il mancato compimento di atti di indagini per piu’ di tre mesi viene considerata violazione del Beschleunigungsgebot). Da notare è anche che il cosiddetto Zwischenverfahren “ist stringend zu strukturieren”. Se tra deposito dell’Anklage e dibattimento intercorre un lasso di tempo superiore a 5 mesi, può essere ravvisata Unangemessenheit e quindi Verfahrensverzögerung. “Größtmögliche Verfahrensbeschleunigung è prescritta pure (ved. BerfGE 61, 28, 34) in caso di Auslieferungshaft (custodia cautelare in vista di estradizione).

Le disposizioni ora elencate hanno lo scopo di attuare il Grundrechtsschutz in sede di Verfahrensgestaltung nel senso che gli istituti dell’Haftprüfung e della Haftbeschwerde devono “prevenire il pericolo” di una “Entwertung der materiellen Grundrechtsposition” desumibile dall’articolo 2, comma 2, in relazione all’articolo 104 GG (Cost. feder.). Per le Haftfortdauerentscheidungen (le decisioni sulla protrazione della custodia cautelare in carcere) è richiesta una “besondere Begründungstiefe” - come ha statuito la Corte costituzionale federale (BVerfGE 103, 21, 35f) - nel senso che deve essere valutata con particolare rigore la persistenza dei presupposti per questa misura; deve essere compiuto un adeguato bilanciamento tra “Freiheitsrecht des Beschuldigten und Starfverfolgungsinteresse der Allgemeinheit”. Va tenuto conto altresì del Verhältnismäßigkeitsgebot in quanto il trascorrere del tempo può influire sullo stesso. Infine deve tenersi conto, sia pure marginalmente, della probabile entità dell’infliggenda pena e dell’eventuale concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena.

Lo scopo della custodia cautelare in carcere è, come ha sentenziato la Corte costituzionale federale (BVerfGE 32, 87, 93) “die Durschführung eines geordneten Strafverfahrens zu gewährleisten und die spätere Strafvollstreckung sicherzustellen“. Ulteriori scopi sono: 1) garantire la presenza dell’  imputato al processo (si veda il § 112, comma 2, nn. 1e 2 nonché il § 127b StPO),  2)  assicurare l’accertamento dei fatti contro tentativi di Beweisvereitelung e/o Beweiserschwerung (si veda in proposito il § 112, comma 2, n. 3 StPO).

Il Beschleunigungsgebot deve essere osservato,  anche se si procede per reati gravi, per i quali è prevista una pena elevata (“Taten von hohem Gewicht mit einer hohen Gesamtstraferwartung” - ordinanza del BVerfGE dd. 24.8.2010 - 2 BvR 1113/10). Inoltre, più aumenta la Verfahrensdauer, più le motivazioni concernenti la prosecuzione della Haft diventano stringenti.

Il Beschleunigungsgebot trova applicazione anche in sede di Revision.

Dispone il § 115, commi 1 e 2, StPO, che  se è stata emessa ordinanza di custodia cautelare in carcere, l’imputato deve essere “unverzüglich” (senza dilazione) interrogato dal giudice in ordine ai fatti che gli vengono contestati, comunque non oltre il giorno successivo all’esecuzione della predetta ordinanza.

Con queste norme si tiene conto non soltanto delle garanzie sancite dall’articolo 2, comma 2, seconda parte GG, ma anche di quelle contenute nell’articolo 104 GG. È stato rilevato che l’indagato/imputato “hat Anspruch auf unverzügliche Vernehmung durch den zuständigen Richter”. In tal modo gli viene assicurato - sia pure ex post - “rechtliches Gehör” che, in considerazione della natura e degli scopi dell’ordinanza di custodia cautelare, non poteva ottenere prima.

L’interrogatorio non può essere posticipato a causa delle indagini in corso o di indagini ancora da compiere e neppure per una “polizeiliche Beschuldigtenvernehmung” (BGHStV 1995, 283); ciò in attuazione del Beschleunigungsgebot, per il quale “Haftsachen sind Eilsachen”.

La norma di cui al § 115 (la stessa cosa vale per quella del § 115a StPO), a causa della sua “grundrechtssichernden Funktion”, è ”zwingender Natur”, per cui non è in facoltà del Beschuldigten rinunciare ne’ ad essere tradotto dinanzi al giudice, ne’ all’interrogatorio, ne’ all’osservanza dei termini a tal fine prescritti.

L’obbligo, da parte del giudice, di procedere ad  “unverzüglichen Vernehmung des Beschuldigten” sussiste anche se è già stato aperto il dibattimento oppure se vi è stata già pronunzia di sentenza.

Qualora non sia possibile interrogare l’indagato/imputato entro il giorno successivo a quello dell’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare, si deve procedere alla Vorführung dello stesso dinanzi all’Amtsgericht più vicino. Ciò viene disposto dal § 115a StPO, avente funzione sussidiaria rispetto al disposto di cui al § 115 StPO.

V. Haftdauer e revoca dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere 

A proposito della prosecuzione della custodia cautelare in carcere, in applicazione del § 120 StPO, che prevede i casi di revoca dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, la Corte costituzionale federale ha ritenuto che “das Gewicht des Freiheitsanspruches des Beschuldigten gegenüber dem staatlichen Interesse an einer wirksamen Strafverfolgung, vergrößert sich mit zunehmender Dauer der Untersuchungshaft” (BVerfGE StV 2011, 31).

In ogni caso occorre tenere conto anche del Verhältnismäßigkeitsgebot e della Bedeutung der Sache. Se si sono verificate significative violazioni del Beschleunigungsgebot - anche prima della scadenza del termine semestrale di cui al § 121, comma 1, StPO, - può rendersi necessaria la revoca dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere (si veda p. es. BVerfG StV 2006, 251ff). Vanno prese in considerazione, a tal fine, anche prevedibili future Verfahrensverzögerungen.

VI. Beschleunigungsgebot e dibattimento

Per quanto concerne la fase dibattimentale, il Beschleunigungsgebot esige una preparazione adeguata dell’udienza e una conduzione efficiente del dibattimento. Troppi rinvii dopo l’apertura del dibattimento, non devono comportare un’elusione dei disposti di cui ai §§ 121 e 122 StPO.

Anche dopo l’emanazione della sentenza di primo grado, la mancata osservanza del Beschleunigungsgebot può comportare la revoca della custodia cautelare in carcere (se per esempio il giudice tarda nel deposito della motivazione della sentenza, specie se vengono superati i termini pervisti dal § 275, comma 1, StPO.  La stessa cosa vale in caso di ritardo (non dovuto a forza maggiore) di trasmissione degli atti al giudice dell’impuganzione o di ungerechtfertigten Verzögerungen nel corso del processo di secondo grado. Pure in caso di Haftverschonung è concepibile la trasgressione del Beschleunigungsgebot in quanto il semplice persistere di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, può costituire una schwerwiegende Beieinträchtigung der persönlichen Freiheit.

Va rilevato che l’ordinanza di custodia cautelare in carcere deve essere revocata dal giudice - indipendentemente da quanto tempo è trascorso dall’inizio dell’esecuzione della stessa - se  il PM lo richiede durante le indagini preliminari (è, questa, la cosiddetta Bindung des Richters an den Aufhebungsantrag ed è una conseguenza del principio secondo il quale il PM e’”Herr (dominus) des Ermittlungsverfahrens)”; Bindung, che viene meno con la Erhebung der öffetntlichen Klage (deposito dell’Anklageschrift presso il l’ufficio giudiziario competente).

Particolari difficoltà incontrate nel corso delle indagini preliminari, non possono essere prese in considerazione ai fini di una Haftverlängerung, qualora siano ravvisabili errori di rilevante gravità a carico degli organi di polizia o se sono ascrivibili al PM e se hanno comportato un rilevante Zeitverlust. Così per esempio non è stata ritenuta lecita la Aufrechterhaltung der Haft oltre 6 mesi, se senza un giustificato motivo si è verificata una Nichtbearbeitung der Akten per alcuni mesi oppure se  gli atti non sono stati trasmessi al Pm entro 2 mesi dall’avvenuta confessione dell’indagato dinanzi alla polizia. Parimenti, se sono trascorsi mesi tra la richiesta “auf Zeugenvernehmung und Durchführung” di questo incombente.

Grobe Fehler und Versäumnisse der Ermittlungsorgane che hanno condotto ad una nicht unerheblichenVerfahrensverzögerung, anche se si procede per un Kapitalverbrechen, non legittimano la protrazione della custodia cautelare in carcere, adducendo l’interesse pubblico all’accertamento dei fatti e alla punizione del colpevole.

Beschleunigungsgrundsatz und Konzentrationsmaxime esigono che il dibattimento, per quanto possibile, non venga, ne’ sospeso,  ne’ interrotto. Sospensione ed interruzione devono essere l’eccezione e non la regola.

Particolarmente importante ai fini del rispetto del Beschleunigungsgrundsatz è il § 229 StPO, intitolato “Höchstdauer der Unterbrechung”. Dispone il 1° comma di questo paragrafo, che il dibattimento può essere interrotto per una durata non superiore tre settimane; per un mese, se prima dell’interruzione vi sono stati almeno 10 Verhandlungstage (comma 2). Qualora l’imputato o un componente del collegio sia impedito a causa di malattia e se prima di questo impedimento vi sono già stati almeno 10 Verhandlungstage, i termini di cui ai commi 1 e 2, sono prorogati per la durata dell’impedimento, ma la proroga non può comunque essere superiore a sei settimane. Se il dibattimento non viene continuato entro questo termine, deve, inesorabilmente, procedersi a nuovo dibattimento; in parole semplici, iniziare da capo. In questo modo il legislatore ha voluto prevenire rinvii ingiustificati, che, specie nei processi con documentazione voluminosa (magari di 3.000 o 4000 pagine), sono tutt’altro che piacevoli, anche per il giudice relatore, che, nel tardo pomeriggio del giorno prima dell’udienza o addirittura un’ora prima dell’inizio della Verhandlung, viene informato…del rinvio, di 4-5 mesi, per cui la preparazione dell’udienza è stata “für die Katz”. Se episodi di questo genere si verificano più volte, se i rinvii sono sempre di mesi e se hanno per oggetto sempre lo stesso processo, a qualcuno potrebbe anche venire  l’idea che Vertagungen di questo genere vengano disposti non tanto “per esigenze processuali”, quanto per ingraziarsi chi, almeno indirettamente, ne trae i benefici. Non è infrequente che alla fine di manovre di questo stampo, scatti la prescrizione, poi contrabbandata dall’imputato e magari anche dalla stampa, come “assoluzione” (come, “finalmente ottenuta giustizia!”)

VII. Beschleunigungsgebot e rinvii dell’udienza

L’attuale § 229 StPO ha sostituito la precedente norma - vigente fino al 2004 - secondo la quale il dibattimento poteva essere interrotto, anche più volte, ma per non più di 10 giorni. Il legislatore, con la modifica, ha voluto evitare “zeit- und kostenintensive Schiebetermine” e tenere adeguatamente conto anche del principio dell’Unmittelbarkeit. Altro obiettivo del Gesetzgeber e’ stato quello di porre un limite alla Häufigkeit der Unterbrechungen e quindi alla durata complessiva del dibattimento.

Il Beschleunigungsgebot produce i suoi effetti anche dopo il termine della fase dibattimentale e dopo la lettura del dispositivo della sentenza. Se il deposito della sentenza (con la motivazione) non avviene entro i termini di cui al § 275 StPO, comma 1, StPO (5-7-9 settimane, a seconda della durata del dibattimento), cio’ costituisce un absoluten Revisionsgrund ai sensi del § 338, n. 7, StPO.

VIII. Richtlinien für das Strafverfahern und das Bußgeldverfahren (RiStVD)

Non vanno, infine, trascurate le norme contenute nelle Richtlinien für das Strafverfahren und das Bußgeldverfahren (RiStBV- Direttive dettate per il procedimento penale e per quello concernente l’inflizione di sanzione amministrativa) dell’1.1.1977, modificate ultimamente i.d. 1.9.2014 e che sono dettate principalmente per il PM, ma contengono principi di cui anche il giudice, in ispecie quello di secondo grado, deve tenere conto. Il § 5  RiStBV prevede che il PM non deve estendere le indagini oltre quanto necessario al fine di poter adottare una rapida decisione sulla Erhebung der öffentlichen Klage o sull’archiviazione, in particolare, se quest’ultima è consentita in applicazione dei §§ 154 e 154a StPO. Inoltre viene disposto che l’attività di indagine venga espletata “möglichst gleichzeitig”, vale a dire ad evitare, per quanto possibile, che atti di indagine vengano compiuti a (rilevante) distanza di tempo l’uno dall’altro.

Tutti i fatti rilevanti, anche quelli influenti sulla determinazione dell’infliggenda pena o sull’applicazione di una misura di sicurezza, devono essere accertati con accuratezza e precisione tale da consentire che il dibattimento avvenga “reibungslos”.

Qualora l’indagato sia detenuto, le indagini devono essere condotte con particolare  celerità; parimenti, se si procede per reati: 1) contro l’ordine pubblico,  2) che hanno destato particolare allarme sociale oppure 3) se per gli stessi è prevista una breve Verjährungsfrist (un termine di prescrizione breve).

Di notevole importanza è anche il § 153 RiStBV. Prescrive questo paragrafo che le impugnazioni devono essere trattate alla stregua dei procedimenti di urgenza.

Il § 10 facoltizza il PM a richiedere il compimento di atti di indagine soltanto “wenn er diese Untersuchungshandlungen aus besonderen Gründen für erforderlich erachtet”. Se è necessaria la prosecuzione della custodia cautelare in carcere oltre i 6 mesi, il fascicolo deve portare un particolare contrassegno e il procedimento deve sempre essere trattato non soltanto con precedenza, ma è, altresi’, “beschleunigt zu fördern” (§ 56 RiStBV). Prima del conferimento dell’incarico ad un perito, va accertato se questi è in grado di depositare la relazione peritale entro un congruo termine.

Besondere Beschleunigung” è prescritta dallo  JGG (Jugendgerichtsgesetz - § 71, comma 5), se una persona minorenne è in custodia cautelare in carcere.

I. Costituzione federale; II. In che cosa consiste il Beschleunigungsgebot; III. Conseguenze della violazione del Beschleunigungsgebot; IV. Beschleunigungsgrundsatz e custodia cautelare in carcere; V. Haftdauer e revoca della custodia cautelare; VI. Beschleunigungsgebot e dibattimento; VII. Beschleunigungsgebot e rinvii di udienza; VIII. Richtlienien für das Strafverfahren und Beschleunigungsgebot

I. Norme costituzionali

“Zur Beschleunigung muss jede Möglichkeit genutzt werden, soweit nicht andere Verfahrensprinzipien unangemessen zurückgedrängt werden”. Così ha sentenziato la Corte costituzionale federale (BVerfGE 36, 264, 272). Chi volesse però rinvenire, nella StPO (CPP), un paragrafo intitolato “Beschleunigungsgrundsatz”, farebbe una “ricerca” vana. Tuttavia dottrina e giurisprudenza sono ormai concordi che questo principio fondamentale sia desumibile non soltanto da norme della Costituzione federale (artt. 2, 2° c., 19, 4° c., e 104 GG) ma anche da vari paragrafi del CPP; in proposito sono da menzionare i §§ 115, 121, 122, 128, 129 e 130 StPO.

Per quanto concerne l’articolo 2, comma 2, Costituzione federale, questa norma implica che procedimenti con detenuti müssen mit größtmöglicher Beschleunigung betrieben werden (BVerfGE 19, 342 (347 f). Alla  durata della custodia cautelare in carcere vengono posti limiti anche dal Verhältnismäßigkeitsgrundsatz e ciò anche indipendentemente dall’entità della pena che si prevede sarà inflitta (BVerfG 20, 45 (49) e 20, 144 (148)). “Nicht zu vertretende, sachlich nicht zu rechtfertigende und vermeidbare Verfahrensverzögerungen“ comportano che la custodia cautelare in carcere deve essere revocata.

I Verfassungsgerichtshöfe der Länder, con riferimento al disposto dell’articolo 19, comma 4, GG, si sono pronunziati più volte nel senso che “zum effektiven Rechtsschutz gehört auch, dass er zeitgerecht erfolgt” in quanto un “Rechtschutz, der zu spät kommt, trägt den Schutzinteressen der Berechtigten nicht angemessen Rechnung“ (BVerfGE 40, 237 (256)). Questa Grundrechtsverletzung non può essere giustificata neppure in caso di  “unzureichender Ausstattung des Gerichtes” (BVerfGE 36, 264 (275)). In sede di interpretazione dell’articolo 104 GG (Costituzione federale), deve tenersi conto altresì del Grundsatz der Verhältismäßigkeit e della Unschuldsvermutung. Ciò comporta che se la custodia cautelare in carcere si protrae oltre un certo tempo, per il mantenimento della stessa, non basta più un hinreichender Tatverdacht e che la custodia cautelare in carcere per un periodo di oltre due anni, puo’ essere protratta soltanto “bei sehr zwingenden Gründen”.

Il Beschleunigungsgrundsatz è riconducibile (articolo 20, comma 3, GG) al Rechtsstaatsprinzip (BVerfGE 63, 45, 69) e viene ritenuto anche “Ausdruck einer allgemeinen Fürsorgepflicht der Strafjustiz gegenüber den von ihr Betroffenen (BGHSt 26, 1, 4). Non pacifica è invece l’applicabilità di questo principio in sede di procedimento esecutivo.

II. Cosa si intende per Beschleunigungsgebot

Beschleunigung va intesa come “Zügigkeit, Unverzüglichkeit, Stringenz des Verfahrensganges, Fehlen von sachlich nicht bedingten Verzögerungen”. Il Beschleunigungsgrundsatz costituisce anzitutto una tutela in favore dell’indagato/imputato, ma è altresì im öffentlichen Interesse, nel senso che l’indagato/imputato ha diritto acché le Anschuldigungen, mosse nei suoi confronti vengano, “chiarite” entro un ragionevole lasso di tempo, sia pure tenendo conto delle esigenze inerenti alle - necessarie - acquisizioni probatorie. È stato detto che ad un “zügig geführten Verfahren kommt auch wahrheitssichernde Funktion zu” (BVerfGe 57, 250, 279), “wird dem Ziel der Wahrheitsermittlung am Besten gerecht. È evidente che “zunehmender Zeitablauf erschwert die Beweisführung und somit die Ermittlung der materiellen Wahrheit”, come ha sentenziato la Corte suprema federale (BGHSt 26, 228, 232).

Inquirenti e  autorità giurisdizionali sono obbligate ad adottare ogni provvedimento adeguato per concludere tempestivamente le indagini e pervenire ad una decisione in ordine al fatto contestato (BVerfGE 20, 45, 50).

Il Beschleunigungsgebot è contenuto altresì nell’articolo 6, comma 1, parte 1, della Convenzione dei diritti dell’uomo delle libertà fondamentali del 1950 (CEDU) (“in un ragionevole tempo”), anche se va detto che la cosiddetta ragionevolezza è da valutare con riferimento ad ogni singolo caso.

III. Conseguenze della violazione del Beschleunigungsgebot

La violazione del suddetto principio, comporta una rechtswidrige Verfahrensverzögerung, la quale è però ravvisabile soltanto se la durata complessiva del procedimento eccede “einen sachlich angemessenen Rahmen”. In caso di annullamento della sentenza con rinvio, è stato ritenuto che vi è rechtsstaatswidrige Verfahrensverzögerung, se l’annullamento è da ricondurre ad un “offensichtlichen Verfahrensfehler”. Va rilevato che dall’articolo 19, comma 4, GG (Costituzione federale), che prevede la cosiddetta Rechtsweggarantie, è deducibile un Rechtsschutz innerhalb angemessenere Zeit.

È giurisprudenza pacifica della Corte suprema federale (BGH) e della Corte costituzionale federale (BVerfGE) che  di Verfahrensverzögerungen, anche in violazione dell’articolo 6, comma 1, prima parte o 5, comma 3, prima parte CEDU, si deve tenere conto in favore dell’imputato. In passato vi era stato un orientamento giurisprudenziale secondo il quale il giudice di primo grado, accertato “Art, Ursache und Ausmaß der Verzögerung”, doveva tenerne conto in sede di determinazione dell’entità della pena (si veda p. es. BGHSt 46, 159 e 45, 321, 339) e un’eventuale omissione di tale obbligo, poteva essere dedotta in sede di Revision soltanto mediante Verfahrensrüge (ai sensi del § 344, comma 2, StPO). Se si è verificata Verfahrensverzögerung nello spazio temporale intercorrente tra sentenza di primo grado e decisione sull’ammissibilità della Revision, qualora quest’ultima si appalesi poi proposta fondatamente, il giudice della Revision doveva tenere conto anche di questo fatto.

Di regola la überlange Verfahrensdauer non comporta un Verfahrenshindernis (improcedibilità) e la conseguente Verfahrenseinstellung ex § 260, comma 3, StPO. Tuttavia in casi di “besonders gravierenden Verfahrensverzögerungen”, la Corte suprema federale ha ritenuto (BGHSt 46, 159, 171f) che “die damit verbundenen Belastungen des Beschuldigten nonché la violazione del Gebot der Rechtsstaatlichkeit des Strafverfahrens“ fanno sì che l’interesse dello Stato all’esercizio della pretesa punitiva venga meno.

Circa un trentennio orsono, il BGH aveva ravvisato, in caso di “rechtsstaatswidriger Verfahrensverzögerung, einen besonderen Strafmilderungsgrund” (un’attenuante speciale) di cui si doveva tenere conto nella determinazione della pena e nella motivazione della sentenza. Era, questa, la cosiddetta Strafabschlagslösung. Questa soluzione aveva dato luogo a problemi e aveva condotto ad un Vorlageverfahren dinanzi al Großen Senat für Strafsachen, il quale, con sentenza 52, 124, aveva statuito che di Verfahrensverzögerungen va tenuto conto in un momento successivo alla Strafzumessung vera e propria, ritenendo - fittiziamente - che una determinata parte di pena venga considerata già espiata. È  questa, la cosiddetta Vollstreckungslösung (o Kompensationsmodell). Se vi è stata inflizione di una pena pecuniaria, deve essere specificata l’entità della riduzione dei Tagessätze.

IV. Beschleunigungsgrundsatz e custodia cautelare in carcere

Come è ovvio, il Beschleunigungsgrundsatz è di particolare importanza nei casi di applicazione della custodia cautelare in carcere. La Corte costituzionale federale ha statuito che “in Haftsachen gilt besonders das in articolo 2, Abs. 2, S. 2, GG (Costituzione federale) angelegte, verfassungsrechtliche Beschleunigungsgebot“ (si veda in proposito la sentenza 36, 264, 273). Con ordinanza dd.11.6. 2008 - 2 BvR 806/08,  il Bundesverfassungsgericht (Corte costituzionale federale) ha precisato che “mit zunehmender Verfahrensdauer sind steigende Anforderungen an das Vorliegen eines rechtfertigenden Grundes zur Aufrechterhaltung der Untersuchungshaft gegeben”. Soltanto eccezionalmente la custodia cautelare in carcere può esser protratta per più di un anno prima dell’inizio del dibattimento o prima dell’emanazione della sentenza di primo grado (VerfGE StV 2008, 198,f). Una volta iniziato il dibattimento - se l’ imputato è in custodia cautelare in carcere - la fissazione di un solo Verhandlungstag alla settimana può dar luogo a rechtswidriger Verfahrensverzögerung.

Applicazione del Beschleunigungsgrundsatz si ha: 1) nel § 121 StPO (custodia cautelare in carcere (o misura di sicurezza detentiva) di durata superiore a sei mesi, anteriore all’emanazione della sentenza di primo grado) e 2) 122 StPO, intitolato: “Besondere Haftprüfung durch das Oberlandesgericht” che prevede la competenza della Corte d’appello a decidere sulla protrazione delle suddette misure nonché nel caso in cui 3) l’ordinanza di custodia cautelare in carcere venga “außer Vollzug gesetzt” ai sensi del § 116 StPO, il quale prevede che l’esecuzione dell’Haftbefehl, emesso “wegen Fluchtgefahr”, viene sospesa, se misure meno incisive (“weniger einschneidende Maßnahmen”) sono idonee allo scopo di impedire la fuga. Va rilevato che l’osservanza del Beschleunigungsgebot deve essere verificata anche “verfahrensabschnittsbezogen”, ma che in ogni  stato del procedimento, esso deve essere “gefördert” (per cui il mancato compimento di atti di indagini per piu’ di tre mesi viene considerata violazione del Beschleunigungsgebot). Da notare è anche che il cosiddetto Zwischenverfahren “ist stringend zu strukturieren”. Se tra deposito dell’Anklage e dibattimento intercorre un lasso di tempo superiore a 5 mesi, può essere ravvisata Unangemessenheit e quindi Verfahrensverzögerung. “Größtmögliche Verfahrensbeschleunigung è prescritta pure (ved. BerfGE 61, 28, 34) in caso di Auslieferungshaft (custodia cautelare in vista di estradizione).

Le disposizioni ora elencate hanno lo scopo di attuare il Grundrechtsschutz in sede di Verfahrensgestaltung nel senso che gli istituti dell’Haftprüfung e della Haftbeschwerde devono “prevenire il pericolo” di una “Entwertung der materiellen Grundrechtsposition” desumibile dall’articolo 2, comma 2, in relazione all’articolo 104 GG (Cost. feder.). Per le Haftfortdauerentscheidungen (le decisioni sulla protrazione della custodia cautelare in carcere) è richiesta una “besondere Begründungstiefe” - come ha statuito la Corte costituzionale federale (BVerfGE 103, 21, 35f) - nel senso che deve essere valutata con particolare rigore la persistenza dei presupposti per questa misura; deve essere compiuto un adeguato bilanciamento tra “Freiheitsrecht des Beschuldigten und Starfverfolgungsinteresse der Allgemeinheit”. Va tenuto conto altresì del Verhältnismäßigkeitsgebot in quanto il trascorrere del tempo può influire sullo stesso. Infine deve tenersi conto, sia pure marginalmente, della probabile entità dell’infliggenda pena e dell’eventuale concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena.

Lo scopo della custodia cautelare in carcere è, come ha sentenziato la Corte costituzionale federale (BVerfGE 32, 87, 93) “die Durschführung eines geordneten Strafverfahrens zu gewährleisten und die spätere Strafvollstreckung sicherzustellen“. Ulteriori scopi sono: 1) garantire la presenza dell’  imputato al processo (si veda il § 112, comma 2, nn. 1e 2 nonché il § 127b StPO),  2)  assicurare l’accertamento dei fatti contro tentativi di Beweisvereitelung e/o Beweiserschwerung (si veda in proposito il § 112, comma 2, n. 3 StPO).

Il Beschleunigungsgebot deve essere osservato,  anche se si procede per reati gravi, per i quali è prevista una pena elevata (“Taten von hohem Gewicht mit einer hohen Gesamtstraferwartung” - ordinanza del BVerfGE dd. 24.8.2010 - 2 BvR 1113/10). Inoltre, più aumenta la Verfahrensdauer, più le motivazioni concernenti la prosecuzione della Haft diventano stringenti.

Il Beschleunigungsgebot trova applicazione anche in sede di Revision.

Dispone il § 115, commi 1 e 2, StPO, che  se è stata emessa ordinanza di custodia cautelare in carcere, l’imputato deve essere “unverzüglich” (senza dilazione) interrogato dal giudice in ordine ai fatti che gli vengono contestati, comunque non oltre il giorno successivo all’esecuzione della predetta ordinanza.

Con queste norme si tiene conto non soltanto delle garanzie sancite dall’articolo 2, comma 2, seconda parte GG, ma anche di quelle contenute nell’articolo 104 GG. È stato rilevato che l’indagato/imputato “hat Anspruch auf unverzügliche Vernehmung durch den zuständigen Richter”. In tal modo gli viene assicurato - sia pure ex post - “rechtliches Gehör” che, in considerazione della natura e degli scopi dell’ordinanza di custodia cautelare, non poteva ottenere prima.

L’interrogatorio non può essere posticipato a causa delle indagini in corso o di indagini ancora da compiere e neppure per una “polizeiliche Beschuldigtenvernehmung” (BGHStV 1995, 283); ciò in attuazione del Beschleunigungsgebot, per il quale “Haftsachen sind Eilsachen”.

La norma di cui al § 115 (la stessa cosa vale per quella del § 115a StPO), a causa della sua “grundrechtssichernden Funktion”, è ”zwingender Natur”, per cui non è in facoltà del Beschuldigten rinunciare ne’ ad essere tradotto dinanzi al giudice, ne’ all’interrogatorio, ne’ all’osservanza dei termini a tal fine prescritti.

L’obbligo, da parte del giudice, di procedere ad  “unverzüglichen Vernehmung des Beschuldigten” sussiste anche se è già stato aperto il dibattimento oppure se vi è stata già pronunzia di sentenza.

Qualora non sia possibile interrogare l’indagato/imputato entro il giorno successivo a quello dell’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare, si deve procedere alla Vorführung dello stesso dinanzi all’Amtsgericht più vicino. Ciò viene disposto dal § 115a StPO, avente funzione sussidiaria rispetto al disposto di cui al § 115 StPO.

V. Haftdauer e revoca dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere 

A proposito della prosecuzione della custodia cautelare in carcere, in applicazione del § 120 StPO, che prevede i casi di revoca dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, la Corte costituzionale federale ha ritenuto che “das Gewicht des Freiheitsanspruches des Beschuldigten gegenüber dem staatlichen Interesse an einer wirksamen Strafverfolgung, vergrößert sich mit zunehmender Dauer der Untersuchungshaft” (BVerfGE StV 2011, 31).

In ogni caso occorre tenere conto anche del Verhältnismäßigkeitsgebot e della Bedeutung der Sache. Se si sono verificate significative violazioni del Beschleunigungsgebot - anche prima della scadenza del termine semestrale di cui al § 121, comma 1, StPO, - può rendersi necessaria la revoca dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere (si veda p. es. BVerfG StV 2006, 251ff). Vanno prese in considerazione, a tal fine, anche prevedibili future Verfahrensverzögerungen.

VI. Beschleunigungsgebot e dibattimento

Per quanto concerne la fase dibattimentale, il Beschleunigungsgebot esige una preparazione adeguata dell’udienza e una conduzione efficiente del dibattimento. Troppi rinvii dopo l’apertura del dibattimento, non devono comportare un’elusione dei disposti di cui ai §§ 121 e 122 StPO.

Anche dopo l’emanazione della sentenza di primo grado, la mancata osservanza del Beschleunigungsgebot può comportare la revoca della custodia cautelare in carcere (se per esempio il giudice tarda nel deposito della motivazione della sentenza, specie se vengono superati i termini pervisti dal § 275, comma 1, StPO.  La stessa cosa vale in caso di ritardo (non dovuto a forza maggiore) di trasmissione degli atti al giudice dell’impuganzione o di ungerechtfertigten Verzögerungen nel corso del processo di secondo grado. Pure in caso di Haftverschonung è concepibile la trasgressione del Beschleunigungsgebot in quanto il semplice persistere di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, può costituire una schwerwiegende Beieinträchtigung der persönlichen Freiheit.

Va rilevato che l’ordinanza di custodia cautelare in carcere deve essere revocata dal giudice - indipendentemente da quanto tempo è trascorso dall’inizio dell’esecuzione della stessa - se  il PM lo richiede durante le indagini preliminari (è, questa, la cosiddetta Bindung des Richters an den Aufhebungsantrag ed è una conseguenza del principio secondo il quale il PM e’”Herr (dominus) des Ermittlungsverfahrens)”; Bindung, che viene meno con la Erhebung der öffetntlichen Klage (deposito dell’Anklageschrift presso il l’ufficio giudiziario competente).

Particolari difficoltà incontrate nel corso delle indagini preliminari, non possono essere prese in considerazione ai fini di una Haftverlängerung, qualora siano ravvisabili errori di rilevante gravità a carico degli organi di polizia o se sono ascrivibili al PM e se hanno comportato un rilevante Zeitverlust. Così per esempio non è stata ritenuta lecita la Aufrechterhaltung der Haft oltre 6 mesi, se senza un giustificato motivo si è verificata una Nichtbearbeitung der Akten per alcuni mesi oppure se  gli atti non sono stati trasmessi al Pm entro 2 mesi dall’avvenuta confessione dell’indagato dinanzi alla polizia. Parimenti, se sono trascorsi mesi tra la richiesta “auf Zeugenvernehmung und Durchführung” di questo incombente.

Grobe Fehler und Versäumnisse der Ermittlungsorgane che hanno condotto ad una nicht unerheblichenVerfahrensverzögerung, anche se si procede per un Kapitalverbrechen, non legittimano la protrazione della custodia cautelare in carcere, adducendo l’interesse pubblico all’accertamento dei fatti e alla punizione del colpevole.

Beschleunigungsgrundsatz und Konzentrationsmaxime esigono che il dibattimento, per quanto possibile, non venga, ne’ sospeso,  ne’ interrotto. Sospensione ed interruzione devono essere l’eccezione e non la regola.

Particolarmente importante ai fini del rispetto del Beschleunigungsgrundsatz è il § 229 StPO, intitolato “Höchstdauer der Unterbrechung”. Dispone il 1° comma di questo paragrafo, che il dibattimento può essere interrotto per una durata non superiore tre settimane; per un mese, se prima dell’interruzione vi sono stati almeno 10 Verhandlungstage (comma 2). Qualora l’imputato o un componente del collegio sia impedito a causa di malattia e se prima di questo impedimento vi sono già stati almeno 10 Verhandlungstage, i termini di cui ai commi 1 e 2, sono prorogati per la durata dell’impedimento, ma la proroga non può comunque essere superiore a sei settimane. Se il dibattimento non viene continuato entro questo termine, deve, inesorabilmente, procedersi a nuovo dibattimento; in parole semplici, iniziare da capo. In questo modo il legislatore ha voluto prevenire rinvii ingiustificati, che, specie nei processi con documentazione voluminosa (magari di 3.000 o 4000 pagine), sono tutt’altro che piacevoli, anche per il giudice relatore, che, nel tardo pomeriggio del giorno prima dell’udienza o addirittura un’ora prima dell’inizio della Verhandlung, viene informato…del rinvio, di 4-5 mesi, per cui la preparazione dell’udienza è stata “für die Katz”. Se episodi di questo genere si verificano più volte, se i rinvii sono sempre di mesi e se hanno per oggetto sempre lo stesso processo, a qualcuno potrebbe anche venire  l’idea che Vertagungen di questo genere vengano disposti non tanto “per esigenze processuali”, quanto per ingraziarsi chi, almeno indirettamente, ne trae i benefici. Non è infrequente che alla fine di manovre di questo stampo, scatti la prescrizione, poi contrabbandata dall’imputato e magari anche dalla stampa, come “assoluzione” (come, “finalmente ottenuta giustizia!”)

VII. Beschleunigungsgebot e rinvii dell’udienza

L’attuale § 229 StPO ha sostituito la precedente norma - vigente fino al 2004 - secondo la quale il dibattimento poteva essere interrotto, anche più volte, ma per non più di 10 giorni. Il legislatore, con la modifica, ha voluto evitare “zeit- und kostenintensive Schiebetermine” e tenere adeguatamente conto anche del principio dell’Unmittelbarkeit. Altro obiettivo del Gesetzgeber e’ stato quello di porre un limite alla Häufigkeit der Unterbrechungen e quindi alla durata complessiva del dibattimento.

Il Beschleunigungsgebot produce i suoi effetti anche dopo il termine della fase dibattimentale e dopo la lettura del dispositivo della sentenza. Se il deposito della sentenza (con la motivazione) non avviene entro i termini di cui al § 275 StPO, comma 1, StPO (5-7-9 settimane, a seconda della durata del dibattimento), cio’ costituisce un absoluten Revisionsgrund ai sensi del § 338, n. 7, StPO.

VIII. Richtlinien für das Strafverfahern und das Bußgeldverfahren (RiStVD)

Non vanno, infine, trascurate le norme contenute nelle Richtlinien für das Strafverfahren und das Bußgeldverfahren (RiStBV- Direttive dettate per il procedimento penale e per quello concernente l’inflizione di sanzione amministrativa) dell’1.1.1977, modificate ultimamente i.d. 1.9.2014 e che sono dettate principalmente per il PM, ma contengono principi di cui anche il giudice, in ispecie quello di secondo grado, deve tenere conto. Il § 5  RiStBV prevede che il PM non deve estendere le indagini oltre quanto necessario al fine di poter adottare una rapida decisione sulla Erhebung der öffentlichen Klage o sull’archiviazione, in particolare, se quest’ultima è consentita in applicazione dei §§ 154 e 154a StPO. Inoltre viene disposto che l’attività di indagine venga espletata “möglichst gleichzeitig”, vale a dire ad evitare, per quanto possibile, che atti di indagine vengano compiuti a (rilevante) distanza di tempo l’uno dall’altro.

Tutti i fatti rilevanti, anche quelli influenti sulla determinazione dell’infliggenda pena o sull’applicazione di una misura di sicurezza, devono essere accertati con accuratezza e precisione tale da consentire che il dibattimento avvenga “reibungslos”.

Qualora l’indagato sia detenuto, le indagini devono essere condotte con particolare  celerità; parimenti, se si procede per reati: 1) contro l’ordine pubblico,  2) che hanno destato particolare allarme sociale oppure 3) se per gli stessi è prevista una breve Verjährungsfrist (un termine di prescrizione breve).

Di notevole importanza è anche il § 153 RiStBV. Prescrive questo paragrafo che le impugnazioni devono essere trattate alla stregua dei procedimenti di urgenza.

Il § 10 facoltizza il PM a richiedere il compimento di atti di indagine soltanto “wenn er diese Untersuchungshandlungen aus besonderen Gründen für erforderlich erachtet”. Se è necessaria la prosecuzione della custodia cautelare in carcere oltre i 6 mesi, il fascicolo deve portare un particolare contrassegno e il procedimento deve sempre essere trattato non soltanto con precedenza, ma è, altresi’, “beschleunigt zu fördern” (§ 56 RiStBV). Prima del conferimento dell’incarico ad un perito, va accertato se questi è in grado di depositare la relazione peritale entro un congruo termine.

Besondere Beschleunigung” è prescritta dallo  JGG (Jugendgerichtsgesetz - § 71, comma 5), se una persona minorenne è in custodia cautelare in carcere.