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Esame di Istituzioni di diritto privato: uno scoglio insormontabile o un’opportunità?

Diritto privato
Diritto privato

Nel momento in cui si intraprende il percorso di laurea in Giurisprudenza non mancano gli avvertimenti: attenzione all’esame di Istituzioni di diritto privato. Insieme ai complimenti per la scelta del percorso universitario non si fanno attendere gli inviti allo studiare con attenzione, senza prenderla sotto gamba, ogni materia, in particolar modo il tanto temuto diritto privato.

Ma perché questo esame “turba” orde di studenti dalla notte dei tempi?

Banalmente, perché è complesso e getta le basi per lo studio di tutte le materie successive e, ovviamente, di tutte le varie branche e declinazioni del diritto. Inoltre, da piano di studi, la disciplina viene affrontata al primo anno, fase di transizione per eccellenza dall’impostazione liceale a quella universitaria. Infatti, il posizionamento di questa disciplina al primo anno è una scelta molto discussa tra gli universitari: perché uno studio così complesso al primo anno, quando il metodo di studio fatica ancora a consolidarsi?

Le risposte possibili sono due: la più scontata è proprio che questo esame è fondamentale per la comprensione delle materie di studio che ci saranno negli anni successivi. D’altro canto, serve proprio a mettersi in gioco, a testarsi e a testare il proprio metodo di fronte a una materia estremamente tecnica e complessa. Ma come riuscire a non vivere questo esame come uno scoglio, bensì come un’opportunità (anche se obbligata)?

Cercando di viverlo come se fosse un percorso di iniziazione: innanzitutto, agli altri esami fondamentali, quali diritto commerciale, diritto industriale, diritto tributario, diritto della navigazione; poi, a un linguaggio complesso e specifico che ci accompagnerà nel corso dei cinque anni. L’unica via papabile è quella di gettarci a capofitto in questa avventura e costruire un metodo di studio incentrato sui nostri ritmi e stili di apprendimento. Vediamo insieme qualche stratagemma che potrà aiutarci!

 

Istituzioni di diritto privato non vi temo: come superarlo rimanendo in vita

1. Sfruttare al massimo le lezioni universitarie. Seguire le lezioni è un momento fondamentale dello studio universitario. Sebbene sia prevista la possibilità di sostenere gli esami da non studente non frequentante per venire incontro alle più disparate esigenze personali e lavorative, seguire le lezioni è uno degli strumenti più validi per prepararsi al meglio agli esami. Questo perché, oltre a permetterci di entrare in contatto con la materia semplificata e didattizzata dal docente, ci fa capire su cosa concentrarci durante lo studio individuale. Inoltre, prendere appunti e schematizzarli è un momento fondamentale dell’apprendimento;

2. Individuare delle fonti di studio parallele. Se è vero che la bibliografia d’esame è obbligatoria, non è detto, però, che questa sia l’unica fonte sulla quale basare il proprio studio. Avviene più spesso di quanto si pensi che un libro d’esame risulti incomprensibile o dispersivo. A quel punto lo si può usare come riferimento per cercarne un altro più in linea col nostro stile di apprendimento. Nel nostro caso specifico, non esiste un unico manuale di diritto privato. In commercio ne esiste una sfilza. Se quello indicato in bibliografia non rientra nelle nostre corde, potremo cercare autonomamente una fonte che ci aiuti a studiare senza generarci ansia e preoccupazioni. Ricordarsi di prediligere un testo chiaro, lineare, approfondito ma non dispersivo logico. Un ottimo elemento da avere al nostro fianco è sicuramente il manuale di diritto privato aggiornato, reperibile sul sito Giappichelli;

3. Direttamente collegate al metodo di studio e alla fonte utilizzata ci sono le mappe concettuali. Mai sottovalutare l’importanza di queste mappe: esse sono alla base della conoscenza e dell’apprendimento perché mettono su carta le associazioni mentali operate dal nostro cervello e il modo in cui noi comprendiamo l’argomento affrontato;

4. Non ridursi all’ultimo minuto. Preparare Diritto privato in due settimane o un mese? In quale universo parallelo è mai possibile? Punto che necessita di poche spiegazioni: dedicare il giusto tempo a questo esame, apprezzandolo fino in fondo e iniziando a fare dei collegamenti con casi specifici e, soprattutto, col codice civile;

5. Non rinchiudersi nella propria ansia e nell’eventuale frustrazione. Ogni studente di Giurisprudenza, ogni avvocato o magistrato che conosciamo ha studiato le stesse “sudate carte”. Facciamo fronte comune coi nostri colleghi: ci potrebbe aiutare a ottimizzare i tempi e a confrontarci su argomenti più ostici. In bocca al lupo e… benvenuti nel mondo del diritto!