Droghe: detenzione sostanze stupefacenti e sanzioni amministrative
La detenzione di sostanze stupefacenti non ha rilevanza penale, ma, in base all'articolo 75 del relativo Testo unico (decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990), essa può essere punita con una serie di sanzioni amministrative che vanno dalla sospensione della patente e del passaporto fino al divieto di conseguirli.
Quali sono le sanzioni amministrative per le persone segnalate con l’articolo 75 T.U. Dpr 309/90?
Si tratta della sospensione dei:
- documenti per la guida (patenti varie)
- documenti per l’espatrio (carta di identità e passaporto)
- documenti per il porto d’armi
Per chi non possiede questi documenti (ad esempio i minorenni), viene stabilito il divieto di conseguirli.
Le sanzioni hanno una durata limitata, che va da un minimo di un mese a un massimo di un anno (tre anni per la patente di guida).
Per i cittadini extracomunitari, le sanzioni hanno anche conseguenze negative per il rinnovo dei documenti per il soggiorno.
Droghe e sanzioni amministrative: i dati
I dati riportati dal dodicesimo Libro bianco sulle droghe, mostrano un andamento stabile del numero di segnalazioni ex articolo 75, che nel tempo si sono assestate intorno alle 40.000 all'anno, con una flessione registrata nel 2020 dovuta alla pandemia; le sanzioni comminate sono in media 15.000, 8.500 nel 2020;
Quasi tre quarti delle persone segnalate ai sensi dell'articolo 75 del decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990 devono la segnalazione al consumo di cannabinoidi.
L’applicazione delle sanzioni è caratterizzata da una totale discrezionalità, sia su base geografica che rispetto al tipo di sanzioni comminate in casi analoghi; inoltre, è frequente l'applicazione di sanzioni «al buio», senza cioè che sia avvenuto il colloquio con la persona interessata, fenomeno che nel 2020 ha riguardato quasi la metà delle sanzioni comminate;
Le richieste di programma terapeutico, invece, non sono mai riprese dopo il tracollo seguito all'entrata in vigore della «legge Fini-Giovanardi»: solamente 94 nel 2020 contro le 3.000 del 2007.
Considerando che si tratta di sanzioni comminate in ragione del consumo di sostanze, esse assumono dunque valore meramente afflittivo senza più alcuna valenza preventiva ed educativa.
I risultati della politica sulle droghe degli ultimi decenni sono deludenti sia dal punto di vista della deterrenza che della prevenzione e dell'informazione; l'Istat ha stimato circa 8 milioni di consumatori di sostanze stupefacenti, dei quali 6 milioni sono utilizzatori di cannabis.
Secondo il recente rapporto dell’Agenzia europea delle droghe, l’Italia è al quarto posto tra i Paesi dell’Unione europea per uso di cocaina e al terzo posto per l’uso di cannabis, che risulta la sostanza più consumata in Europa, utilizzata nell’ultimo anno da 24 milioni di adulti. In Italia la percentuale è altissima soprattutto tra i giovani, tanto che uno su cinque di età compresa tra i 15 ed i 34 anni ne ha fatto uso almeno una volta.
Il centro studi, ricerca e documentazione del ministero dell'Interno provvede ogni anno a fornire un quadro generale sui dati statistici che spaziano dal numero e distribuzione territoriale dei tossicodipendenti in trattamento presso le strutture del privato sociale, ai dati relativi ai soggetti segnalati ai prefetti per consumo personale di sostanze stupefacenti (ai sensi dell’articolo 75 del D.P.R. 309/90), alle informazioni sull’analisi dei casi di decesso correlati all’abuso di droghe; all’attività di prevenzione e repressione dei servizi Antidroga della Polizia di Stato, fino all'andamento del fenomeno droga a livello nazionale e regionale.
L'elaborazione viene effettuata sulle informazioni fornite dalle prefetture e dalla direzione centrale per i Servizi Antidroga della Pubblica Sicurezza. I dati, inoltre, sono inseriti nella relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia e nell’Annuario delle Statistiche Ufficiali dell’amministrazione dell’Interno. (Droghe e tossicodipendenze in Italia, il consuntivo dei dati 2017 | Ministero dell‘Interno)
I dati confermano che una politica meramente repressiva sul fenomeno delle tossicodipendenze ha fallito o quantomeno non ha raggiunto lo scopo che si era prefissato.
In attesa di una revisione generale dell'impianto normativo sugli stupefacenti, a partire dai cannabinoidi, appare necessario che il Ministero dell’interno impartisca alle prefetture delle direttive che evitino gli effetti più penalizzanti derivanti dalle sanzioni amministrative di cui all'articolo 75 del Testo unico sugli stupefacenti.